Il Tribunale Costituzionale della Spagna ha emesso una sentenza storica per i diritti delle donne, riconoscendo il diritto di M. T. L. S. di essere ammessa nella storica confraternita religiosa Esclavitud del Santissimo Cristo de La Laguna, situata a Tenerife. Questa confraternita, fino ad ora, aveva riservato la sua membership esclusivamente agli uomini. La decisione rappresenta un cambiamento significativo per le norme di accesso alle associazioni religiose in Spagna e mette in luce il dibattito sulla legislazione riguardante la parità di genere.
La sentenza del tribunale costituzionale
Il Tribunale Costituzionale ha annullato una precedente decisione del Tribunale Supremo, che aveva sostenuto la legittimità dell’esclusione delle donne dalla confraternita. Secondo i giudici, questa esclusione era contraria ai diritti fondamentali di uguaglianza e associazione sanciti dalla Costituzione spagnola. La nuova sentenza sottolinea come il rifiuto di ammettere le donne non solo infranga i principi di uguaglianza, ma limiti anche la loro libertà di partecipare pienamente alla vita culturale e sociale della comunità di La Laguna.
Il Tribunale ha evidenziato che la confraternita rappresenta una “posizione dominante” nel contesto culturale e sociale, rendendo difficile per le donne esercitare la propria devozione tramite altre organizzazioni religiose, dato che non esistono alternative equivalenti. Tale posizione di predominio impone una responsabilità maggiore da parte della confraternita nel rispettare i principi di uguaglianza.
La critica di alcuni giudici
Nonostante la maggioranza dei giudici abbia accolto l’appello di M. T. L. S., due magistrati, Enrique Arnaldo Alcubilla e César Tolosa Tribiño, hanno espresso un voto dissenziente. Questi giudici hanno messo in discussione la decisione enfatizzando che l’esclusione delle donne rappresenta una legittima espressione di libertà religiosa e di autonomia organizzativa della confraternita. Secondo loro, il verdetto non ha sfruttato l’opportunità per sviluppare una dottrina costituzionale più chiara sui limiti dell’autonomia delle associazioni, lasciando così spazio a potenziali conflitti futuri in materia di diritti fondamentali.
Arnaldo e Tolosa hanno sostenuto che la Esclavitud non esercita un monopolio culturale o sociale tale da giustificare un intervento diretto nei suoi statuti. Inoltre, hanno esplicitato che la natura religiosa della confraternita dovrebbe essere rispettata, e che ogni modifica imposta ai suoi regolamenti potrebbe violare la sua autonomia.
La genesi della controversia
La controversia è iniziata nel 2020, quando M. T. L. S. ha presentato una denuncia contro l’articolo 1 dello statuto della Esclavitud, che limitava l’accesso esclusivamente agli uomini. Dopo un iniziale successo nei tribunali di prima istanza, dove la decisione dichiarava che l’esclusione per genere violava il principio di uguaglianza, la questione è giunta al massimo grado giuridico, il Tribunale Supremo.
Nel 2021, il Tribunale Supremo ha ribaltato le decisioni precedenti, affermando che la confraternita non occupava una posizione dominante nella vita sociale e culturale di La Laguna, e che la sua esclusione non causava un danno significativo. Tuttavia, il Tribunale Costituzionale ha contraddetto questa visione, sottolineando che l’esclusione influisce in modo diretto su un ampio pubblico, limitando le possibilità di espressione religiosa per le donne.
Implicazioni culturali e sociali
La sentenza del Tribunale Costituzionale ha effetti significativi non solo per la confraternita, ma anche per il contesto culturale di La Laguna. La Esclavitud riceve numerosi finanziamenti pubblici e partecipa a eventi religiosi di grande rilevanza sociale, il che implica una responsabilità nell’assicurare che tutte le comunità possano essere rappresentate e partecipare alla vita religiosa collettiva.
Il riconoscimento del diritto di M. T. L. S. potrebbe aprire la strada ad ulteriori revisioni delle normativi delle confraternite e delle associazioni religiose in Spagna, incoraggiando una maggiore inclusione e rispetto per la diversità di genere. Pertanto, questa decisione rappresenta un passo avanti nella lotta per l’uguaglianza e i diritti delle donne, delineando un futuro in cui la fede e le tradizioni culturali possono coesistere in modo equo e inclusivo.