Isole Canarie

Le associazioni turistiche delle Canarie si oppongono a un nuovo imposto sulle soggiorni

Le associazioni turistiche delle Canarie si oppongono a un nuovo imposto sulle soggiorni, ritenendolo dannoso per il settore e chiedendo una gestione più efficace delle risorse esistenti.

Le recenti proposte legislative presentate da gruppi parlamentari in Spagna riguardo a un nuovo imposto sulle soggiorni turistiche nelle Canarie hanno suscitato una forte opposizione. Varie associazioni locali, tra cui Asofuer, FTL e Ashotel, mettono in evidenza le conseguenze negative che questo provvedimento potrebbe avere sul settore turistico dell’arcipelago, già vitale per l’economia regionale. Questo articolo esplorerà le preoccupazioni espresse e il contesto economico attuale.

Le associazioni turistiche delle Canarie si oppongono a un nuovo imposto sulle soggiorni

La posizione delle associazioni turistiche

Le associazioni di categoria, che rappresentano gli interessi degli imprenditori del turismo alle Canarie, etichettano come “inefficace” la proposta di legge avanzata dal Gruppo Parlamentare Socialista. Sostengono che l’introduzione di un impuesto sulle soggiorni turistiche non solo non ridurrà il numero di visitatori, ma costituirebbe anche un “castigo ingiustificato” nei confronti del turismo. Già in altre regioni dove sono stati introdotti simili tributi, si è osservato un calo della competitività delle destinazioni turistiche.

In termini di entrate, la proposta socialista prevede di generare circa 250 milioni di euro all’anno mediante l’imposta, ma i rappresentanti del settore insistono sul fatto che il vero problema non risieda nella mancanza di fondi. Infatti, sottolineano che le Canarie, nel 2023, hanno generato oltre 3.400 milioni di euro di entrate fiscali dall’attività turistica, ma non riescono a gestirle adeguatamente.

Critiche alla gestione del flusso turistico

Le associazioni turistiche evidenziano che un ulteriore imposto sulle pernotazioni non sarà utile per gestire i flussi di turisti e non sarà nemmeno in grado di affrontare le carenze infrastrutturali che affliggono le isole. Negli ultimi 25 anni, la popolazione dell’arcipelago è aumentata notevolmente e le infrastrutture disponibili non sono riuscite a tenere il passo con questa crescita. Un’imposta aggiuntiva non farebbe altro che creare una situazione di doppia imposizione, penalizzando ulteriormente un settore che già contribuisce in misura significativa alle entrate fiscali pubbliche.

Le associazioni esprimono preoccupazione anche riguardo alla legittimità della proposta di tassare esclusivamente i visitatori non residenti. Secondo la normativa europea, qualsivoglia misura di questo tipo sarebbe considerata discriminatoria verso i cittadini dell’Unione Europea, il che potrebbe comportare il rischio che anche i residenti dell’arcipelago debbano pagare questa nuova imposta quando alloggiati in strutture turistiche.

Proposte alternative per il turismo

Ciononostante, le associazioni sono favorevoli alla possibilità di applicare delle tasse per la visita dei tesori naturali delle isole. Spesso, già in alcune aree protette viene praticata una tassa con finalità destinate a generare fondi per la gestione e la manutenzione di questi luoghi. Questo tipo di misura, secondo le associazioni, potrebbe anche contribuire a generare nuova occupazione, oltre a migliorare i servizi di pulizia, sicurezza e manutenzione. Esse suggeriscono che tali tasse dovrebbero essere integrate con altre iniziative volte a ottimizzare il flusso di visitatori e a monitorare l’impatto ambientale degli stessi.

L’importanza del turismo per l’economia delle Canarie

Il turismo rappresenta oggi una parte fondamentale dell’economia canaria, contribuendo al 35,5% del prodotto interno lordo delle isole e generando il 40% dell’occupazione diretta. Le entrate fiscali derivanti da questo settore ammontano a circa 3.400 milioni di euro all’anno, cifra che è sufficiente a coprire l’intero budget per l’istruzione, i servizi sociali, l’industria e l’energia e oltre l’80% del budget per la sanità.

In questo contesto, le associazioni di categoria ritengono fondamentale un approccio più attento alla gestione delle risorse che già si possiedono, piuttosto che l’introduzione di nuove tasse che possano colpire un settore cruciale per il benessere economico dell’arcipelago.