L’annessione del municipio di San Lorenzo a Las Palmas avvenne nel 1939, in un clima di tensione e violenza che segnò profondamente la storia della capitale delle Canarie. Questo articolo esplora gli eventi che portarono a questo cambiamento e la loro eredita culturale, con un focus sulle testimonianze di storici e cittadini coinvolti.
La nascita di una nuova città: l’annessione di San Lorenzo
Il 23 novembre 1939, il quotidiano ‘Falange‘ celebrava con toni trionfanti l’annessione del municipio di San Lorenzo a Las Palmas de Gran Canaria. Questo evento, anche se ufficialmente datato al 1 gennaio 1940, era il culmine di un processo di pressione politica che aveva radici lontane. La pubblicazione del giornale, che poi divenne ‘El Eco de Canarias‘, riferiva che il Consiglio dei Ministri aveva approvato la documentazione necessaria, ma la firma dell’ultimo sindaco del comune, Juan Ramírez Ramírez, avvenne sotto pesanti minacce, simbolizzate da una pistola sulla scrivania.
La cessione dei domini di San Lorenzo portò a una trasformazione radicale della fisionomia di Las Palmas, ampliandone il territorio di ben 50 chilometri. Molti cittadini di oggi potrebbero non essere a conoscenza del fatto che i confini del comune di San Lorenzo un tempo si estendevano fino al porto. Juan Francisco Santana, storico e scrittore, spiega che l’annessione fu accompagnata da un patto di silenzio, imposto da una popolazione intimidita e spaventata.
I confini di San Lorenzo raggiungevano il fiume Guiniguada, con il Castello di San Francisco a segnare il limite della città. Dall’altra parte, al momento dell’annessione, i confini si estendevano fino a La Peña di La Vieja, nei pressi della famosa spiaggia di Las Canteras. Questo cambio di assetto territoriale non fu solo una questione burocratica, ma un passaggio fondamentale nel percorso verso la configurazione di una “grande città” nel contesto storico e sociale dell’epoca.
L’impatto storico dell’annessione e le conseguenze silenziose
Le autorità dell’epoca, con il loro linguaggio propagandistico, tendevano a minimizzare l’impatto della nuova annessione sulla popolazione. Falange lamentava che la notizia non suscitasse l’attenzione che meritava, descrivendo l’evento come una decisione di grande importanza sia per il comune scomparso sia per quello che si stava espandendo. Questa narrazione si inserisce in un contesto di violenza storica e repressione che segnò il periodo franchista.
Un episodio cruciale che contribuì alla creazione di questo silenzio fu l’assassinio dei ‘Cinque di San Lorenzo‘. Il 29 marzo 1937, durante la Guerra Civile Spagnola, furono fucilati figure chiave della gerarchia repubblicana locale, tra cui il sindaco comunista Juan Santana Vega. Questo omicidio politico servì a instaurare un clima di terrore che rese difficile l’opposizione alla forzata annessione del municipio a Las Palmas. Secondo Santana, questo atto di violenza segnò una cesura nella storia di San Lorenzo, relegandolo a una condizione di subalternità e silenzio.
La relazione tra San Lorenzo e Las Palmas è sempre stata intricata, segnata da tensioni di classe e differenze sociali. I cittadini di San Lorenzo, prevalentemente agricoltori e residenti in una comunità rurale, hanno spesso subito l’egemonia della capitale, che era percepita come elitista e borghese. Uno degli esempi storici di questo sfruttamento è la cessione di territori intorno al porto, originariamente appartenenti a San Lorenzo, a favore dell’espansione di Las Palmas.
La memoria del passato e la sua rilevanza attuale
Oggi, la memoria del vecchio comune di San Lorenzo è custodita da associazioni locali come Tasate, di cui è responsabile Yeray Castellano. La sua missione è quella di preservare la cultura e il patrimonio storico della zona, evidenziando l’importanza di mantenere viva la memoria collettiva. Castellano suggerisce che dovrebbero essere posti dei monumenti o segnali nella zona di Las Canteras per far conoscere i confini storici di San Lorenzo. Questa iniziativa servirebbe anche a rafforzare il legame con comuni adiacenti come Teror e Santa Brígida.
Il distretto che comprende Tamaraceite, San Lorenzo e Tenoya conta circa 45.000 abitanti, una popolazione che, pur essendo parte integrante della capitale, vive in una situazione di sottosviluppo rispetto ad altre aree con meno abitanti ma con più risorse. Castellano sottolinea la necessità di affrontare questa disuguaglianza, affermando che i diritti e i servizi offerti ai cittadini dovrebbero essere paragonabili a quelli di comuni limitrofi.
Sebbene Castellano dichiari di non avere intenzione di promuovere una suddivisione del comune, riconosce che l’estensione attuale merita di essere valorizzata. Sottolinea l’importanza di dare riconoscimento ai diversi villaggi per la loro identità e il loro legame con il territorio, che sta affrontando pressioni legate alla speculazione immobiliare e al cambiamento demografico.
La questione di San Lorenzo continua a essere rilevante, non solo per il suo passato segnato dalla violenza e dall’ingiustizia, ma anche per il suo futuro, in cui l’eredità di tali eventi deve essere tenuta viva, contrastando il rischio di oblio e di silenzio.