Isole Canarie

Diminuzione degli annegamenti a Canarie: i dati 2024 mostrano un calo significativo

Nel 2024, le Canarie registrano una diminuzione del 20% degli incidenti mortali per annegamento rispetto all’anno precedente, con un focus sulla sicurezza e prevenzione nelle attività acquatiche.

Nel periodo da gennaio a ottobre 2024, il numero di decessi per annegamento nelle acque e nelle coste delle Canarie ha registrato una diminuzione rispetto all’anno precedente. Questi dati suggeriscono un miglioramento nella sicurezza delle attività acquatiche nell’arcipelago, con un focus particolare sulla prevenzione degli incidenti. Questo articolo analizza i numeri e le tendenze significative riguardanti gli incidenti acquatici nelle Canarie, nonché il profilo delle vittime e le aree maggiormente colpite.

Diminuzione degli annegamenti a Canarie: i dati 2024 mostrano un calo significativo

Riduzione degli incidenti nel mese di ottobre

Durante il mese di ottobre 2024, si sono verificati 12 incidenti legati all’annegamento nelle spiagge, nelle pozzette e nelle aree costiere delle Canarie. Di questi, 5 persone hanno perso la vita, mentre 2 sono attualmente in condizioni critiche. Altri 2 soggetti sono stati giudicati in stato moderato, 1 ha riportato ferite lievi e 2 sono stati salvati senza riportare lesioni. I dati raccolti indicano una media mensile di mortalità di 6 incidenti mortali in questi dieci mesi, un numero che si è mantenuto costante rispetto all’anno precedente.

Le informazioni relative a questi incidenti provengono da fonti ufficiali nel campo delle emergenze, incluse associazioni locali dedicate alla salvaguardia dell’ambiente acquatico. Questi dati rientrano in un ampio studio condotto dall’Associazione per la Prevenzione degli Incidenti in Ambiente AcquaticoCanarie, 1500 km di Costa”, sostenuta dal Cabildo di Gran Canaria e dal Governo delle Canarie.

Diminuzione degli incidenti acquatici: un confronto annuale

Fino ad oggi, il totale degli incidenti acquatici registrati nelle Canarie è di 155, il che segna una diminuzione del 20% rispetto ai 194 casi dello stesso periodo del 2023. Oltre ai decessi, quest’anno si sono verificate 7 persone in condizioni critiche, 15 feriti in modo grave, 46 in stato moderato e 18 rescatti di persone che non hanno subito lesioni.

Questo abbattimento dei numeri evidenzia un trend positivo nella consapevolezza riguardo alla sicurezza nelle attività acquatiche. È fondamentale comprendere il contesto di questi dati per sviluppare strategie di prevenzione efficaci e mirate.

Profili delle vittime: predominanza di stranieri e adulti

Analizzando i profili delle vittime, emerge che il 63% di esse erano cittadini stranieri, provenienti da sette nazionalità diverse, tra cui tedeschi, inglesi, francesi, americani e marocchini. È interessante notare che la nazionalità di 40 delle vittime non è stata identificata. Sul fronte delle età, il 34% delle vittime aveva un’età compresa tra i 18 e i 59 anni, una percentuale che corrisponde a quella di coloro che avevano più di 60 anni. Solo il 3% dei deceduti erano minorenni.

È importante sottolineare che anche 18 minori hanno subito incidenti in ambienti acquatici quest’anno, con due decessi e numerosi casi di ferite di varia gravità. Queste statistiche dovrebbero stimolare una riflessione seria su come rendere le strutture e le attività acquatiche più sicure per ogni fascia d’età.

Tenerife: il record negativo per decessi

La situazione a Tenerife è particolarmente allarmante, poiché l’isola presenta il maggior numero di decessi da annegamento, con un totale di 19 casi. Segue Gran Canaria con 14 vittime, Fuerteventura con 10, Lanzarote con 8, La Palma con 3 e La Gomera con 2. Fortunatamente, El Hierro e La Graciosa non hanno registrato alcun decesso in questo periodo.

Questi dati evidenziano la necessità urgente di attuare misure di sicurezza aggiuntive, consegnando informazioni vitali ai bagnanti, sia locali che turisti, sulla pericolosità di alcune aree.

I luoghi a rischio e il richiamo alla responsabilità

Le spiagge sono il contesto con il maggior numero di incidenti mortali, rappresentando il 52% del totale, seguite da porti e aree costiere , piscine e piscine naturali e pozzette . La maggior parte degli incidenti, ben il 66%, si sono verificati nel pomeriggio, il 25% al mattino e il 7% la notte.

Contestualmente, l’associazione “Canarie, 1500 km di Costa” continua a ribadire l’importanza della prevenzione come strumento fondamentale per evitare incidenti in acqua. È richiesto un maggiore senso di responsabilità e coscienza rispetto ai rischi legati alle attività acquatiche, affinché sia possibile ridurre il numero di incidenti in futuro.