Le recenti inondazioni nelle province di Valencia e Albacete hanno profondamente colpito l’opinione pubblica spagnola, portando alla luce la devastazione causata da questi fenomeni naturali. Le immagini drammatiche e i racconti di chi ha vissuto in prima persona queste calamità mostrano la durezza della situazione, con un alto numero di vittime e molte persone ancora disperse. Questo episodio si inserisce in una lunga lista di disastri naturali che hanno interessato la Spagna nel corso della sua storia. Anche le Isole Canarie, pur non avendo fiumi, devono affrontare la minaccia del cambiamento climatico, in particolare l’innalzamento del livello del mare. In questo contesto, il Ministero per la Transizione Ecologica e il Reto Demografico offre dati cruciali sul rischio di inondazione nell’arcipelago.
Rischio di inondazioni nelle Canarie
Il Ministero per la Transizione Ecologica ha messo a disposizione un strumento digitale che evidenzia le aree potenzialmente a rischio di inondazione nelle diverse demarcazioni idrografiche, comprendendo ogni isola dell’arcipelago. Secondo i dati ufficiali, nelle Canarie si trovano ben 189 punti a rischio di alluvioni, che possono essere influenzati da maree o corsi d’acqua. Inoltre, la regione registra che almeno 32.089 persone abitano in queste aree vulnerabili, un dato che non può essere ignorato e che dovrebbe sollevare interrogativi sulla sicurezza della popolazione.
La gestione del rischio di inondazione è una priorità per la regione e il governo canario ha pubblicato i piani di gestione per il ciclo di rischi 2021-2027. Questi documenti, redatti dai cabildos, rivelano il numero di persone potenzialmente colpite da eventi alluvionali in diverse aree ARPSI. La prevalenza di fenomeni atmosferici estremi, come le piogge torrenziali, ha evidenziato la necessità di una risposta coordinata e di misure preventive efficaci.
La metodologia di valutazione del rischio
La valutazione del rischio di inondazione avviene attraverso metodologie sistematiche, che si basano su studi e dati già disponibili. Il Sistema Nazionale di Cartografia delle Zone Inondabili permette di individuare le aree maggiormente a rischio, supportando le decisioni politiche e urbanistiche. Questo sistema tiene conto di diversi parametri, tra cui la vulnerabilità delle infrastrutture esistenti e la potenziale frequenza delle inondazioni commisurata alle caratteristiche geografiche locali.
Per facilitare la comprensione dei dati, i rapporti governativi forniscono una classificazione basata su probabili scenari di inondazione, suddivisa in parametri T=100 e T=500. Questi valori indicano la probabilità di eventi di inondazione, con il primo che segna una probabilità media e il secondo un rischio più eccezionale. È fondamentale notare che le informazioni attualmente disponibili si concentrano principalmente sui rischi fluviali, lasciando lacune in altre aree critiche che potrebbero aumentare la vulnerabilità della popolazione.
Analisi nelle isole delle Canarie
L’analisi dettagliata del governo canario mostra che le isole presentano diverse variabili in termini di popolazione esposta a rischi di inondazione. Ad esempio, a Gran Canaria sono circa 2.030 le persone che risiedono in zone a rischio, tra cui alcune località come Balito e Tasarte. In totale, la comunità autonoma ha 304,43 chilometri di aree a rischio di alluvioni, di cui Gran Canaria contribuisce con una parte significativa.
Tenerife, invece, è l’isola più colpita, con 45 aree identificate come ARPSI e una popolazione di 20.436 persone a rischio. Le località come Playa de la Nea e Los Abrigos sono sotto monitoraggio costante. La gestione degli incendi e delle inondazioni è essenziale per garantire la sicurezza di queste popolazioni, in un contesto in cui l’innalzamento del livello del mare e il cambiamento climatico rendono la situazione ancora più grave.
L’impatto del cambiamento climatico sulla vulnerabilità
Il cambiamento climatico rappresenta una minaccia crescente non solo per la Spagna, ma per tutto il mondo. Secondo le analisi climatiche recenti, gli eventi estremi stanno aumentando in frequenza e intensità, aggravando il rischio di inondazioni. L’innalzamento del livello del mare e l’erosione costiera sono particolarmente problematici per le isole, dove le comunità sono vulnerabili a questi cambiamenti.
Situazioni di rischio si registrano anche in altre isole come La Gomera e El Hierro, dove la popolazione esposta a potenziali inondazioni è minima, ma non trascurabile. In La Gomera, sono solamente 181 i residenti a vivere in aree a rischio, mentre a El Hierro si registrano almeno 13 persone. Anche se i numeri possono sembrare bassi, è fondamentale che vengano messe in atto misure di prevenzione e gestione per garantire la sicurezza di tutti gli abitanti.
Considerazioni sulla pianificazione urbana
Un aspetto cruciale nella gestione del rischio di inondazione è la pianificazione urbana e l’occupazione del suolo. Il Consiglio Insulare delle Acque di Lanzarote ha evidenziato che circa 3.835 residenti si trovano in aree ARPSI; tuttavia, le informazioni dettagliate relative a queste aree non sono sempre facilmente accessibili, il che complica l’implementazione di misure di sicurezza adeguate.
Di particolare rilievo è l’identificazione di luoghi densamente popolati e infrastrutture sensibili nei punti a rischio, come centri commerciali e impianti sportivi. La previsione e l’intervento tempestivo possono fare la differenza nella protezione dei cittadini durante eventi estremi, rendendo la collaborazione tra autorità locali e comunità essenziale.
È evidente che la gestione del rischio idraulico deve essere una priorità per il futuro delle Isole Canarie, considerando che il clima continua a cambiare e il mare aumenta la sua pericolosità. Le autorità regionali e nazionali devono lavorare insieme per sviluppare strategie e piani che proteggano i cittadini e le loro abitazioni, garantendo una risposta rapida ed efficace in caso di nuovi eventi climatici estremi.