La questione della minerazione sottomarina nelle acque profonde sta sollevando preoccupazioni crescenti da parte dei rappresentanti della flotta e delle ONG ambientali in Europa. Recenti richieste da parte dei consigli consultivi Flotta di Larga Distancia , Acque Noroccidentali e specie pelagiche dell’Unione Europea hanno sottolineato l’urgenza di vietare questa pratica fino a quando non vi sarà una prova scientifica che ne certifichi la sostenibilità ambientale, evidenziando così il delicato equilibrio tra sviluppo industriale e tutela del mare.
La posizione dei consigli consultivi
I consigli consultivi hanno emesso un chiaro e fermo parere contro la minerazione sottomarina, ribadendo con forza la loro contrarietà a tali iniziative. Hanno chiesto l’implementazione di una moratoria su qualsiasi attività estrattiva in mare profondo fino a quando non si disporrà di evidenze scientifiche che dimostrino come queste non impattino negativamente sui delicati ecosistemi marini e sul sostentamento delle comunità pescatorie. Questo appello si colloca all’interno di un dibattito più ampio che coinvolge l’industria della pesca, le ONG e le istituzioni europee.
I rappresentanti del settore della pesca e costituenti delle organizzazioni ambientaliste hanno chiesto ai governi dei paesi membri dell’UE di evitare approcci “prematuri” volti a favorire la minerazione, sottolineando il rischio di danni “irreversibili” che potrebbero arrecare agli ecosistemi marini e alla sostenibilità della pesca. Inoltre, è stata proposta una rivalutazione dell’uso di materiali esistenti e l’adozione di strategie di economia circolare, evitando così l’ulteriore sfruttamento delle risorse marine.
Critiche al rapporto di Mario Draghi
Nel parere emesso, un punto di particolare attenzione è rivolto al recente rapporto dell’ex presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, che ha espresso l’idea di esplorare “con cautela” il potenziale della minerazione sottomarina. Questo suggerimento ha suscitato allerta tra i gruppi di interesse, i quali ritengono che la ricerca di minerali per sostenere la transizione verde non debba mai andare a scapito della salute degli ecosistemi marini.
Nel parere, i rappresentanti del settore hanno evidenziato che al momento non sono disponibili reportage scientifici che supportino l’attività mineraria nei fondali marini. Al contrario, si sottolinea l’esistenza di pareri di ben 800 oceanografi ed esperti nel campo, i quali evidenziano le carenze di conoscenza riguardo agli effetti dannosi della minerazione sulla vita oceanica.
Rischi per la pesca e specie marine
I dati emersi dall’analisi mettono in luce rischi considerevoli per l’industria della pesca, che potrebbero compromettere gravemente le specie commerciali, in particolar modo quelle migratorie come i tonni tropicali. L’appello alla cautela è particolarmente significativo, considerando l’impatto potenziale su una parte fondamentale della biodiversità marina e sulle economie locali fortemente legate alla pesca.
Nel 2021, i tre consigli consultivi avevano già lanciato un allarme simile riguardo alla minerazione sottomarina, sottolineando la necessità di un approccio precauzionale prima di avviare iniziative di questo genere. La questione resta pertanto centrale nel dibattito sui diritti delle risorse marine e sulla necessità di conciliare le attività economiche con la protezione dell’ambiente marino.