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La storia della processione della Madonna dei Dolori: un evento che unisce comunità e valori

La processione della Madonna dei Dolori del 1965 ha segnato la comunità di Arrecife, riflettendo cambiamenti socioculturali e invitando alla riflessione su valori attuali come solidarietà e ambiente.

L’evento storico della processione della Madonna dei Dolori, avvenuto quasi sei decenni fa, rappresenta una tradizione che ha segnato profondamente la comunità locale. Questo momento non solo ha avuto una rilevanza religiosa, ma ha anche messo in luce i cambiamenti socioculturali di un’intera comunità nel corso degli anni. In questo articolo esploreremo i dettagli di quel giorno speciale del 19 gennaio 1965 e come questo evento si riproponga oggi, in un contesto sociale completamente rinnovato.

La storia della processione della Madonna dei Dolori: un evento che unisce comunità e valori

L’evento del 1965: la Madonna dei Dolori in processione

Il 19 gennaio 1965 si svolse l’ultima processione della Madonna dei Dolori fino ad Arrecife, un evento che attirò una folta affluenza di fedeli. La processione è iniziata lungo la ripida discesa di Mina, con centinaia di persone che camminavano in fila dietro l’immagine della Madonna. Un gran numero di automobili seguiva il corteo, segno della partecipazione di una comunità attivamente coinvolta nella celebrazione religiosa. Già da Arrecife, che all’epoca contava molte meno abitazioni rispetto a oggi, il corteo era ben visibile.

Con il passare del tempo, sempre più persone si unirono alla processione, in particolare nei quartieri di Argana e la Vega. L’atmosfera si fece sempre più festosa e, una volta giunti in Calle Real, il numero dei partecipanti era davvero impressionante, trasformando l’evento in una celebrazione di forte coinvolgimento comunitario. Questa manifestazione di pietà popolare si è espressa in modo tangibile, rappresentando un momento di grande intensità e partecipazione collettiva.

Un momento di devozione e comunità

All’arrivo della Madonna al mare, nei pressi del vecchio collegio della Marina, dove ora sorge il municipio, si allestì un palco per l’occasione. Quella che un tempo era una semplice area di festa per San Ginés si trasformò in un luogo di raccoglimento e preghiera. Le famiglie, prevalentemente numerose, salirono sul palco per recitare un mistero del rosario, guidati dal sacerdote irlandese, il padre Peaton, il quale introduceva e accompagnava ogni momento del rito.

Durante il momento dell’abbassamento della Madonna, si verificò un piccolo imprevisto: la corona dell’immagine si impigliò in dei cavi tesi tra due pali di legno. Allora, un uomo, conosciuto come Juan, si fece avanti tra la folla e si prese la responsabilità di risolvere la situazione. Con abilità, districò la corona e fece scendere l’immagine, provocando un sospiro di sollievo collettivo. Questo episodio dimostrò non solo l’affetto e la devozione della comunità verso la Madonna, ma anche la capacità di unirsi per affrontare le difficoltà.

Un cambiamento sociale e culturale

Oggi, oltre cinquant’anni dopo quella storica processione, il mondo è cambiato profondamente. L’era del nazionalcatolicismo è ormai un ricordo, mentre i valori civili hanno preso sempre più piede nella vita quotidiana. La fede religiosa, pur mantenendo una certa importanza, non ha più il peso di un tempo nella società contemporanea. Le persone sono cambiate, così come le loro priorità e valori, e la devozione si esprime in modi differenti.

La nuova edizione della processione offre quindi un’opportunità di riflessione collettiva. È un momento per rivalutare i valori fondamentali della comunità, tenendo presente che non tutto può essere ridotto al materiale. I temi attuali come l’immigrazione e la preservazione dell’ambiente devono guadagnare in importanza e attenzione. La solidarietà e la collaborazione sono essenziali per costruire una società più giusta e inclusiva. Come suggerisce un proverbio popolare, la tradizione non deve limitarsi a ripetere gesti del passato, ma deve trovare un significato autentico anche nel presente.

Questa celebrazione, quindi, non è solo un omaggio alla tradizione, ma un invito a pensare e agire in modo consapevole per un futuro migliore per tutti.