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Teatro che cura: un’iniziativa contro la violenza di genere attraverso l’arte teatrale

“Teatro che cura” utilizza l’arte teatrale per sensibilizzare i giovani sulla violenza di genere, promuovendo relazioni sane e offrendo supporto psicologico a chi vive situazioni di abuso.

L’arte teatrale si dimostra uno strumento potente per affrontare questioni sociali gravemente impattanti come la violenza di genere. L’associazione Teatro che cura, fondata nel 2017 da Susana Martín Cuezva, utilizza il teatro come mezzo per sensibilizzare i giovani sulla violenza machista e promuovere relazioni sane. Attraverso rappresentazioni ed interazioni dirette con il pubblico, l’associazione mira a stimolare la riflessione e la consapevolezza, creando uno spazio sicuro per discuterne apertamente.

Teatro che cura: un'iniziativa contro la violenza di genere attraverso l'arte teatrale

L’importanza di “Teatro che cura”

La missione di Teatro che cura si concentra sul rendere visibile e comprensibile il tema della violenza di genere tra le nuove generazioni. Attraverso la storia di Ali e Edu, due adolescenti coinvolti in una relazione romantica tossica, l’associazione rappresenta dinamiche relazionali critiche. La narrazione non si limita a intrattenere, ma ha come obiettivo quello di insegnare, educare e attivare una risposta immediata al riconoscimento di comportamenti violenti.

Martín Cuezva evidenzia che, nelle aule, spesso regna una violenza normalizzata, e che l’arte teatrale diventa uno strumento chiave per focalizzarsi su questi aspetti. “Non ci limitiamo a mettere in scena una relazione; interveniamo per prevenire e affrontare la violenza,” spiega. In questo senso, l’iniziativa va ben oltre la rappresentazione: si propone come un modo per generare discussioni significative tra i giovani, spingendoli a riflettere sulle loro esperienze emotive e sulle relazioni interpersonali che vivono ogni giorno, inclusi legami di amicizia.

Riconoscere la violenza

L’interattività delle rappresentazioni di Teatro che cura permette agli studenti non solo di osservare situazioni di violenza, ma anche di identificare esperienze simili nelle loro vite quotidiane. Molti ragazzi si ritrovano in situazioni familiari complesse e, spesso, condividono storie di abusi che non avevano mai evidenziato prima d’ora. Tali momenti diventano cruciali per l’emergere di memorie represse.

Durante le performance, Martín Cuezva ha notato come alcune alunne inizino a tremare mentre rievocano eventi traumatici del loro passato. Questi momenti consentono di “rilevare situazioni che l’istituzione scolastica non conosceva,” afferma. Gli studenti che mostrano segni di aver vissuto esperienze dolorose vengono indirizzati a professionisti della psicologia per ricevere il supporto necessario. La prassi diventa così non soltanto un atto teatrale, ma un’importante iniziativa di intervento sociale e di assistenza psicologica.

La violenza vicaria

Un tema di particolare rilevanza è quello della violenza vicaria, una forma di violenza in cui i bambini delle donne vittime di abusi sono utilizzati come strumenti per infliggere dolore alle madri. Martín Cuezva ricorda una testimonianza in particolare, in cui un’alunna ha rivelato di essere stata testimone di violenze domestiche. Queste rivelazioni evidenziano l’importanza di avere un supporto psicologico e di far parte di una struttura istituzionale che offre aiuto a chi vive situazioni simili.

L’associazione non solo cerca di aiutare le vittime, ma lavora anche per formare i compagni di classe affinché possano comprendere e riconoscere le dinamiche abusive. Nelle rappresentazioni, viene incoraggiato il dialogo sui vari tipi di violenza, rendendo gli studenti più consapevoli e attenti. È fondamentale che la comunità, gli adulti e le istituzioni si mobilitino e collaborino per creare una rete di supporto intorno a chi affronta queste drammatiche esperienze.

Un messaggio di speranza

Teatro che cura non è solo un’iniziativa artistica; è un segnale di cambiamento, un’azione concreta per contrastare la violenza di genere. Martín Cuezva conclude sottolineando l’importanza della consapevolezza e della volontà di lavorare su sé stessi. “Ognuno di noi può fare qualcosa contro la violenza machista,” afferma, dimostrando che il teatro è in grado di stimolare un cambiamento reale, trasformando emozioni e consapevolezza personale in azioni collettive.

In un contesto così delicato, il teatro diventa non solo una forma di espressione artistica, ma un veicolo potente per il cambiamento sociale e la guarigione. Chiunque si trovi ad affrontare situazioni di violenza ha la possibilità di ricevere supporto, e Teatro che cura si pone al fianco di chi cerca aiuto, accentuando la necessità di una società che riconosce, ascolta e protegge le sue vittime.