Isole Canarie

Controversie a Las Palmas: il dibattito sull’impianto di rigassificazione del gas

A Las Palmas de Gran Canaria cresce l’opposizione alla regasificatrice nel porto, con residenti e partiti politici che esprimono preoccupazioni per la salute pubblica e l’ambiente.

A Las Palmas de Gran Canaria cresce la tensione intorno all’installazione di una regasificatrice nel porto, uno sviluppo che ha sollevato preoccupazioni tra i residenti e ha unito diverse forze politiche nella contestazione. La questione, che si è riaccesa recentemente, mette in evidenza le divisioni nella comunità e la necessità di un’attenzione urgente da parte delle autorità competenti. In questo contesto, la salute pubblica e l’ambiente diventano temi centrali.

Controversie a Las Palmas: il dibattito sull'impianto di rigassificazione del gas

Il contesto della controversia

Nel cuore di Las Palmas de Gran Canaria, il porto rappresenta non solo una via d’accesso cruciale per il commercio, ma anche un terreno di scontro tra le esigenze energetiche e la salute dei cittadini. La proposta di Totisa di costruire un impianto di stoccaggio di gas liquefatto e rigassificazione a solo un chilometro da La Isleta ha suscitato reazioni di forte opposizione tra i residenti. Molti cittadini considerano questa operazione come il “maggiore focolaio di contaminazione” a cui la città potrebbe essere esposta.

Una piattaforma cittadina sta guadagnando terreno nel suo tentativo di opporsi a questa infrastruttura. I membri di questo movimento, che stanno organizzando una serie di azioni per sensibilizzare la comunità, si sono già incontrati con esponenti dei partiti politici di governo come il PSOE, Nuove Canarie e Podemos, che hanno espresso solidarietà alle istanze sollevate dai cittadini.

Il recente incontro con Carolina Darias, sindaca di Las Palmas de Gran Canaria, ha aggiunto un ulteriore livello di complessità al dibattito. La sua affermazione, secondo cui l’incontro è stato “molto positivo e ricettivo“, lascia aperte aree di dialogo per il futuro. Tuttavia, i gruppi di opposizione temono che, nonostante la buona volontà mostrata, le istanze dei cittadini possano rimanere inascoltate.

La storia di un conflitto protratto nel tempo

Il dibattito sull’impianto di Totisa non è nuovo, ma ha acquisito nuova vita solo di recente. Le preoccupazioni delle comunità locali sono alimentate dalla percezione che il progetto non solo minaccia la salute pubblica ma anche l’ambiente circostante. L’installazione proposta prevede, infatti, la costruzione di quattro camini alti 25 metri, che emetterebbero contaminanti dannosi per l’aria, tra cui metano e particolato, creando un rischio valutato dai cittadini come inaccettabile.

La questione è ulteriormente complicata dal fatto che la concessione per il progetto è stata approvata in passato senza contestazioni, durante una riunione del Consiglio di amministrazione del porto avvenuta nel 2019. Le autorità competenti, come l’Autorità Portuale presieduta da Beatriz Calzada, hanno fatto sapere che il processo è ancora in fase di elaborazione e che non è stata ancora rilasciata alcuna autorizzazione.

A questo punto, gli oppositori sostengono che sarebbe opportuno estendere la consultazione a tutti i settori coinvolti e che il dibattito non dovrebbe limitarsi ai partiti politici, ma includere anche la volontà dei cittadini, che chiedono di essere ascoltati. Esistono anche studi tecnici che sostengono la loro posizione, a conferma della necessità di ulteriori valutazioni.

Azioni della piattaforma contro l’impianto di gas

La piattaforma di opposizione ha mobilitato residenti e attivisti attraverso assemblee pubbliche dove esperti del settore hanno illustrato i potenziali pericoli legati all’impianto di rigassificazione. Le consegne di informazioni sui rischi sanitari collegati all’uso del gas naturale fossile cercano di sensibilizzare la popolazione di La Isleta, la più colpita dal progetto.

Le opposizioni alle opere proposte si sono tradotte in un forte messaggio politico. I rappresentanti locali dei partiti di sinistra, compreso Podemos, hanno espresso un chiaro sostegno alla causa dei residenti, affermando che “la salute e la sicurezza della popolazione di Las Palmas di Gran Canaria devono avere la priorità su qualsiasi interesse economico legato alle energie fossili“. Anche Nuove Canarie ha espresso il proprio supporto, sottolineando l’importanza di affrontare il problema della salute pubblica e della qualità dell’aria nella città.

L’importanza della trasparenza e dialogo

Dall’altro lato della questione, le autorità portuali riconoscono l’importanza di generare energia ma chiariscono che qualsiasi decisione legata al progetto di Totisa dovrà passare attraverso un’attenta valutazione degli impatti ambientali e sanitari. La pianificazione energetica fino al 2030 prevede la necessità di sviluppare almeno 80 MW di energia, il che rende il dibattito sulla nuova infrastruttura ancora più rilevante.

In una situazione così complessa, i limiti tra porto e città diventano sempre più indefiniti, ed è chiaro che il dialogo tra le parti coinvolte è essenziale. È fondamentale costruire un quadro di riferimento che permetta di bilanciare le necessità energetiche con il rispetto dell’ambiente e della salute dei cittadini, un compito non facile ma indispensabile per il futuro di Las Palmas de Gran Canaria.