Isole Canarie

Il volontariato universitario in Valencia: aiuti alle comunità colpite dalla DANA

Un giovane studente di Valencia partecipa a tre giorni di volontariato dopo la devastante DANA, evidenziando solidarietà tra i giovani e l’importanza della tempestività negli aiuti durante le emergenze.

Un’importante mobilitazione umana ha avuto luogo in seguito ai devastanti eventi causati dalla DANA che ha colpito la comunità autonoma di Valencia, lasciando un tragico bilancio di oltre 200 morti. In questo contesto, un giovane studente universitario, il quale ha deciso di rimanere anonimo, ha trascorso tre giorni di intense attività di volontariato nei vari comuni colpiti. Questa esperienza non solo ha messo in luce la solidarietà tra i giovani, ma ha anche evidenziato la gravità della situazione nelle aree interessate.

Il volontariato universitario in Valencia: aiuti alle comunità colpite dalla DANA

La mobilitazione degli studenti

Il giovane studente è un membro della residenza universitaria e, nei giorni di giovedì, venerdì e sabato, ha partecipato con altri cento studenti a operazioni di pulizia in diverse località, tra cui La Torre, Massanassa, Paiporta e Catarroja. A causa dei danni alle strade, il primo giorno il gruppo ha dovuto essere raggiunto in auto fino al punto più vicino possibile a uno dei quartieri colpiti, mentre nei giorni successivi si è avvalso del trasporto pubblico.

Durante questa operazione collettiva, gli studenti si sono organizzati in gruppi composti da cinque a dieci persone, creando un vero e proprio fronte di aiuto. Il loro approccio è stato quello di interrogare i residenti delle varie strade riguardo alle necessità di assistenza: “Chiedevamo alle persone se avevano bisogno di un aiuto e andavamo, come meglio potevamo, equipaggiati con scarpe che non avessimo a cuore,” ha raccontato il giovane. Con la scoperta della presenza di batteri nel fango accumulato, l’equipaggiamento è stato successivamente aggiornato con l’uso di mascherine e guanti.

L’intervento delle autorità

Nonostante il primo giorno non siano stati avvistati militari o agenti delle forze dell’ordine nella zona, nei giorni successivi gli studenti hanno notato la loro presenza. Le forze di sicurezza erano già impegnate in operazioni di soccorso e avevano fornito indicazioni utili su come muoversi e agire nelle aree colpite. Questo segnale di coordinamento ha sicuramente reso le missioni di assistenza più organizzate, ma il giovane ha anche notato una iniziale difficoltà nel ricevere aiuto: “Le persone si sorprendevano quando ci offrivamo di dare una mano; in quei primi momenti, i volontari non erano ancora arrivati.” Questo mostra l’importanza della tempestività nell’arrivo degli aiuti in situazioni di emergenza.

L’impatto emotivo dell’esperienza

Questa esperienza ha lasciato un segno profondo nel giovane volontario, il quale ha descritto la scena inquietante di automobili abbandonate nel mezzo delle strade e il livello dell’acqua che aveva investito le località. Camminando lungo i garage allagati, il suo sguardo si è soffermato sui segni del disastro: “Nei primi giorni osservavi tutto circospetto, ma quando si è iniziato a parlare del recupero dei corpi, è stata un’esperienza scioccante.” La consapevolezza dell’orribile realtà ha aggiunto un ulteriore strato di serietà alla sua missione di aiuto.

Riflessioni sulla disinformazione

Durante le sue osservazioni, il giovane volontario ha evidenziato anche un problema significativo: la disinformazione circolante sui social media. “C’è molto da non credere, su internet ci sono molte falsità e cose che sono assolutamente false,” ha dichiarato il giovane, richiamando l’attenzione sull’importanza di una comunicazione responsabile durante le emergenze.

L’esperienza di questi studenti non solo rappresenta un gesto di solidarietà, ma funge anche da monito sulla realtà tragica di una situazione che tocca profondamente le vite di molte persone. La loro azione è un esempio potente di quanto possa essere determinante l’aiuto umano in tempi di crisi.