Isole Canarie

Salvataggio Mario del Mediterraneo: tre morti e 495 disperse nelle acque atlantiche delle Canarie

Aumento drammatico dei salvataggi di migranti alle Isole Canarie, con 495 persone assistite e 58 vittime in pochi giorni, evidenziando la crescente crisi umanitaria e i rischi mortali del viaggio.

Negli ultimi giorni, il salvataggio di migranti nei mari che circondano le Isole Canarie ha registrato un’impennata allarmante. Martedì, il servizio di salvamento marittimo ha recuperato tre corpi di immigrati e assistito 495 persone in un’intensa giornata di arrivi via mare, segnando il quinto giorno consecutivo di operazioni di soccorso. Le Isole Canarie continuano a essere un punto nevralgico per i migranti provenienti dall’Africa, in cerca di una vita migliore, ma con un crescente numero di vittime nel tentativo di attraversare le acque perilose.

Salvataggio Mario del Mediterraneo: tre morti e 495 disperse nelle acque atlantiche delle Canarie

Aumento drammatico degli arrivi e dei salvataggi

Dal primo novembre, sono stati recuperati 3.130 migranti che viaggiavano su 49 imbarcazioni tra Lanzarote, El Hierro, Fuerteventura e Tenerife. La continua ondata di arrivi ha messo a dura prova i servizi di emergenza, già in difficoltà, per rispondere a un numero così elevato di esseri umani in difficoltà. Solo nei primi cinque giorni di novembre, il numero delle vittime ha raggiunto un totale di 58 morti durante questi tragici tentativi di attraversamento. Questa crescente cifra rende evidente la pericolosità dei viaggi via mare e la necessità immediata di affrontare le cause profonde di questa crisi umanitaria.

Ieri, tra i nuovi casi segnalati, ci sono stati anche un uomo che è deceduto a bordo di un cayuco e due giovani migranti dei quali i corpi sono stati rinvenuti da un peschereccio al largo di Lanzarote. Le circostanze delle loro morti suggeriscono che potrebbero essere annegati, mentre tentavano disperatamente di rimanere a galla. Le testimonianze raccolte dai soccorritori evidenziano il rischio mortale di queste traversate.

Dettagli delle operazioni di salvataggio

Le operazioni di soccorso, che hanno caratterizzato la giornata di martedì, sono iniziate lunedì sera. La Guardamar Talía è intervenuta per salvare un cayuco con 131 occupanti, tra cui donne e minori. La gravità della situazione è stata accentuata da una persona già deceduta e un’altra evacuata in condizioni critiche. Durante l’arrivo a La Restinga, i profughi hanno dichiarato di essere partiti da Dakar e di aver trascorso 15 giorni in mare, un periodo estremamente lungo e pericoloso.

Le operazioni di salvataggio non si sono fermate qui; altri sei salvataggi effettuati a Lanzarote hanno portato a oltre 1.800 migranti recuperati da 35 imbarcazioni diverse negli ultimi cinque giorni. Queste figure testimoniano l’intensificazione del fenomeno migratorio e l’urgenza di una risposta coordinata e sostenibile da parte delle autorità locali e internazionali.

La situazione critica a Lanzarote

Lanzarote ha ricevuto il più alto numero di migranti negli ultimi giorni, con un totale di 225 persone salvate dalla Guardamar Calíope, su quattro diverse imbarcazioni. Questi recuperi si sono verificati in acque già compromesse, creando una situazione di emergenza. Un secondo gruppo di salvataggi è stato effettuato dalla Guardamar Concepción Arenal, con l’evacuazione di altre 139 persone.

Uno dei primi gruppi è stato scoperto da un veliero vicino alla costa di Punta Mujeres, mentre il secondo gruppo è stato individuato a 90 chilometri dalla costa da un portacontainer che si dirigerebbe verso la Malesia. Questo illustra le estreme condizioni a cui sono esposti i migranti, spesso impossibilitati a mantenere il controllo delle proprie imbarcazioni a causa delle avverse condizioni meteorologiche e di un equipaggiamento precario.

In tutti i casi, le squadre di soccorso hanno documentato che i migranti, a causa della situazione critica, stavano già cercando di sbarcare acqua dalle loro imbarcazioni quando sono stati individuati. Questi eventi evidenziano una crisi che continua a svilupparsi, e la necessità di un’azione concertata per affrontare i fondamentali problemi che spingono le persone a intraprendere questi viaggi estremamente rischiosi.