Il II Seminario sulle Migrazioni, intitolato “Migratlantes: Volti e Percorsi”, si è tenuto a Gran Canaria, organizzato dalla Presidenza del Governo delle Canarie in collaborazione con Casa África. Durante la seconda giornata del seminario, è stato presentato uno studio scientifico che propone un modello equo per la distribuzione di minori migranti senza riferimenti familiari, condotto dalla direttrice delle politiche migratorie di Instrategies, Gemma Pinyol-Jiménez.
Un nuovo modello per l’accoglienza dei minori migranti
Gemma Pinyol-Jiménez ha illustrato un importante lavoro di ricerca basato sui modelli di accoglienza sviluppati dall’Unione Europea nel 2015, in risposta alla crisi migratoria che ha colpito Italia e Grecia. I modelli suggeriti sono influenzati anche dalle esperienze di paesi come la Germania e dalla situazione del Paese Basco. Durante il seminario, è stato discusso come questi approcci possano essere adattati al contesto delle Canarie. Pinyol-Jiménez ha affermato che nelle isole “non esiste una crisi, bensì una realtà permanente” e ha sottolineato la necessità di trovare risposte strutturali, piuttosto che temporanee.
Il cuore del suo studio è la ricerca di una soluzione per la distribuzione dei minori migranti, utilizzando indicatori economici e sociali, come il PIL pro capite e il numero di persone disponibili ad accogliere. Questo tipo di analisi mira a garantire un approccio più equo, evitando che alcune comunità siano sopraffatte mentre altre non contribuiscono adeguatamente all’accoglienza.
Formazione e inserimento nel mondo del lavoro per migranti
Nel corso della seconda giornata del seminario, sono stati affrontati anche temi cruciali come la formazione e l’occupazione, elementi fondamentali per l’inserimento dei migranti nelle comunità. Si è discusso dell’importanza della ricerca accademica e del ruolo delle università nell’analizzare le diverse dimensioni delle migrazioni. Gli interventi hanno messo in evidenza l’importanza di una formazione adeguata per garantire un’integrazione efficace.
In aggiunta, sono stati presentati progetti innovativi legati al fenomeno migratorio. Tra i progetti discussi c’è il programma “Tierra Firme”, gestito dalla Direzione Generale di Casa África, insieme a iniziative come Interreg MAC SEIM Lab e Interreg MAC Compass. Un altro progetto significativo è il Piano Canario di Immigrazione e Convivenza Culturale, presentato dal viceconsejero di Benessere Sociale, Francis Candil. Questo piano ha coinvolto mille esperti e professionisti ed è sostenuto da ventinove direzioni generali del Governo delle Canarie.
Il ruolo delle istituzioni nella costruzione della convivenza
Il Piano Canario di Immigrazione è descritto come uno strumento utile per le amministrazioni pubbliche, le organizzazioni del terzo settore e le associazioni locali, nonché per i cittadini. L’obiettivo finale di questo programma è di creare un quadro integrale di convivenza. Il direttore del programma “Canarias Convive” ha evidenziato che è stata effettuata un’importante investizione per costruire relazioni di convivenza all’interno della società canaria.
Cannoni di riflessione sulla migrazione da un punto di vista globale
La sessione di chiusura del seminario è stata condotta da Calixto Herrera, che ha evidenziato la realtà delle scuole canarie come spazi di accoglienza e inclusione. Durante la sua presentazione, Pepe Naranjo, corrispondente in Senegal e vincitore del Premio Canarie per la Comunicazione, ha descritto le Canarie come un polo ideale per discutere le questioni migratorie. Ha sottolineato il valore di eventi come il II Seminario, che ha esplorato temi rilevanti tra cui la disumanizzazione del fenomeno migratorio e la necessità di un’accoglienza dignitosa.
La seconda giornata ha visto anche la partecipazione degli studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore La Isleta di Las Palmas, che hanno presentato un murales realizzato durante il seminario, simbolo dell’integrazione e della convivenza dei minori migranti che raggiungono l’arcipelago. Questo progetto dimostra non solo l’impegno educativo ma anche la volontà di costruire una comunità più inclusiva e accogliente.