Il Parco Nazionale di Timanfaya, situato sull’isola di Lanzarote, rappresenta un’area di immenso valore naturalistico e scientifico, con il 94% della sua superficie dedicato alla riserva naturale. Qui, l’obiettivo primario è garantire la conservazione degli ecosistemi unici e la valorizzazione del sapere legato alla loro protezione. Recentemente, il direttore-conservatore Pascual Gil ha illustrato la gestione del parco e le iniziative in corso per salvaguardare questo patrimonio e coinvolgere attivamente la popolazione.
Gestione e organizzazione del parco nazionale
La gestione dei parchi nazionali in Spagna è ora sotto la responsabilità dei governi delle comunità autonome, e per il Parco Nazionale di Timanfaya è la comunità delle Isole Canarie che si occupa della sua cura. Con l’entrata in vigore della Legge 30/2014, è stato rafforzato il ruolo della Regione nella tutela degli spazi naturali. La consejería di Transizione Ecológica e Energia gestisce il Centro di Visitatori e Interpretazione di Timanfaya, punto centrale di divulgazione delle informazioni riguardanti il parco.
Il parco offre diverse escursioni, tra cui le rinomate rotte di Tremesana e lungo la costa, che sono gratuite ma necessitano di una prenotazione anticipata. Qui, una guida esperta accompagna piccoli gruppi di visitatori, non superiori a nove, per esplorare l’ambiente vulcanico, fornendo informazioni su geologia, cultura, flora e fauna. Questo approccio ha portato il parco a raggiungere circa 8.000 visitatori all’anno, un numero crescente che evidenzia l’interesse per questa straordinaria risorsa naturale.
Un’importante richiesta emersa dai visitatori è quella di avere maggiori opportunità di esplorazione e connessione con il territorio, in particolare presso il centro turistico delle Montañas del Fuego. Per questo motivo, il Parco Nazionale di Timanfaya sta progettando di facilitare l’accesso all’Islote di Hilario anche attraverso mezzi pubblici, trasformando l’attuale area di parcheggio in uno spazio più fruibile per il pubblico.
Innovazioni e progetti di sostenibilità
Per migliorare la gestione e monitorare l’impatto ambientale, il parco ha introdotto varie iniziative tecnologiche. Una delle più rilevanti è un’applicazione progettata per registrare e geolocalizzare le problematiche ambientali, contribuendo a una gestione più efficiente delle risorse naturali. Inoltre, il parco sta realizzando un inventario delle coltivazioni locali, con particolare attenzione agli alberi da frutto: sono in corso studi genetici per identificare le varietà di fichi e recuperare gli ultimi 1.100 alberi da frutto rimasti, un’azione cruciale per preservare la biodiversità.
Parallelamente, si sta sviluppando un progetto di energie rinnovabili. A questo si aggiunge la creazione di un’aula virtuale, che renderà disponibili al pubblico i lavori di ricerca effettuati nel parco fin dalla sua proclamazione a riserva naturale. Queste iniziative non solo mirano a preservare l’ambiente, ma anche ad educare e coinvolgere la cittadinanza nella conservazione dei valori naturali.
Riscoprire il vulcanismo storico delle Canarie
Carmen Romero, storica esperta di vulcanismo, ha recentemente condotto una conferenza sulle eruzioni storiche delle Canarie, rivelando una complessità e una variabilità maggiori rispetto a quelle comunemente percepite. Le eruzioni del Timanfaya, ad esempio, si distinguono per il loro alto indice di esplosività e per la vasta superficie coperta dalla lava, la più estesa dell’arcipelago. Le ceneri di queste eruzioni si sono diffuse fino a 60 km all’interno di Fuerteventura, creando isole galleggianti nel mare.
Le documentazioni storiche evidenziano come le autorità locali abbiano gestito numerose crisi vulcaniche, implementando evacuazioni preventive già dal XVI secolo. Durante le storie eruzioni, più di 17.000 persone sono state evacuate, e si sono registrati 25 decessi, per lo più a causa di crolli di edifici. L’approccio della comunità a queste catastrofi naturali si è evoluto nel tempo, passando da una visione di punizione divina a una gestione pianificata e strutturata delle emergenze.
Particolarmente significativa è l’eruzione di Lanzarote del 1824, che ha suscitato timori per un eventuale ripetersi di eventi catastrofici. In quel contesto, le autorità utilizzarono metodi scientifici per monitorare l’attività vulcanica e istituirono i primi gruppi di lavoro, simili a quelli di oggi con il Piano Speciale di Protezione Civile per il rischio vulcanico nelle Isole Canarie . La storicizzazione di tali eventi è fondamentale per il recupero della memoria storica delle popolazioni locali, che hanno sempre mantenuto un legame diretto con il proprio territorio vulcanico.
La dottoressa Romero sottolinea l’importanza di questa coscienza storica, evidenziando come la popolazione canaria si sia sempre dimostrata preparata ad affrontare il vulcano, salvaguardando la propria cultura e storia. Le esperienze vissute e la consapevolezza attiva del rischio vulcanico sono parte integrante di una comunità resiliente, impegnata a mantenere viva la memoria storica di intere generazioni.