Isole Canarie

La querelle sulla regasificatrice al Porto di La Luz: tensioni politiche e preoccupazioni imprenditoriali

Il progetto di regasificatrice nel Porto di La Luz suscita contrasti tra autorità locali e imprenditori, con preoccupazioni per la sicurezza dei cittadini e l’impatto ambientale.

Il dibattito sull’installazione di una regasificatrice nel Porto di La Luz e di Las Palmas si intensifica, con i rappresentanti del Comune di Las Palmas de Gran Canaria e del Cabildo che esprimono contrarietà a un progetto approvato solo cinque anni fa. Questo cambiamento di posizione ha sollevato preoccupazioni tra i settori imprenditoriali, timorosi delle ripercussioni negative su uno dei pilastri commerciali dell’isola.

La querelle sulla regasificatrice al Porto di La Luz: tensioni politiche e preoccupazioni imprenditoriali

La posizione delle autorità portuali

Beatriz Calzada, presidente dell’Autorità Portuaria, ha fatto il punto della situazione in una conferenza stampa successiva al consiglio di amministrazione del porto. Durante l’incontro, ha evidenziato il crescente malcontento tra le associazioni rappresentate presso il porto, che avvertono di una possibile perdita di fiducia della popolazione. Calzada ha sottolineato come l’intesa tra il porto e la comunità locale sia stata storicamente alta, e ha espresso timori riguardo la nascita di un clima avverso che potrebbe mettere in discussione l’attività portuale.

Il progetto di Totisa, situato a un solo chilometro dal centro abitato di La Isleta, continua a generare controversie. Un gruppo di cittadini si è unito per opporsi a quello che considerano un rischio per la sicurezza dei residenti. I rappresentanti politici del PSOE, Nueva Canarias e Podemos si sono riuniti per formare un fronte comune opposto al progetto, accusando le autorità di non aver informato adeguatamente prima di esprimere il loro dissenso.

La necessità di energia per il porto

Calzada ha chiarito durante la sua intervista che, nonostante le tensioni attuali, l’incontro con gli imprenditori ha contribuito a fare maggiore chiarezza. Tuttavia, ha criticato i politici per il loro approccio alla questione, suggerendo che avrebbero dovuto avere discussioni pubbliche in un contesto più appropriato. Ha ribadito che gli imprenditori non possono mai approvare attività che possano arrecare danno alla popolazione.

Il progetto di costruzione di una pianta per stoccaggio di gas liquefatto e di generazione di energia elettrica di 70 MW è fondamentale per garantire che il porto mantenga una posizione competitiva nel mercato globale. Calzada ha citato un rapporto del 2022 dell’Istituto Tecnologico delle Canarie, secondo cui le fonti di energia rinnovabile non sono sufficienti per coprire il fabbisogno energetico del Porto di La Luz.

La storia del progetto Totisa

Va ricordato che ogni aspetto riguardante il progetto Totisa era già in fase di sviluppo e approvazione nel passato, sotto la guida di politici come Antonio Morales e Augusto Hidalgo, ora parte dell’opposizione. Calzada ha specificato che il progetto, avviato nel 2019, è stato il risultato di un bando a cui hanno partecipato diverse aziende, con l’unica proposta vincente che è stata accettata.

La presidente dell’Autorità Portuaria ha chiarito che non ha senso cedere alle pressioni politiche per fermare il processo di autorizzazione di Totisa. Ha sottolineato che i procedimenti attualmente in corso sono di competenza di altre amministrazioni e che il Governo delle Canarie sta effettuando una valutazione ambientale. La questione è ora nelle mani dei tecnici e le decisioni finali dovranno rispettare il loro giudizio professionale.

La preoccupazione dei cittadini

Una delle principali preoccupazioni sollevate dalla piattaforma civica avversaria al progetto è l’impatto ambientale dell’emissione di gas inquinanti. Secondo quanto riportato, l’inquinamento derivante dalla combustione di gas naturale fossile attraverso le previste ciminiere potrebbe compromettere la salute dei residenti a Las Palmas de Gran Canaria, emettendo sostanze nocive come metano, ossidi di azoto e altre sostanze tossiche.

Calzada ha rimarcato la necessità di mantenere il rispetto per i procedimenti tecnici, affermando che adottare decisioni basate su pressioni politiche rappresenterebbe un pericoloso precedente. Ha sottolineato che l’unico obiettivo possibile è quello di continuare il processo amministrativo fino all’emissione della dichiarazione di impatto ambientale.

Prospettive future

La questione della regasificatrice è destinata a rimanere al centro del dibattito pubblico nelle prossime settimane. È chiaro che la posizione dell’Autorità Portuaria è di resistere alle pressioni politiche e continuare a seguire il percorso burocratico necessario. Gli sviluppi futuri si preannunciano carichi di tensione e potrebbero condurre a nuove mobilitazioni nei saloni del potere locale, con un percorso che richiederà dialogo e rispetto delle diverse istanze coinvolte.