Isole Canarie

Aumento delle accuse contro il presidente della COAG per sfruttamento di minori migranti

Accuse gravi contro Rafael Hernández, presidente della COAG, per sfruttamento di minori migranti nelle sue fattorie. Nuove prove rivelano pratiche sistematiche e coinvolgimento di lavoratori e strutture locali.

Le recenti denunce contro Rafael Hernández, presidente della COAG, l’organizzazione che rappresenta gli agricoltori e i pastori delle Isole Canarie, hanno preso una piega più seria con nuovi sviluppi. Le accuse di sfruttamento di minori migranti nelle sue proprietà agricole di Tafira e La Aldea de San Nicolás sono state ampliate. Juan Carlos García, autore della denuncia originale presentata a marzo, ha fornito ulteriori prove alle autorità competenti, portando la questione a un livello di allerta maggiore. L’articolo offre una panoramica su questa situazione inquietante e sui recenti eventi che hanno scosso la comunità locale.

Aumento delle accuse contro il presidente della COAG per sfruttamento di minori migranti

Le accuse di sfruttamento di minori

La denuncia iniziale contro Rafael Hernández si concentra sulla presunta sfruttamento di migranti minorenni nelle sue fattorie. Juan Carlos García, che ha presentato la denuncia nel marzo scorso, è tornato alla Ciudad de la Justicia di Las Palmas di Gran Canaria per fornire ulteriori documentazioni che, a suo avviso, comprovano le sue affermazioni. García ha dichiarato ai giornalisti che la nuova documentazione ricevuta evidenzia una “dinamica costante, sistematica e ripetuta nel tempo,” riguardante lo sfruttamento di questi minorenni, che sarebbe durato per diversi mesi. I documenti, che includono annotazioni registrate in un quaderno, riportano frasi preoccupanti come “Tornano dal lavoro” e “Sono usciti per la fattoria”.

In un contesto di crescente preoccupazione, è importante sottolineare come le accuse si siano ampliate oltre la semplice testimonianza aneddotica. La presenza documentale offre una maggiore credibilità alla denuncia e suggerisce che l’operato di sfruttamento non fosse isolato ma piuttosto una pratica sistematica all’interno delle attività agricole di Hernández.

Il possibile sfruttamento e il ruolo del centro Tagoro

I minorenni coinvolti nelle denunce risiedevano in un centro chiamato Tagoro, situato nel quartiere di El Fondillo, il cui direttore è la figlia di Hernández. Dopo un’ordinanza del giudice emessa lo scorso agosto, i ragazzi sono stati trasferiti da questa struttura a causa delle gravi accuse mosse contro la direzione del centro stesso. La questione ha suscitato una significativa attenzione sui metodi di gestione e supervisione delle strutture dedicate ai minori immigrati.

García ha sottolineato che la nuova documentazione menzionava il coinvolgimento di almeno dodici lavoratori, sia nei turni del mattino che del pomeriggio, i quali avrebbero confermato le informazioni riguardanti le modalità di lavoro dei minorenni. L’uscita per recarsi al lavoro era pianificata per le 6:40 del mattino e il trasporto era organizzato in modo sistematico. L’attivismo di García e la sua determinazione a proseguire con l’inchiesta sono stati evidenti, in quanto ritiene essenziale che la giustizia esamini la veridicità e l’autenticità delle informazioni presentate.

Risposte delle autorità e la continuità dello sfruttamento

Nonostante l’intervento della Polizia e dell’Ispezione del Lavoro, le presunte pratiche di sfruttamento sembrerebbero continuare, con minori portati a lavorare nei campi anche dopo che le autorità erano state avvisate. García ha dichiarato di essere in possesso di documenti che elencano i nomi di tutti i ragazzi coinvolti, e ha evidenziato situazioni critiche come il guasto di un camion durante il trasporto dei minorenni.

Ad oggi, il numero di minori identificati in questa situazione è aumentato, arrivando a quota 17. La denuncia ha messo in evidenza che, per le mansioni svolte, i minorenni ricevevano compensi irrisori che variavano tra i 20 e i 25 euro. Queste cifre sollevano interrogativi non solo sull’equità di tali pagamenti ma anche sulle condizioni di lavoro cui erano sottoposti.

Responsabilità e timori di ritorsioni

Uno degli aspetti più allarmanti sollevati da García riguarda il coinvolgimento di molteplici persone all’interno del centro per minori. Secondo il denunciante, tutti erano a conoscenza della situazione, eppure non avrebbe mai preso alcuna iniziativa per fermare lo sfruttamento. Alcuni dipendenti del centro avrebbero manifestato preoccupazioni per possibili ritorsioni, evidenziando un clima di paura che potrebbe aver ostacolato l’emergere di ulteriori testimonianze.

La denuncia potrebbe portare a un incremento nel numero di investigati, poiché le nuove prove potrebbero implicare un più ampio coinvolgimento di persone e organizzazioni. García ha accennato a una discrepanza che si sarebbe verificata dopo l’intervento dell’Ispezione di Lavoro, suggerendo che potrebbe esser stata data un’istruzione per alterare il quaderno delle presenze. Questo elemento potrebbe rappresentare un tentativo di nascondere le prove, complicando ulteriormente la vicenda.

L’intreccio di queste accuse solleva interrogativi non solo sulla gestione delle fattorie e delle strutture di accoglienza, ma anche sull’intero sistema di protezione dei minori, in particolare per quelli vulnerabili come i migranti. La situazione in corso richiede un’attenzione continua da parte delle autorità e della comunità, affinché i diritti dei minori siano garantiti e protetti.