Miguel Cabrera, titolare della Bodega Gavias del Sordo, ha recentemente portato a casa importanti riconoscimenti al Mondial des Vins Extrêmes 2024B, una competizione prestigiosa tenutasi in Francia. I premi conferiti al suo vino “eroico” Malvasía Volcánica Papaino 2023 mettono in evidenza il potenziale di Fuerteventura nel produrre vini di alta qualità, sfidando altre regioni vinicole anche in condizioni climatiche difficili. La storia di Cabrera è una testimonianza del risveglio della viticoltura nell’isola, una tradizione che sembrava tramontata ma che ora sta vivendo una vera e propria rinascita.
L’impegno di Miguel Cabrera nella viticoltura
Sin dall’infanzia, Miguel Cabrera è stato appassionato del lavoro nei campi. In un’intervista durante il programma La Voz de Fuerteventura, ha rivelato di avere dedicato vent’anni della sua vita alla produzione di vino nelle “gavias” della sua famiglia. Queste antiche vigne, un tempo trascurate, sono state ripristinate grazie al lavoro instancabile di Cabrera, il quale ha dimostrato di saper combinare pratiche tradizionali con conoscenze moderne.
La sua avventura vitivinicola non è stata solo un’attività manuale. Cabrera ha dovuto anche apprendere i dettagli della documentazione necessaria per competere, così come approfondire le tecniche per ottimizzare il suo terreno. Questa dedizione è stata fondamentale per riabilitare non solo le vigne, ma anche la tradizione vinicola di Fuerteventura, che ha radici storiche profonde, risalenti all’epoca della conquista. Già nel 1407, infatti, Aníbal, il figlio illegittimo di Gadífer de la Sal, piantò le prime viti sull’isola.
La storia della viticoltura a Fuerteventura
La viticoltura a Fuerteventura ha attraversato periodi di grande splendore e altri di oblio. Con il passare del tempo, la produzione era scesa drasticamente, principalmente a causa della scarsità d’acqua. Per anni, il settore vitivinicolo sembrava destinato a scomparire, ma negli ultimi decenni è rinato un rinnovato interesse per il vino dell’isola, grazie all’impegno di viticoltori come Cabrera e al supporto delle istituzioni.
Cabrera ha attribuito il rilancio della viticoltura a tecniche moderne e al supporto del Cabildo di Fuerteventura. Questo aiuto ha permesso di rigenerare le antiche vigne familiari a Tetir. A differenza dei suoi antenati, che si limitavano a produrre e vendere uva, Cabrera ha intrapreso il cammino della vinificazione, dando vita a un prodotto finito che esprime il carattere unico del suo territorio.
Attualmente, Cabrera ha raggiunto una produzione di 4.500 bottiglie, con l’ambizione di arrivare a 12.000 bottiglie nei prossimi tre anni. Questi traguardi formano parte di un percorso che lui stesso definisce “eccitante”, un’avventura nel mondo del vino che ha regalato soddisfazioni inaspettate.
Sfide e opportunità future per il vino di Fuerteventura
Le sfide burocratiche e tecniche sono una costante nel mondo della viticoltura, ma l’appoggio della Denominazione di Origine Protetta Islas Canarias è stato un tassello fondamentale per la crescita della produzione vinicola. Cabrera ha evidenziato l’importanza di questa istituzione, che ha fornito supporto e promozione per i vini delle isole, rendendo il mercato più accessibile e regolato.
Il futuro della viticoltura a Fuerteventura appare promettente. Cabrera ha suggerito che l’isola potrebbe un giorno avere la sua Denominazione di Origine, un traguardo che sembra alla sua portata, sebbene richieda tempo e impegno. Attualmente, sull’isola ci sono quattro cantine attive e oltre 160 viticoltori amatoriali, segno di un settore che sta crescendo e di un grande potenziale inespresso.
La qualità dei vini provenienti da Fuerteventura e da altre isole delle Canarie ha iniziato a catturare l’attenzione anche a livello internazionale, con numerosi premi conquistati negli ultimi anni. Cabrera stesso ha sottolineato: “Canarie sono ai vertici del mondo del vino”, il che riflette la crescente reputazione della regione vinicola.
Le sfide quotidiane e l’amore per la viticoltura
Un aspetto che Cabrera deve affrontare è il prezzo del suo vino, una questione che lo tiene sveglio di notte. “Se lo metto troppo caro, la gente non compra; se è troppo economico, non si percepisce la qualità”, ha commentato con una risata durante l’intervista. La sua passione e il suo amore per la terra sono evidenti, e la sua visione è quella di proiettare il nome di Fuerteventura nel panorama mondiale.
Il 29 novembre, Cabrera sarà a Roma per rappresentare Fuerteventura e ritirare i premi conquistati dal suo amato Malvasía Volcánica Papaino 2023. La sua storia è un esempio di come la dedizione e la passione possono portare a risultati straordinari, contribuendo a un futuro luminoso per la viticoltura dell’isola.