Lanzarote, una delle affascinanti isole Canarie, si trova ad affrontare un aumento significativo del rischio di inundazioni. Secondo il Piano di Gestione del Rischio di Inondazione dell’isola, redatto per il periodo 2021-2027 e pubblicato a giugno 2021, sono state identificate 35 aree potenzialmente a rischio alluvioni. Questo piano, che deriva da direttive europee, è stato concepito per preparare sia la popolazione che le istituzioni locali all’intensificarsi di fenomeni meteorologici estremi, resi più frequenti dal cambiamento climatico.
La necessità di un piano di gestione del rischio
Il Piano di Gestione del Rischio di Inondazione è frutto dell’imposizione da parte dell’Unione Europea a tutte le regioni spagnole di valutare il rischio di alluvioni. Questo implica la creazione di mappe dettagliate che mostrano le aree vulnerabili e l’implementazione di strategie di gestione per mitigare i danni. Le inondazioni rappresentano la forma di catastrofe naturale che provoca il maggior danno materiale in Spagna, come dimostrano eventi recenti come le forti piogge che hanno colpito Valencia. Gli effetti del cambiamento climatico, in particolare, stanno influendo negativamente sulla disponibilità di acqua, sugli ecosistemi acquatici e sulle attività economiche, evidenziando l’urgenza di prepararsi a scenari futuri sempre più complessi.
Aree identificate a rischio di inondazione
Tra le 35 zone rischiose di Lanzarote, sei presentano un rischio fluviale o pluviale, tutte situate in prossimità di barrancos, ovvero letti di torrenti. Tra questi vi sono il Barranco di Argana Alta, il Barranco del Hurón, il Barranco di Elvira, il Barranco di Tenegüime, il Barranco di Los Pocillos e il Barranco della Fuente. Le restanti aree a rischio sono localizzate lungo la costa.
Inoltre, il piano di gestione include località turistiche e residenziali considerate vulnerabili, come Órzola, Punta Mujeres, Arrieta e Costa Teguise, solo per citarne alcune. Le mappe di pericolo evidenziano anche parecchie spiagge suscettibili di essere colpite dalle alluvioni, tra cui spiagge rinomate come quella di Caleta de Espino, La Garita, e Bastián, offrendo così un quadro chiaro delle aree più critiche per la sicurezza della popolazione e dei turisti.
Le conseguenze ecologiche e sociali del rischio
Non è solo il rischio per le abitazioni e le infrastrutture a preoccupare, ma anche l’impatto su ecosistemi e spazi naturali. Circa il 53% delle zone a rischio è collegato a aree di balneazione, il 14% a zone di speciale conservazione e il 10% a zone di protezione per gli uccelli. Inoltre, il cambiamento climatico e le inondazioni potrebbero interessare anche importanti fonti di approvvigionamento idrico, creando potenziali conflitti tra le necessità ambientali e le esigenze umane.
Le autorità locali sono chiamate a collaborare per migliorare la consapevolezza sui rischi e per sviluppare normative e strumenti adeguati. Inoltre, è fondamentale che le comunità abbiano accesso a informazioni chiare sulle misure di emergenza e sui protocolli di sicurezza, affinché possano affrontare efficacemente eventuali alluvioni.
Costi economici delle alluvioni a Lanzarote
Le conseguenze economiche derivanti dalle alluvioni possono essere devastanti, come evidenziato da eventi passati. Ad esempio, le alluvioni di Tenerife nel 2002 hanno causato la morte di otto persone e danni materiali per un valore di 42 milioni di euro, una cifra record per l’arcipelago. Lanzarote ha subito danni significativi tra il 2011 e il 2017, ammontanti a circa 1,7 milioni di euro, con Arrecife e il quartiere di Maciot che risultano i più colpiti. In tale periodo, si sono registrati 213 eventi alluvionali nei vari comuni, evidenziando chiaramente l’urgenza di un intervento strutturato e preventivo.
La gestione delle inondazioni a Lanzarote non è quindi solo una questione ambientale, ma anche un tema cruciale di sviluppo socioeconomico, del benessere della comunità e della protezione degli ecosistemi locali. Tutti gli sforzi devono essere concentrati per garantire la sicurezza e la sostenibilità per le generazioni future, rendendo il Piano di Gestione del Rischio indispensabile per la pianificazione e la prevenzione delle emergenze naturali.