A seguito della proposta del Governo delle Canarie di privatizzare il servizio di assistenza domiciliare specializzata, proliferano i rifiuti da parte di diversi cabildos, in particolare nelle isole di Tenerife, Fuerteventura e Lanzarote. Questo dibattito pone in evidenza le difficoltà di gestione di tali servizi nelle isole, insieme alla necessità di una maggiore attenzione alle specificità locali.
Un nuovo scenario per l’assistenza domiciliare
La questione centrale riguarda il fine del Convenio di Cooperazione tra il Governo delle Canarie e i cabildos, che scade a dicembre. È prevista la creazione di un nuovo accordo per il periodo 2025-2028, nel quale il Governo locale ha proposto di gestire direttamente il servizio di assistenza domiciliare e di avviare una procedura di gara. Tuttavia, i cabildos di El Hierro e La Palma, così come quello di Gran Canaria, si sono già schierati contro questa iniziativa, sostenendo che un approccio centralizzato non risolverebbe i problemi esistenti.
Isabel Mena, Conselheira di Politica Sociale di Gran Canaria, ha sottolineato l’importanza di mantenere la gestione su base insulare, affermando che il servizio è “di natura specializzata” e deve essere gestito da organizzazioni vicine al territorio. Il cabildo di Gran Canaria ha infatti assunto il servizio dal 2022, erogando circa 250.000 ore di assistenza all’anno. Questa modalità ha permesso di offrire supporto fino a 78 ore settimanali a persone in situazione di dipendenza, evidenziando l’efficacia della gestione locale.
Aggiornamento dei prezzi come soluzione
Uno degli aspetti critici della proposta di privatizzazione riguarda il prezzo delle ore di servizio, attualmente regolamentato dal Governo delle Canarie. Mena ha espresso preoccupazione riguardo alla pianificazione di una “macro licitazione” che centralizzerebbe l’assistenza in una grande azienda, escludendo le piccole organizzazioni e i servizi pubblici che attualmente operano con successo in molte isole. Recuperare un piano di aggiornamento dei costi del servizio è stato suggerito come una strada migliore rispetto alla privatizzazione.
La Conselheira ha evidenziato che un adeguamento delle tariffe consentirebbe di ampliare la copertura e favorire un maggior numero di enti specializzati, contribuendo così a risolvere i problemi attuali di assistenza in alcune isole, dovuti alla bassa remunerazione. Mena ha proposto di supportare le isole in difficoltà affinché possano garantire un servizio adeguato, piuttosto che imporre soluzioni uniformi senza considerare le diversità di ogni realtà insulare.
Necessità di dialogo tra istituzioni
Un punto cruciale sollevato da Mena riguarda la mancanza di dialogo tra il Governo delle Canarie e i cabildos nella discussione di questa proposta di privatizzazione. La Conselheira ha dichiarato che decisioni così significative non possono essere prese senza un confronto diretto con le istituzioni locali. Ha ricordato inoltre che storicamente il Governo regionale e i cabildos hanno lavorato in sinergia nel settore della dipendenza.
Questa situazione di imposizione, come descritta dalla Conselheira, mina la cooperazione che ha caratterizzato le relazioni tra le varie amministrazioni, e sottolinea l’urgenza di ripristinare un dialogo costruttivo che porti a soluzioni operative e condivise, mirando al miglioramento del servizio di assistenza domiciliare per tutti i cittadini delle Canarie.