Il settore primario delle Canarie affronta da anni sfide significative che mettono a rischio la sua sostenibilità e competitività. Tra concorrenza sleale, costi elevati e una diminuzione del numero di esercizi agricoli, la situazione è diventata oggetto di discussione, soprattutto alla luce degli eventi recenti che hanno visto la partecipazione di istituzioni e rappresentanti del governo. In particolare, il tema è emerso durante le “Giornate Conecta Canarias Europa,” dove si sono analizzati i problemi e le prospettive future del settore.
Gli oneri economici delle Canarie
L’Assessore all’Agricoltura del governo delle Canarie, Narvay Quintero, ha sottolineato come le isole vivano una realtà economica particolare, caratterizzata da costi ben superiori rispetto al continente. Secondo i dati, mantenere un’azienda agricola nell’arcipelago costa il 44% in più rispetto alle aree continentali. Questo sovraccarico economico è il risultato di una combinazione di fattori, incluse le spese di trasporto, i costi per la materia prima e la necessità di utilizzare risorse alternative per ovviare alla mancanza di terreni coltivabili. Inoltre, il governo ha evidenziato che, nonostante le promesse da parte dell’Unione Europea, le isole non hanno visto un aumento della compensazione prevista dal Programma Operativo per il Settore Agricolo dal 2006 ad oggi, mantenendosi a una cifra ben al di sotto delle aspettative di crescita calcolate.
Le sfide strutturali del settore
Le Canarie si trovano ad affrontare sfide strutturali che hanno un impatto diretto sulla redditività degli agricoltori e dei produttori. Secondo uno studio recente, la redditività agricola è diminuita dal 2006 al 2024, creando un quadro preoccupante per il futuro del settore. Questo calo significativo si accompagna a un aumento del sovraccarico economico, con costi di produzione aumentati del 52%. Quintero ha osservato che, a causa di eventi globali come la pandemia di COVID-19 e il conflitto in Ucraina, il settore primario ha subito pressioni senza precedenti. In risposta a queste sfide, l’assessore ha enunciato i tre principali obiettivi da perseguire: sovranità energetica, idrica e alimentare. Questi principi sono fondamentali per garantire un futuro sostenibile per le isole e per i suoi settori agricoli e zootecnici.
La concorrenza e la salute dei consumatori
Un altro aspetto critico discusso è la competizione leale nel mercato europeo. Quintero ha messo in evidenza che i prodotti importati da paesi terzi, che non sono sottoposti agli stessi standard di sicurezza e qualità come quelli europei, pongono una minaccia diretta alla salute dei consumatori. Le isole, infatti, sono costrette a confrontarsi con un mercato inondato da articoli trattati con pesticidi vietati nell’Unione Europea. Alla luce di questa situazione, le autorità delle Canarie chiedono che vengano rispettate le cosiddette “clausole specchio,” affinché i prodotti importati soddisfino gli stessi criteri riportati per produzioni agricole europee. Queste misure sono vitali per proteggere non solo i produttori locali ma anche i consumatori.
Le fluttuazioni dei prezzi e la loro incidenza
Il settore primario delle Canarie è costantemente tormentato dalle fluttuazioni dei prezzi. Un’analisi dettagliata ha mostrato che i costi agricoli hanno registrato un aumento del 44,49% dal 2007 al 2023, sopra la media dell’inflazione. Questo rialzo ha impattato negativamente la viabilità economica delle piccole aziende agricole. La situazione è ulteriormente complicata dalla forte variazione del prezzo dei foraggi, i cui costi possono impennarsi fino al 300% in brevissimo tempo. Quintero ha evidenziato che queste oscillazioni sono un ostacolo per le aziende zootecniche e agricole, aggravando una situazione già critica.
La crisi nel settore della pesca
Infine, anche il settore della pesca presenta dati allarmanti. La redditività delle aziende ittiche nelle Canarie ha subito un colpo, con una diminuzione significativa della produzione a partire dal 2017. Il cambiamento climatico, con la modifica delle rotte di migrazione dei pesci, ha contribuito a questa crisi. Le Canarie devono ora confrontarsi con le limitazioni delle quote di pesca e la diminuzione degli stock ittici. Nel 2022, la produzione totale di pesce nelle isole ha toccato dei minimi storici, non arrivando nemmeno a 15.000 tonnellate, un calo rispetto ai quasi 26.500 tonnellate dell’anno di picco.
Questo insieme di fattori solleva preoccupazioni per il futuro del settore primario nelle Canarie, evidenziando la necessità di affrontare con urgenza le sfide che minacciano la sicurezza alimentare e l’economia locale.