Isole Canarie

La necessità di regolamentare le case protette: la proposta del governo delle Canarie

La Spagna affronta una crescente crisi abitativa, con solo 290.000 case sociali disponibili per 18,6 milioni di famiglie; il governo promuove la Legge 12/2023 per garantire accesso a alloggi dignitosi.

Negli ultimi decenni, la questione della disponibilità di abitazioni accessibili è diventata sempre più centrale nel dibattito sociale e politico in Spagna. Un recente incontro del consiglio comunale di Madrid, tenutosi nel pomeriggio del 28 ottobre, ha messo in evidenza questa problematica attraverso una mozione presentata dal governo locale. L’obiettivo è quello di chiedere al Governo delle Canarie di intervenire per regolamentare le abitazioni protette, una questione che tocca il cuore di milioni di famiglie spagnole.

La necessità di regolamentare le case protette: la proposta del governo delle Canarie

La crescita delle abitazioni protette in Spagna

Dal 1980 al 2020, la Spagna ha visto la costruzione di oltre 2,4 milioni di abitazioni con vari tipi di protezione. Questo sviluppo ha portato a un incremento significativo della percentuale di case protette, che oggi rappresentano il 35% delle abitazioni principali nel paese. Questa realtà riflette un tentativo di affrontare la crescente domanda di alloggi, ma comporta anche delle sfide.

Con l’andare del tempo, molte di queste abitazioni protette sono passate in mano privata. Le politiche governative hanno incentivato l’acquisto di case attraverso importanti sgravi fiscali, favorendo così la proprietà immobiliare tra la popolazione. Attualmente, circa l’80% delle famiglie spagnole possiede la propria casa. Tuttavia, questa situazione ha anche comportato un impoverimento delle risorse pubbliche disponibili per le future generazioni, creando una disparità tra chi possiede e chi non riesce ad accedere al mercato immobiliare.

La carenza di abitazioni sociali in Spagna

Oggi, il parco di abitazioni sociali di cui avrebbe bisogno la Spagna per allinearsi alla media europea del 9% di case pubbliche è calcolato in circa 1,5 milioni di alloggi. Tuttavia, attualmente il numero di abitazioni sociali disponibili è molto inferiore: solo circa 290.000 unità, che corrispondono a un deludente 1,5% del totale delle abitazioni nel paese. Di queste, circa 180.000 appartengono alle comunità autonome e alle entità connesse, mentre altre 110.000 sono di proprietà dei municipi.

Questa limitata disponibilità di case sociali riesce a soddisfare soltanto l’1,6% dei 18,6 milioni di nuclei familiari che abitano in Spagna, creando una pressione insostenibile per le famiglie a basso reddito, in particolare per i giovani e le nuove generazioni, che faticano a trovare alloggi dignitosi e accessibili.

La risposta del governo spagnolo

Alla luce di queste problematiche, il governo spagnolo ha riconosciuto l’urgenza di ampliare il parco di abitazioni sociali per garantire un accesso migliore alla casa per tutti i cittadini, senza che questo comporti il pagamento di oltre il 30% del reddito disponibile delle famiglie. A tal fine, è stata introdotta la Legge 12/2023, approvata il 24 maggio, che pone l’accento sul diritto alla casa.

Questa normativa mira a sfruttare al meglio il suolo e le risorse pubbliche per sostenere l’interesse generale nel garantire l’accesso a abitazioni dignitose e a prezzi accessibili. La legge rappresenta un passo importante verso la risoluzione di una questione che ha afflitto la società spagnola per anni, cercando di equilibrare i diritti di proprietà privata e l’accesso alla casa per le fasce più vulnerabili della popolazione. La sfida ora è quella di trasformare queste intenzioni legislative in azioni concrete che possano realmente migliorare la situazione abitativa in Spagna.