Nelle ultime settimane, il fenomeno della migrazione attraverso l’Oceano Atlantico ha assunto contorni drammatici, con diversi incidenti che hanno coinvolto imbarcazioni di fortuna. L’ultima tragedia è avvenuta a sud di El Hierro, dove dieci uomini sono stati salvati dopo un lungo viaggio di 19 giorni in mare. Questo articolo esplorerà non solo il salvataggio di questi superstiti, ma anche le altre emergenze che si sono verificate nella stessa area, evidenziando la gravità della situazione dei migranti nell’arcipelago delle Canarie.
Il naufragio del cayuco a sud di El Hierro
Il recente dramma in mare ha avuto luogo a circa 370 chilometri a sud di El Hierro, nell’arcipelago delle Canarie. Qui, un mercantile di nome Patria ha avvistato un cayuco alla deriva con a bordo undici persone. I superstiti, tutti uomini adulti provenienti da Senegal, Mali e Mauritania, hanno raccontato di aver intrapreso il loro viaggio da Nuadibú, in Mauritania, il 14 ottobre. Dopo 19 giorni di navigazione, di cui gli ultimi tre senza motore, si sono ritrovati a combattere per la vita in condizioni estremamente difficili. Durante il tragitto, hanno dovuto gettare in mare i corpi dei loro compagni deceduti, arrivando a un tragico bilancio di 48 vittime.
Dopo essere stati avvistati dal mercantile, i membri dell’equipaggio del Patria hanno avvertito i servizi di emergenza marittima, comunicando la presenza di nove persone a bordo. Tuttavia, è emerso che uno di loro era già scomparso, dopo essersi gettato in mare. Qualche istante dopo, è arrivata la nave di salvataggio Guardamar Talía, che ha completato le operazioni di recupero. I sopravvissuti sono stati accolti al porto di La Restinga, dove hanno ricevuto assistenza medica a causa di disidratazione e altre complicazioni sanitarie.
La tragedia a Lanzarote
Non è stata solo la situazione a El Hierro a suscitare preoccupazione; nelle acque attorno a Lanzarote si è verificata un’altra tragedia. Qui, una piccola imbarcazione è affondata, portando al salvataggio di 54 migranti da parte della nave Regina. Alcuni di loro sono stati recuperati mentre erano in acqua, e altre due persone sono state tratte in salvo dalla Guardamar Concepción Arenal, che è accorsa in aiuto del Regina.
Il naufragio ha comportato anche la scoperta del corpo di una delle vittime. Questo tragico evento sottolinea la pericolosità del viaggio attraverso l’Atlantico per i migranti, che continuano ad affrontare rischi enormi nel tentativo di raggiungere le coste europee.
Dati allarmanti sui salvataggi
Le operazioni di salvataggio condotte nel fine settimana hanno visto coinvolte diverse unità di Salvamento Marítimo che hanno raccolto oltre 1.500 migranti in diverse operazioni: un numero che testimonia l’intensificarsi del fenomeno migratorio verso le Canarie. In totale, sono stati salvati 1.563 migranti da 27 imbarcazioni, tra cui almeno 86 donne e 31 minori.
In particolare, durante le prime giornate di novembre, 547 persone sono state soccorse nel tratto di mare vicino a El Hierro, mentre 956 sono state recuperate vicino a Lanzarote. Altre 157 persone sono state sbarcate a Fuerteventura. Le autorità continuano a monitorare la situazione, con operazioni in corso anche attorno alle coste di Tenerife.
Le operazioni sono state portate a termine da sette imbarcazioni di salvamento marittimo, prontamente mobilitate per far fronte a questo grave fenomeno. Le navi coinvolte hanno compiuto un lavoro fondamentale nel garantire la sicurezza dei migranti e gestire situazioni di emergenza in mare aperto.
Questo quadro complesso e tragico della migrazione verso le Canarie evidenzia la necessità di un approccio globale che affianchi l’assistenza umanitaria a misure di gestione e prevenzione, per affrontare le cause profonde di questo fenomeno migratorio.