La questione delle terre rare a Fuerteventura sta suscitando preoccupazione tra i rappresentanti politici e la popolazione locale. Natalia Santana, deputata di Nuova Canaria-Bloque Canarista per Fuerteventura, ha reso noto che gruppi di pressione europei stanno cercando di influenzare l’Unione Europea affinché faccia pressione sul governo spagnolo per “disattivare” l’opposizione dei Canari ai progetti di estrazione mineraria sull’isola. Questi tentativi sono stati respinti unanimemente dalla comunità locale, che si sta mobilitando per la difesa del proprio territorio e della sua biodiversità.
Pressioni dei gruppi di interesse e impatti ambientali
Secondo quanto riportato da Santana, l’Unione Europea sta cercando di favorire, attraverso manovre politiche, gli interessi strategici di alcuni paesi e multinazionali. Ciò avviene senza considerare i danni che tali iniziative potrebbero causare in un contesto insulare come quello di Fuerteventura, caratterizzato da una biodiversità eccezionale e un’economia fondata sul turismo sostenibile. L’equilibrio ambientale è fondamentale per la sopravvivenza dell’isola e della sua popolazione, la quale teme le ricadute negative di un eventuale sfruttamento intensivo delle risorse.
Santana ha evidenziato che l’UE sta esercitando pressioni su diversi fronti. Il primo riguarda incentivi economici, con l’Unione che starebbe offrendo pacchetti finanziari per incentivare la Spagna a estrarre risorse strategiche, comprese terre rare, attraverso progetti di ricerca e sviluppo specifici per Fuerteventura. Le conseguenze di queste manovre potrebbero compromettere ulteriormente i delicati equilibri ecologici dell’isola.
In secondo luogo, la deputata ha messo in luce la cornice narrativa presente nel dibattito europeo sulla necessità di autonomia energetica e tecnologica. Secondo questa logica, l’Europa non può permettersi di rimanere dipendente da fonti esterne per l’approvvigionamento di materie prime fondamentali, giustificando così l’estrazione interna anche in luoghi vulnerabili come Fuerteventura.
Infine, la pressione legislativa da parte dell’UE si fa sempre più sentire. La recente approvazione della Legge sulle Materie Prime Fondamentali impone obiettivi vincolanti che devono essere rispettati dagli stati membri, costringendo la Spagna a cercare fonti di questi materiali sul proprio territorio, come ha spiegato la stessa Santana.
La posizione ambigua del governo canario
Natalia Santana non ha risparmiato critiche al governo canario guidato da Fernando Clavijo, definendo “inaccettabile” la sua “tibieza” nell’affrontare la questione. A suo avviso, invece di prendere una chiara posizione contro le minacce provenienti da Bruxelles, Clavijo sembra adottare un atteggiamento ambiguo, probabilmente nel tentativo di evitare conflitti con il governo centrale e le istituzioni europee. Questa mancanza di fermezza lascia Fuerteventura vulnerabile alla pressione esercitata da multinazionali e lobbies che potrebbero considerare l’isola un semplice bacino di risorse.
Secondo Santana, la priorità deve essere la difesa dell’ambiente e del patrimonio naturale di Fuerteventura. Un impegno che deve includere il rispetto della volontà dei cittadini, che hanno espresso chiaramente la loro opposizione a qualsiasi progetto di estrazione mineraria sull’isola. La voce della comunità è fondamentale: la popolazione ha il diritto di essere ascoltata e di opporsi a iniziative che minacciano il loro futuro.
Mobilitazione della comunità e prossimi passi
Per affrontare queste problematiche, Natalia Santana ha lanciato un appello a istituzioni locali, organizzazioni sociali e cittadini, invitando tutti a rimanere attenti e mobilitati contro qualsiasi tentativo di imporre progetti d’estrazione mineraria a Fuerteventura. “Non possiamo permettere che gli interessi economici di pochi prevalgano sul benessere delle attuali e future generazioni”, ha affermato con decisione, sottolineando che “Le Canarie non saranno un pedone nel gioco di Bruxelles”.
Inoltre, NC-BC ha annunciato l’intenzione di presentare una proposta di legge al Parlamento per richiedere maggiore trasparenza e garanzie da parte del governo locale e dello stato. Non esclude nemmeno di portare il dibattito a livello europeo affinché vengano ascoltate le legittime istanze di Fuerteventura e dell’arcipelago canario. La battaglia per la protezione della natura e della biodiversità dell’isola continua, con la speranza che le voci contrarie all’estrazione mineraria possano finalmente avere eco nelle istituzioni europee.