La questione del turismo di massa è al centro dell’attenzione a Lanzarote, dove migliaia di residenti sono scesi in piazza per chiedere un cambiamento nel modello turistico. Il malcontento ha raggiunto non solo le Canarie, con sei isole mobilitate contro questa problematica, ma anche diverse città della penisola iberica e addirittura Berlino. Le manifestazioni si sono svolte con l’intento di mettere in evidenza le problematiche legate a un turismo eccessivo, che molti considerano dannoso per l’ambiente e per la qualità della vita degli abitanti.
Le mobilitazioni nelle Canarie
Numerosi cittadini di Lanzarote e delle altre isole Canarie, eccezion fatta per La Gomera e La Graciosa, hanno partecipato attivamente alle manifestazioni che il 20 ottobre hanno caratterizzato l’isola. Questo evento è una continuazione di una mobilitazione iniziata lo scorso aprile, durante la quale i residenti hanno espresso le loro preoccupazioni riguardo al crescente turismo di massa. Le richieste degli abitanti sono rimaste inascoltate da parte delle istituzioni, che, secondo gli organizzatori, hanno mostrato indifferenza verso le problematiche sollevate.
La manifestazione ha preso avvio alle ore 12.00 in Plaza de las Naciones a Puerto del Carmen, per poi dirigersi verso El Varadero. Il gruppo “Lanzarote hanno un limite” ha dichiarato che la protesta è una risposta alla mancanza di azioni concrete da parte delle autorità competenti. Il portavoce del collettivo ha sottolineato l’importanza di tornare in piazza, evidenziando il fatto che, sebbene si parli di un ripensamento del modello turistico, situazioni problematiche come premi e tentativi di regolare progetti già dichiarati illegali continuano a verificarsi.
Le manifestazioni fuori dalle Canarie
Il malcontento per il turismo di massa non si è limitato alle sole isole Canarie, ma ha oltrepassato i confini regionali, raggiungendo anche città spagnole come Barcellona, Madrid, Valencia e Granada, fino ad arrivare a Berlino. Questo fenomeno suggerisce che le preoccupazioni per l’impatto del turismo non riguardano solo Lanzarote, ma sono condivise a livello nazionale e internazionale. Le manifestazioni si sono caratterizzate per la loro diversità, mostrando diverse modalità di espressione delle istanze locali.
Gli attivisti hanno messo in chiaro che la necessità di un cambiamento è urgente e non più rinviabile, richiamando l’attenzione su come il turismo di massa stia influenzando negativamente il tessuto sociale e ambientale delle loro comunità. I punti nevralgici delle diverse città sono stati trasformati in palcoscenici di protesta, dove i manifestanti hanno esposto le loro frustrazioni e richieste, chiedendo un modello turistico più sostenibile e rispettoso delle comunità locali.
L’appello per un cambiamento
Le parole del gruppo di attivisti “Lanzarote hanno un limite” risuonano forti nella loro volontà di portare avanti una battaglia per un futuro più equo e sostenibile per le popolazioni locali. Questo gruppo sostiene che le attuali politiche turistiche stanno alimentando un sistema ingiusto, dove i beneficiari delle attuali pratiche non sono in grado di guidare un cambiamento necessario per migliorare la situazione.
In questo contesto, la cosiddetta “mesa de expertos“, proposta dal governo regionale, è stata definita da molti un semplice “paripé“, ovvero una mossa simbolica priva di sostanza. Gli attivisti affermano che le decisioni che influenzano il futuro del turismo sull’isola devono essere prese tenendo conto delle opinioni e delle esigenze di coloro che vivono e lavorano quotidianamente a Lanzarote, piuttosto che da esperti esterni che non comprendono a fondo la realtà locale.
La protesta di Lanzarote rappresenta quindi non solo una critica a un modello turistico insostenibile, ma anche un appello collettivo per una rivisitazione delle strategie e delle politiche che governano il turismo, affinché si possa garantire un equilibrio tra sviluppo economico e tutela dell’ambiente e della comunità locale.