Il Governo delle Canarie, in collaborazione con la Sicurezza Sociale, ha intrapreso una nuova iniziativa per combattere il lavoro irregolare nelle isole. Dopo aver identificato oltre 4.500 posti di lavoro non regolari negli ultimi mesi, le autorità locali hanno deciso di intensificare la vigilanza con l’obiettivo di scoprire ulteriori 500 casi. Questo intervento si inserisce in un contesto di crescente attenzione contro l’economia sommersa e il frazionamento nelle pratiche di assunzione.
Nuove misure di controllo e monitoraggio
A partire dal 4 novembre, la Consejería de Turismo y Empleo del Governo delle Canarie ha avviato una serie di interventi volti a monitorare l’osservanza delle norme da parte delle aziende. In particolare, il piano di ispezione prevede l’assegnazione di 960 ordini di servizio, che si concluderanno il 24 novembre. Saranno impiegati 24 funzionari, tra cui ispettori del lavoro e personale della Sicurezza Sociale, provenienti anche da altre comunità autonome, per garantire un adeguato controllo e sostegno alle operazioni.
Durante una riunione di coordinamento tenutasi a Gran Canaria, i dirigenti del governo locale hanno espresso la loro solidarietà alla comunità valenciana, esprimendo gratitudine nei confronti degli ispettori che si trovano nelle isole per sostenere questo sforzo. José Ramón Rodríguez, direttore generale del lavoro, ha sottolineato che le ispezioni si concentreranno principalmente su violazioni dell’iscrizione alla Sicurezza Sociale, richieste di sussidi incompatibili e impieghi irregolari, in particolare tra le persone straniere.
Risultati incoraggianti e obiettivi futuri
Rodríguez ha fornito un quadro della situazione attuale, rivelando che tra gennaio e ottobre di quest’anno sono emersi 4.584 posti di lavoro irregolari. Gli ispettori si concentreranno su quattro isole principali: Gran Canaria, Tenerife, Lanzarote e Fuerteventura, ma potrebbero estendersi anche ad altre aree in base alle necessità di controllo. Al di là delle semplici identificazioni, l’obiettivo è promuovere la regolarizzazione dei lavoratori e garantire il rispetto delle normative di lavoro.
Il governo locale, attraverso l’Istituto Canario di Sicurezza Lavorativa , supporta anche iniziative di prevenzione per limitare i danni sul luogo di lavoro. Queste azioni tappano in un accordo di collaborazione pari a 160.000 euro tra l’ispettorato e il Governo delle Canarie, evidenziando l’importanza della cooperazione per affrontare il problema del lavoro irregolare.
Un impegno a lungo termine contro l’irregolarità
Francisco Guindín, direttore territoriale dell’Ispettorato del lavoro, ha messo in evidenza i problemi legati all’occupazione irregolare, con un riconoscimento speciale per la dedizione del Governo delle Canarie, definita come l’unica comunità autonoma a gestire in modo strutturato piani di questo tipo. Questo sesto intervento di rinforzo è studiato per accedere a luoghi di lavoro specifici, identificati attraverso segnalazioni di pratiche illecite.
L’anno precedente, i controlli avevano rivelato 500 lavoratori non in regola, che esercitavano le loro professioni senza essere registrati oppure con un’iscrizione inferiore alle ore lavorate. Inoltre, vi erano anche casi di lavoratori che percepivano sussidi di disoccupazione incompatibili con attività lavorative regolari. Questa campagna di vigilanza si propone di affrontare anche questi fenomeni, incentivando le aziende a rispettare la legislazione vigente.
Protocollo di sanzioni e sfide future
Nel caso di violazioni delle norme di lavoro, le sanzioni possono ammontare a 3.750 euro per mancanze nell’iscrizione alla Sicurezza Sociale, cifra che può aumentare del 50% a seconda del numero di lavoratori irregolari identificati. In casi più gravi possono arrivare fino a 12.000 euro, specialmente se il lavoro irregolare coinvolge stranieri privi di permesso o chi riceve sussidi di disoccupazione. Tuttavia, Guindín ha chiarito che l’obiettivo principale non è punire, ma regolarizzare la situazione dei lavoratori e garantire che non tornino a essere non registrati.
Infine, Guindín ha sottolineato che l’economia sommersa è un problema che interessa tutti i settori produttivi, ma è particolarmente evidente nell’ospitalità, nella ristorazione, nei servizi e nel commercio. L’attenzione e il monitoraggio continui sono fondamentali per affrontare questa problematica e garantire un mercato del lavoro equo e giusto per tutti.