Nella recente discussione politica a Lanzarote, le accuse e le tensioni tra il Partito Socialista Operaio Spagnolo e il Cabildo locale sono aumentate a dismisura, sollevando interrogativi sulla gestione territoriale e sull’integrità dei funzionari pubblici. L’assessore alla Politica Territoriale, Gesù Machín, ha rilasciato dichiarazioni che mettono in luce le pratiche intimidatorie a cui sembra ricorrere il PSOE nei confronti dei lavoratori della sua consigliera.
Accuse di intimidazione da parte del PSOE
Durante un’intervista nel programma “A Buena Hora” di Crónicas Radio, Gesù Machín ha denunciato che membri del PSOE hanno svolto attività intimidatorie nei confronti dei lavoratori del suo dipartimento. In particolare, ha citato Ariagona González, portavoce del partito, accusandola di aver fatto visita a un tecnico per esercitare pressioni in modo inappropriato. Secondo Machín, il comportamento del PSOE è caratterizzato da un disinteresse totale per le conseguenze delle proprie azioni, che egli definisce come una strategia per “rovinare la vita” ai dipendenti pubblici.
Questa situazione di molestia ha sollevato interrogativi sulla funzionalità e la serenità nei luoghi di lavoro, evidenziando un ambiente teso che compromette la produttività e il benessere dei dipendenti. Machín ha anche richiamato l’attenzione sul fatto che, durante il periodo di governo del PSOE, non erano state attuate misure significative per la pianificazione territoriale.
La questione del progetto del Hotel Papagayo
Uno dei punti più dibattuti è la controversa autorizzazione del progetto del Hotel Papagayo. Machín ha sottolineato che, nonostante il PSOE avesse accesso a informazioni riguardanti l’illegalità dell’autorizzazione, non l’hanno mai impugnata per oltre tre anni. Ha messo in risalto come fosse necessaria una sentenza del Tribunale Superiore di Giustizia delle Canarie per forzare una decisione in merito a un intervallo così lungo, e ha dichiarato di aver difeso l’autorizzazione sulla base di rapporti tecnici favorevoli.
L’assessore ha sostenuto che la responsabilità politica di aver concesso l’autorizzazione non dovrebbe ricadere su di lui, in quanto il suo operato è stato guidato dai documenti e dai pareri tecnici ricevuti. Machín ha ribadito la sua posizione, chiarendo che non era sua intenzione concedere autorizzazioni problematiche, ma che la legge deve essere rispettata in ogni circostanza.
La difesa della propria attività
Machín ha rivendicato il suo operato nel Cabildo, affermando di aver trovato la gestione del territorio in uno stato di caos totale e di aver avviato una ristrutturazione efficace e rapida per migliorare la situazione. Ha elencato vari progetti e documentazioni in fase di lavoro o di revisione, tra cui il Parco Naturale dei Vulcani e il PRUG dell’Arcipelago Chinijo. La sua intenzione è quella di portare a compimento i progetti iniziati prima del suo insediamento e di mettere ordine in una situazione complessa.
Inoltre, ha sottolineato la necessità di rifiutare le accuse di cattiva gestione lanciate dal PSOE, rimarcando il fatto che durante il mandato di quest’ultimo non ci sono state azioni significative a favore della pianificazione territoriale. Questa disparità di azioni è stata utilizzata da Machín per rafforzare la propria immagine di operatore politico responsabile.
La cultura dei limiti e la reazione del PSOE
Con l’intento di riacquisire una “cultura dei limiti” a Lanzarote, come affermato da Loli Corujo, il PSOE si propone di mettere in atto moratorie che possano regolare lo sviluppo territoriale. Machín ha criticato questa posizione, evidenziando che nei quattro anni di governo socialista non sono state introdotte misure reali per affrontare le questioni urbanistiche. Secondo lui, il PSOE si muove in un contesto di confusione e disorganizzazione che favorisce il proprio modus operandi.
Ha evidenziato come questo atteggiamento manipolativo possa danneggiare l’immagine dei funzionari pubblici e minare la loro integrità professionale. Queste dinamiche, secondo Machín, non solamente comprometterebbero la pianificazione territoriale, ma creerebbero anche un’atmosfera di sfiducia tra lavoratori e dirigenti, esacerbando ancora di più il caldo clima politico di Lanzarote.
In definitiva, la situazione a Lanzarote continua a rimanere tesa, con le varie argomentazioni che si scontrano in un dibattito acceso sulle responsabilità politiche e sulla corretta gestione del territorio.