A Las Palmas de Gran Canaria, il porto di La Luz diventa il palcoscenico di una mobilitazione civile contro il progetto di un impianto di gas. La piattaforma oppositrice, costituita da diversi gruppi sociali e ambientalisti, ha indetto una manifestazione in forma di catena umana per sensibilizzare l’opinione pubblica su quello che considerano un rischio per la salute e l’ambiente. L’incontro avrà luogo sabato 23 novembre alle 11:30 presso la passarella Onda Atlántica, creando un momento di unità per la comunità locale.
La mobilitazione dei cittadini per il porto di Las Palmas
Il contesto della mobilitazione nasce dalla crescente preoccupazione della popolazione riguardo alla realizzazione di una pianta di stoccaggio e rigassificazione del gas liquefatto, proposta da Totisa. Questa iniziativa ha sollevato una serie di dubbi e resistenze che hanno trovato voce nella piattaforma di opposizione, composta da otto organizzazioni varie. Per il momento, il comune di Las Palmas e il Cabildo di Gran Canaria si sono uniti alla causa, esprimendo in modo chiaro il loro dissenso verso la realizzazione dell’impianto.
Durante una conferenza stampa svoltasi mercoledì, i rappresentanti della piattaforma hanno chiarito le ragioni di questa mobilitazione e la loro intenzione di creare una catena umana per manifestare il loro dissentimento. Antonio Hernández, avvocato ambientalista, ha sottolineato che nonostante i rapporti tecnici evidenzino la non sostenibilità del progetto, c’è una preoccupazione persistente che questi risultati possano non essere presi in considerazione nelle decisioni future. Secondo Hernández, è auspicabile un esito negativo per il progetto, data la robustezza delle evidenze contrarie, ma la comunità rimane scettica riguardo agli sviluppi futuri.
Rischi per la salute pubblica secondo gli esperti
La questione dell’impianto di gas si complica ulteriormente alla luce di opinioni di esperti nel campo della salute pubblica. Tra i rappresentanti della piattaforma, è intervenuta anche María Luisa Pita Toledo, ex responsabile del servizio di Sanità Ambientale del Servizio Canario di Salute, la quale ha avvertito che l’installazione della pianta di gas avrà ripercussioni negative sulla salute dei residenti. Pita ha enfatizzato come le emissioni generate dalla struttura possano avere effetti diretti sulla salute della popolazione, specialmente sulle fasce più vulnerabili, come bambini e anziani.
Secondo l’esperta, la posizione strategica dell’impianto, ubicato a pochi chilometri da La Isleta, rende il rischio di esposizione alle tossine particolarmente elevato per i cittadini, oltre ad avere un impatto diretto sui lavoratori del porto. Le sue affermazioni pongono l’accento su una potenziale crisi sanitaria che investirebbe l’intera comunità, sottolineando la responsabilità delle autorità locali nell’assicurare un ambiente sano e sicuro.
L’incontro con le autorità e la crescente preoccupazione
Nonostante le preoccupazioni espresse, i componenti della piattaforma non si fermano alla catena umana. Sono programmati incontri con i rappresentanti delle autorità portuali, tra cui Beatriz Calzada, per discutere possibili soluzioni e approfondire le loro argomentazioni. Hernández ha invitato le autorità a esprimersi in modo più chiaro e imparziale sul progetto, sostenendo che la loro posizione dovrebbe essere quella di mediazione piuttosto che di sostegno a una proposta controversa.
In aggiunta a queste dinamiche, Félix Alonso del Forum per La Isleta ha messo in luce come la storica relazione tra il porto e la città si sia deteriorata negli anni per progetti passati, come l’impianto di biomassa e la costruzione di un cantiere per megayacht. Secondo Alonso, la comunità ha assistito a un progressivo allontanamento delle decisioni portuali da quelle che dovrebbero essere le esigenze dei cittadini.
La catena umana di sabato rappresenta quindi non solo un’azione di protesta, ma anche un’opportunità per riunire la comunità di Las Palmas nella lotta per un futuro più sano e sostenibile per la città e il suo ambiente. La mobilitazione continuerà a suscitare l’interesse e l’attenzione sui rischi associati agli impianti industriali in prossimità delle aree residenziali, sottolineando l’importanza della partecipazione civica nella protezione della salute pubblica e dell’ambiente.