La recente denuncia della Coordinadora de ONG de desarrollo de Canarias mette in luce la grave situazione dei fondi destinati alla cooperazione internazionale, in vista del progetto di bilancio della Comunità Autonoma per il 2025. Nei prossimi paragrafi si analizzeranno i dati e le conseguenze di queste riduzioni, nonché le differenze tra le varie comunità autonome della Spagna in materia di cooperazione.
La riduzione dei fondi per la cooperazione nelle Canarie
Il progetto di bilancio per la Comunità Autonoma delle Canarie prevede un’allocazione di risorse per la cooperazione internazionale che rappresenta una netta diminuzione rispetto agli anni precedenti. In un comunicato stampa, la Congdca ha evidenziato che nel 2023 sono stati destinati quasi 6 milioni di euro, precisamente 5.789.466 euro, a progetti di sviluppo, mentre per il 2025 si prevede un budget di meno di 5 milioni, esattamente 4.882.354 euro. Questo rappresenta un chiaro passo indietro rispetto agli impegni assunti dalla legge, che prevede di arrivare al 0,7% di spesa per la cooperazione entro il 2030.
La Congdca ha sottolineato quanto questa situazione sia allarmante, ricordando che se le Canarie seguisssero la media spagnola, che si attesta attorno allo 0,12%, la somma necessaria per la cooperazione dovrebbe salire a circa 14.811.284 euro. Pertanto, si evidenzia una mancanza di coerenza tra le promesse legislative e le pratiche attuali, contribuendo a un clima di crescente insoddisfazione tra le ONG e gli operatori del settore. La riduzione dei fondi è vista come un segnale estremamente preoccupante, specialmente in un periodo caratterizzato da gravi crisi umanitarie e da emergenze climatiche che richiederebbero un maggiore impegno internazionale.
Le conseguenze delle scelte di bilancio
La Congdca fa notare che, oltre alla propria situazione, molte altre comunità autonome in Spagna stanno affrontando importanti tagli o hanno congelato i fondi per la cooperazione internazionale. Dieci delle diciassette comunità autonome hanno riscontrato una diminuzione o una stabilizzazione delle risorse allocate. Questo contesto non fa altro che aggravare la criticità delle emergenze umanitarie e interpellare l’urgente necessità di un intervento decisivo.
I dati del rapporto redatto dalla Rete delle Coordinatrici Autonome di ONG per lo sviluppo rivelano che nel 2024 la media destinata alla cooperazione è di circa 0,12%, in calo rispetto allo 0,13% del 2023. Tale tendenza fa emergere una realtà di tagli e un generale scarso rispetto degli impegni promessi con la legge sulla cooperazione statale, approvata l’anno scorso e che stabilisce il target dello 0,7%. I dati mostrano che la comunità che ha registrato il maggior calo è l’Aragona, con una diminuzione del 76%; mentre l’Andalusia, un tempo leader in questo ambito, è scesa ora ai posti più bassi.
Differenze tra le comunità autonome
L’analisi della spesa pro capite per la cooperazione mette in evidenza disparità significative tra le varie comunità autonome. Tra le più virtuose c’è Navarra, che destina circa 30 euro per persona ogni anno, mentre la situazione è drammatica per altre regioni come Murcia, che allocano solo 0,59 euro. Le comunità come Madrid, Canarie e Castilla-La Mancha si trovano tra quelle che investono meno, con meno di 3 euro per persona all’anno. Alcune comunità come Catalonia, Comunità Valenciana e Euskadi hanno incrementato i loro fondi, ma nessuna di queste raggiunge il traguardo dello 0,7%, con l’Euskadi che si attesta al 0,35%, dunque ben lontano dall’obiettivo.
Queste discrepanze sollevano interrogativi sulla pianificazione e sul monitoraggio delle risorse destinate alla cooperazione e pongono l’accento sulla necessità di un approccio più uniforme e strutturato in tutte le comunità autonome. È chiaro che la cooperazione internazionale non può dipendere solamente dai budget regionali, ma richiede una visione unitaria e coordinata.
Raccomandazioni per il futuro
Il rapporto della Congdca offre una serie di raccomandazioni fondamentali per il futuro della cooperazione nelle Canarie e in tutta la Spagna. La prima proposta è di rispettare le leggi sia statali che regionali, che stabiliscono l’obbligo di destinare il 0,7% alla cooperazione internazionale. È essenziale, secondo la Congdca, anche ridurre la burocrazia che circonda questi progetti, per facilitare l’efficacia delle iniziative volte a promuovere i diritti umani, la pace e a contrastare le disuguaglianze.
Altre raccomandazioni includono il rafforzamento delle capacità del personale delle amministrazioni pubbliche, per ottenere interventi più efficaci, e la necessità di armonizzare i criteri di contabilità per garantire che le informazioni siano dettagliate e comparabili, permettendo monitoraggi adeguati. Infine, è cruciale che i fondi disponibili realmente contribuiscano agli obiettivi prefissati e che le amministrazioni rispondano efficacemente ai doveri di solidarietà della comunità. La strada verso una cooperazione più efficace e giusta è lunga, ma si prefigura come un imperativo morale e sociale che non può più attendere.