Un robot sottomarino avanzato, il Liropus 2000, è in viaggio verso Valencia per sostenere le operazioni di ricerca delle vittime dell’intensa DANA che ha devastato diverse località spagnole, incluso il comune di Paiporta, dove è stata registrata la maggior parte delle vittime. Utilizzato inizialmente per recuperare i corpi di Anna e Olivia, due sorelle tragicamente uccise dal padre, questo robot si appresta a collaborare per il monitoraggio e la gestione dell’emergenza causata dalle recenti inondazioni.
Il viaggio del Liropus 2000 verso Valencia
Il Liropus 2000, un robot sottomarino di ultima generazione, ha iniziato il suo viaggio a bordo della nave scientifica Ramón Margalef, partendo per Valencia, dove è previsto l’arrivo per sabato 9 novembre. Questo strumento tecnologico, impiegato nel 2021 per il ritrovamento del corpo di Olivia, si è già dimostrato un valido alleato nella ricerca subacquea. In passato, era stato utilizzato a bordo della nave Ángeles Alvariño, entrambe le imbarcazioni appartengono all’Istituto Spagnolo di Oceanografia .
L’intervento del Liropus 2000 si rende cruciale in un momento in cui le comunità costiere lottano per affrontare l’impatto devastante delle inondazioni che hanno colpito oltre 70 comuni in Spagna, con un numero di morti che si attesta ufficialmente a 217, di cui 211 nella sola Valencia.
I compiti del robot sottomarino in situazioni di emergenza
Nel caso delle due sorelle, il Liropus 2000 aveva trovato il corpo della più piccola, Olivia, in un sacco a circa 1.000 metri di profondità, legato a un ancoraggio della barca del padre, Tomás Gimeno, il cui destino rimane sconosciuto. Questa esperienza ha fornito preziose informazioni sull’efficacia del robot nell’affrontare situazioni difficili. Ora, il suo obiettivo sarà quello di assistere nelle operazioni di soccorso e recupero delle aree colpite dalle inondazioni in Mediterraneo.
Alle operazioni parteciperanno anche esperti incaricati di monitorare la qualità delle acque e analizzare l’impatto ecologico delle alluvioni. Il Liropus 2000, dotato di bracci articolati e telecamere ad alta risoluzione, permetterà un’analisi approfondita del fondale marino e delle zone inaccessibili, offrendo immagini dettagliate delle aree colpite.
Gli impatti dell’alluvione e la risposta ecologica
L’evento alluvionale ha evidenziato l’importanza di tecnologie avanzate come il Liropus 2000 e l’equipaggiamento del Ramón Margalef, che è stato inviato dal Ministero della Scienza, Innovazione e Università, diretto da Diana Morant. Oltre ai soccorritori, il team include anche specialisti ecologici che osservano gli effetti di eventi di deflusso massiccio e valutano la qualità dell’acqua in relazione a fenomeni come l’eutrofizzazione e l’anossia.
La capacità di diagnosticare rapidamente gli effetti ambientali delle inondazioni sarà cruciale per la gestione della crisi e il ripristino degli ecosistemi marini e costieri. L’analisi dei dati andrà di pari passo con l’uso dei ROV , attrezzature che svolgeranno missioni di esplorazione, campionamento e osservazione diretta.
Specifiche del Ramón Margalef e del Liropus 2000
Il Ramón Margalef ha una lunghezza di 46 metri e una sonar multibeam capace di generare mappe batimetriche ad alta risoluzione, fondamentali per studiare la topografia sottomarina e identificare diversi tipi di substrato con dettagli sorprendenti. Questo non solo agevola la ricerca di vicinanze e di possibili oggetti sommersi, ma contribuisce anche alla raccolta di dati essenziali per comprendere l’impatto delle alluvioni nei fondali marini.
A bordo ci sarà anche il Liropus 2000, che potrà operare in spazi ristretti e difficili da raggiungere, raccogliendo informazioni vitali per le operazioni di soccorso. Grazie alle immagini satellitari del programma Copernicus dell’Unione Europea, si aggiunge un ulteriore livello di monitoraggio, facilitando così la gestione delle emergenti informazioni cartografiche e sostenendo le operazioni di soccorso in situazioni di emergenza.