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Nuove prospettive sulla cura dell’epilessia: il rapporto della Società Spagnola di Neurologia

Il rapporto dell’Associazione Spagnola di Neurologia evidenzia il legame tra epilessia e salute mentale, sottolineando l’importanza di un approccio bio-psico-sociale per migliorare la qualità della vita dei pazienti.

Il recente rapporto dell’Associazione Spagnola di Neurologia , presentato durante la LXXVI Riunione Annuale, fornisce importanti informazioni sul legame tra le malattie neurologiche e la salute cerebrale, in particolare focalizzandosi sull’epilessia. Realizzato in collaborazione con Angelini Pharma, il documento mette in evidenza le complicazioni psicologiche frequentemente associate a questa malattia, come l’ansia e la depressione, e il loro impatto sulla qualità della vita dei pazienti.

Nuove prospettive sulla cura dell'epilessia: il rapporto della Società Spagnola di Neurologia

La diffusione dell’epilessia: un fenomeno globale

Oggi, oltre 50 milioni di persone nel mondo sono affette da epilessia, con circa 400.000 di queste che vivono in Spagna. Questo disturbo neurologico è classificato tra le malattie più comuni, ma nonostante la sua prevalenza, l’epilessia rimane uno dei pathos meno compresi e più stigmatizzati. La sua complessità non deriva solo dalla natura imprevedibile delle crisi, ma anche dalla difficoltà di implementare terapie efficaci. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità , i pazienti epilettici presentano un rischio di mortalità prematura triplo rispetto alla popolazione generale. Le ragioni di questo dato allarmante includono le sfide nel controllare le crisi, gli effetti collaterali dei farmaci e una maggiore vulnerabilità ad infortuni e complicazioni secondarie.

L’epilessia si manifesta in modi diversi e può influire pesantemente sulla vita quotidiana. Attraverso una maggiore sensibilizzazione e una migliore comprensione del disturbo, si può lavorare per ridurre lo stigma che lo circonda, migliorando così l’accesso ai trattamenti e ai servizi di supporto.

Approccio bio-psico-sociale alla gestione dell’epilessia

Il rapporto presentato dalla SEN propone un approccio bio-psico-sociale per la cura dell’epilessia, approvato dall’OMS. Questo modello sottolinea l’importanza di considerare la malattia in una prospettiva olistica, in cui si integrano terapie mediche e interventi psicosociali. È essenziale che i pazienti adottino abitudini salutari, come una dieta equilibrata e l’esercizio fisico, così come pratiche di gestione dello stress, un adeguato riposo e l’evitare alcol e tabacco. Questi comportamenti possono contribuire significativamente a ridurre la frequenza delle crisi e a migliorare il benessere generale.

L’obiettivo è di fornire una assistenza più completa, mirando a una qualità della vita superiore per i pazienti. Crescente è la consapevolezza della necessità di un approccio che vada oltre il semplice controllo delle crisi, mirando a migliorare anche gli aspetti relazionali e sociali della vita dei pazienti.

Simposio Angelini Pharma: nuovi orizzonti nel trattamento dell’epilessia

Durante il simposio intitolato “Dare una nuova svolta all’epilessia: nuovi punti di vista e miti da sfatare”, esperti e neurologi hanno discusso le diverse esperienze dei pazienti nel confrontarsi con la malattia. Moderato dal Dr. Antonio Gil-Nagel, direttore dell’Unità di Epilessia dell’Ospedale Ruber Internazionale, l’incontro ha sottolineato l’impatto delle crisi sulle relazioni personali, sociali e lavorative degli individui colpiti.

Gli specialisti hanno evidenziato l’importanza di un approccio globale e personalizzato nella gestione dell’epilessia, ritenendo fondamentale l’intervento di un team multidisciplinare in situazioni complesse. La gestione deve tener conto non solo delle crisi stesse, ma anche delle interferenze nella vita quotidiana, come sonno, mobilità e interazioni sociali.

La necessità di integrare il supporto clinico con quello emotivo e sociale è stata unanimemente riconosciuta dai professionisti. Tale integrazione potrebbe trasformare il modo in cui i pazienti affrontano la malattia, garantendo un miglioramento significativo nella loro qualità di vita a lungo termine.