La situazione dei contratti nella Sanità delle Canarie durante la pandemia da Covid-19 continua a suscitare preoccupazione e discussioni. Recentemente, la Audiencia de Cuentas ha approvato un rapporto che segnala gravi irregolarità e responsabilità contabili da parte della Direzione della Salute nelle contrattazioni effettuate per l’acquisto di materiali sanitari. Queste scoperte sono emerse dopo un’attenta revisione dei processi di acquisto deliberati nel corso dell’emergenza sanitaria.
Approfondimenti sulla fiscalizzazione degli acquisti
La Audiencia de Cuentas ha recentemente approvato un rapporto di fiscalizzazione riguardante l’impatto del Covid-19 sul bilancio e sulla contrattazione nella Comunità Autonoma delle Canarie. Questo documento rivela importanti irregolarità, evidenziando segnali di responsabilità contabile nella gestione dei contratti da parte della Sanità. Tra i contratti esaminati spicca quello di quattro milioni di euro stipulato con la società RR7 United SL, per un carico di mascherine FFP3 che non raggiunse mai i professionisti sanitari delle isole. La questione è aggravata dalla scoperta che il Servizio Canario di Salute ha autorizzato spese per 41,76 milioni di euro per materiali Covid senza l’approvazione necessaria del Consiglio di Governo, contravvenendo alle disposizioni della legge di bilancio.
Inoltre, l’ex esecutivo precedente, sostenuto dai partiti PSOE e Nueva Canarias, aveva scartato un primo progetto di questo rapporto, ma la situazione è cambiata con il nuovo governo, che ha visto prevalere le votazioni del Partito Popolare . L’approvazione del rapporto consente ora di inviare le scoperte al Parlamento delle Canarie, sottolineando l’importanza di un monitoraggio accurato delle procedure di acquisto in tempi di emergenza.
Contratti senza adeguata verifica delle aziende
Il rapporto ha evidenziato che la Direzione Generale delle Risorse Economiche del SCS ha autorizzato spese che superano il limite fissato di due milioni di euro, senza presentare la necessaria richiesta di autorizzazione al governo. I contratti analizzati, affidati attraverso procedure di emergenza, ammontano a un totale di 41,8 milioni di euro. Tra questi, ci sono i quattro milioni indirizzati a RR7 United SL, che è sotto indagine da parte della Procura Europea nel contesto dell’inchiesta sulle mascherine.
Uno dei punti salienti del documento è che la Sanità non ha mai richiesto la documentazione di verifica necessaria per contrattare con le pubbliche amministrazioni, specialmente da quelle aziende con le quali aveva intrapreso relazioni contrattuali eccedenti un milione di euro. L’assenza di verifiche rigorose ha portato il SCS a stipulare contratti con aziende la cui attività principale non aveva alcuna attinenza con la fornitura di prodotti sanitari, aumentando il rischio di frodi e malversazioni.
Il caso Koldo e le irregolarità nelle forniture
Un’altra parte rilevante del rapporto riguarda il caso della società Soluzioni di Gestione SL, legata a Koldo García, ex consigliere del ministro Ábalos. La Audiencia de Cuentas ha messo in evidenza l’impossibilità di verificare la solvibilità di questa azienda, che ha ricevuto contratti per un valore complessivo di 9,7 milioni di euro per mascherine protettive. È stato evidenziato come, in particolare, uno dei contratti stipulati per un valore di cinque milioni di euro riguardava l’acquisto di due milioni di mascherine KN95.
Nonostante le difficoltà operative affrontate dal personale sanitario durante la pandemia, è stato messo in discussione il fatto che siano stati firmati contratti con aziende il cui profilo aziendale non risponderebbe ai requisiti necessari per la fornitura di materiali sanitari. Le carenze nella gestione dei contratti e la mancanza di diligente verifica delle aziende poste al controllo hanno destato allerta nei confronti di un sistema che appare vulnerabile a pratiche poco trasparenti.
Indagini su Damco e il pagamento delle commissioni
Nel rapporto non mancano riferimenti al caso Damco, dove emergono interrogativi riguardanti i contratti di acquisto conferiti a due compagnie legate all’imprenditore Noel Jammal Fernández. In particolare, la Procura ha affermato che alcuni intermediari hanno ricevuto compensi per attività di raccordo tra i fornitori e il SCS, che, stando alle indagini, non sarebbero mai stati documentati.
I contratti iniziali stipulati nel 2020 riflettono una situazione complessa, in cui il compenso per le intermediari era concepito come una percentuale sul sovrapprezzo. Tali accordi hanno destato preoccupazione e sono stati oggetto di approfondite indagini. Anche se la merce è stata consegnata in modo regolare, l’analisi ha sollevato questioni sulla corrispondenza tra l’attività aziendale dichiarata e le necessità contrattuali.
Attraverso questo lavoro analitico, è chiaro che la necessità di una maggiore trasparenza nella gestione dei fondi pubblici e nella supervisione dei contratti emergenziali è sempre più pressante. La Audiencia de Cuentas richiede quindi un riesame delle pratiche in vigore per garantire che non si ripetano situazioni simili in futuro.