Isole Canarie

Condannato un senegalese per aver guidato un cayuco carico di migranti verso le Canarie

Un uomo senegalese condannato a due anni di carcere per aver guidato un cayuco con 50 migranti verso le Isole Canarie, evidenziando le gravi condizioni dei viaggi migratori e lo sfruttamento.

Un uomo di nazionalità senegalese è stato condannato a due anni di carcere dalla Audiencia Provincial di Santa Cruz de Tenerife per aver guidato un cayuco con a bordo 50 migranti provenienti dal Senegal verso le Isole Canarie nell’agosto del 2023. Questo caso mette in luce le drammatiche condizioni dei viaggi degli immigrati e le conseguenze legali per coloro che facilitano tali viaggi pericolosi.

Condannato un senegalese per aver guidato un cayuco carico di migranti verso le Canarie

La responsabilità dell’imputato

L’imputato ha riconosciuto la propria colpevolezza in un accordo con la Procura, la quale lo accusava di un reato contro i diritti degli stranieri. La decisione di ammettere la colpevolezza è stata presa per agevolare il processo e chiarire la propria posizione, evitando ulteriore prolungamento dell’iter giudiziario. La sentenza sottolinea l’importanza di affrontare situazioni di sfruttamento dei migranti e di responsabilizzare le persone che si rendono colpevoli di tali atti.

L’imbarcazione, un cayuco lungo 20 metri, è stata giudicata inadeguata per il traversamento dell’oceano, mostrando gravi carenze in termini di sicurezza. Infatti, non presentava dotazioni basilari come giubbotti di salvataggio o luci di navigazione, creando una situazione di estrema precarietà per i 50 migranti a bordo. Queste condizioni, unite all’assenza di un’attrezzatura adeguata, hanno reso il viaggio particolarmente rischioso.

Le minacce e la gestione del viaggio

Durante il viaggio, l’imputato ha esercitato un controllo diretto sui migranti, impartendo ordini e gestendo la distribuzione di cibo e acqua. È emerso che ha anche minacciato i passeggeri affinché non testimoniassero contro di lui al loro arrivo in Spagna. Questo comportamento ha ulteriormente evidenziato la dinamica di sfruttamento e intimidazione che spesso caratterizza le traversate migratorie.

Secondo la sentenza, l’uomo ha assunto ruoli di navigazione e supervisione, malgrado le condizioni di pericolo che caratterizzavano il viaggio. La traversata, durata sei giorni, ha comportato significativi rischi per la vita e la salute dei migranti, poiché l’imbarcazione dipendeva da due motori, uno dei quali era ausiliario. Inoltre, si trovava in un percorso caratterizzato da un alto traffico marittimo e privo di adeguate comunicazioni o illuminazione.

Conseguenze legali e condizioni di libertà

La sentenza consente ora all’imputato di evitare il carcere a condizione che non commetta altri reati per un periodo di due anni. Tuttavia, è importante notare che l’uomo era stato arrestato il 12 agosto 2023, un giorno dopo il suo arrivo sulle coste kanariche, per aver facilitato l’ingresso illegale di stranieri in Spagna. Questa condizione di libertà vigilata rappresenta un tentativo della giustizia di riformare il comportamento dell’imputato, pur mantenendo la necessaria attenzione sul fenomeno delle migrazioni irregolari e sulle persone che lucrano su tali situazioni.

Il caso pone domande cruciali su come affrontare la crescente crisi migratoria nel Mediterraneo e sulle misure necessarie per tutelare i diritti dei migranti e punire chi ne abusa. La gestione di questi fenomeni richiede un approccio globale che consideri non solo gli aspetti legali, ma anche le drammatiche condizioni umane e i diritti fondamentali delle persone coinvolte.