La recente proposta di legge presentata dal Governo delle Canarie ha sollevato serie preoccupazioni tra gli economisti dell’arcipelago. In particolare, il Collegio degli Economisti di Las Palmas ha avvertito che le misure discusse potrebbero non solo aggravare la povertà nella società canaria, ma anche avere ripercussioni significative sul settore turistico. Attraverso un report dettagliato sull’economia delle abitazioni turistiche, emerge un quadro allarmante riguardo alla situazione degli affittuari e dei proprietari delle case vacanze.
La realtà del mercato delle abitazioni turistiche
Un punto cruciale analizzato nel report è la composizione del mercato delle abitazioni turistiche nelle Isole Canarie. Secondo i dati, il 89% di coloro che gestiscono queste proprietà sono piccoli o medi proprietari, in gran parte possessori di una, due o al massimo quattro unità abitative. Questo dato sfida l’interpretazione del Governo delle Canarie, che considera “piccolo proprietario” solo colui che possiede una singola casa vacanza. È essenziale quindi che la nuova legislazione prenda in considerazione gli interessi di questi piccoli e medi proprietari, i cui profitti derivano in larga misura dall’affitto turistico, un’attività che spesso consente loro di arrivare a fine mese.
Rosa Rodríguez, coordinatrice del report, ha evidenziato l’importanza di queste entrate nel contesto economico attuale delle Canarie. Con l’economia dell’arcipelago in declino, privare questi proprietari di una parte del loro reddito rischia di compromettere ulteriormente la stabilità economica della regione. Rodríguez si è quindi interrogata sulle motivazioni che hanno spinto il Governo a redigere una legge che ha definito “praticamente una moratoria turistica”, sottolineando come la giustificazione per tale decisione non appaia solidamente fondata.
L’impatto delle abitazioni turistiche sull’economia locale
Nel report si fa riferimento anche ai dati raccolti dall’Istituto Canario di Statistica , che hanno rivelato come le abitazioni turistiche rappresentino un segmento di mercato significativo e crescente nel panorama dell’offerta turistica canaria. Queste abitazioni contribuiscono al 34% della capacità ricettiva totale dell’arcipelago, superando quelle delle strutture extralberghiere tradizionali, ferme al 19,45%, e avvicinandosi ai letti offerti dagli hotel, che sono circa il 46,5%. Gli effetti di questa crescita sono particolarmente evidenti nei comuni non turistici, dove il 66% dell’offerta abitativa è rappresentato da affitti turistici.
Inoltre, è interessante notare che i ricavi generati dai turisti che soggiornano in tali abitazioni hanno visto un incremento costante dal 2019, raggiungendo attualmente circa il 3% del PIL totale delle Canarie, il che equivale a una quota di circa il 7,68% del PIL turistico dell’arcipelago. Questo valore non è trascurabile, considerando che la sua incidenza è superiore a quella del settore primario e leggermente superiore a quella del settore manifatturiero.
Spese degli utenti e differenze di comportamento
Il Collegio degli Economisti di Las Palmas ha inoltre messo in evidenza le differenze significative nelle abitudini di spesa tra gli utenti che scelgono abitazioni turistiche e quelli che optano per gli hotel. Escludendo le spese per l’alloggio e i trasporti, i turisti che soggiornano in case vacanza tendono a spendere di più al di fuori delle loro sistemazioni. Infatti, più della metà delle loro spese è destinata a servizi locali come trasporti, ristorazione, supermercati, divertimenti e acquisto di beni tipici.
Al contrario, il totale delle spese delle persone che alloggiano in hotel in queste altre categorie è di poco inferiore al 21%. Questa tendenza evidenzia come le abitazioni turistiche non solo contribuiscano in modo sostanziale all’economia locale, ma stimolino anche l’intera economia di una regione che vive principalmente di turismo.
Critiche alla legge proposta e necessità di un dialogo
In base ai dati presentati nei rapporti, Rodríguez ha concluso affermando che non esistono giustificazioni valide per l’introduzione della nuova legge. Un dato degno di nota è che circa l’80% delle abitazioni turistiche nei comuni turistici sono in realtà appartamenti e ville riconvertiti, il che pone interrogativi sulle scelte normative del Governo e dei cabildos insulari riguardo alla registrazione di queste proprietà.
Rosa Rodríguez ha infine sottolineato l’urgenza di far rispettare la normativa vigente, identificando in questa azione una soluzione più appropriata rispetto all’introduzione di una nuova legge. Secondo lei, è necessario avviare un dialogo che coinvolga tutti gli attori del settore, evitando di penalizzare i proprietari di abitazioni turistiche che, colpiti da nuove restrizioni, non avrebbero altra scelta che abbandonare il mercato, con conseguenze dirette sull’intera economia locale.