La recente DANA che ha colpito la Comunità Valenciana ha riacceso i ricordi di eventi drammatici nei tinerfeños, in particolare nei chicharreros, i quali hanno rivissuto l’angoscia della storica “gota fría“. Questo fenomeno, che ha tragicamente causato otto vittime a Valencia, ha sollevato interrogativi sulla preparazione e la risposta della città alle alluvioni, portando a riconsiderare l’importanza della manutenzione delle infrastrutture idriche e dei corsi d’acqua.
La memoria del passato e la situazione attuale
L’arrivo della DANA in Spagna ha provocato una riflessione sui catastrofici eventi passati, in particolare la “gota fría” che nel 2002 ha colpito Tenerife, causando numerosi danni e perdite umane. Quell’evento ha avuto un impatto significativo sulla popolazione locale, con otto decessi che hanno segnato la memoria collettiva della città. Questa situazione ha reso possibile un confronto tra i danni subiti in quel periodo e quelli stimati per le attuali alluvioni nella penisola. A seguito dell’evento del 2014, in cui si registrò un altro episodio di alluvione con un morto, l’amministrazione comunale si è attivata per migliorare la preparazione della città.
Il sindaco di Santa Cruz de Tenerife, José Manuel Bermúdez, ha sottolineato come, a causa dell’alluvione del 2014, siano stati investiti circa 20 milioni di euro in opere di infrastruttura per la gestione delle acque piovane. In particolare, interventi significativi sono stati realizzati lungo l’avenida Venezuela e nei dintorni dell’ospedale Febles Campos. La ristrutturazione ha incluso l’ampliamento del diametro dei corsi d’acqua, tra cui quello del barranco del Cercado a San Andrés, insieme a interventi per la canalizzazione dei torrenti, garantendo una maggiore sicurezza per la popolazione.
Investimenti in infrastrutture per la gestione delle acque piovane
Nel periodo successivo all’alluvione del 2014, l’amministrazione ha avviato una serie di progetti per migliorare il sistema di raccolta delle acque piovane. Gli interventi hanno previsto la sistemazione di varie aree, tra cui La Gallega e Acorán, per un investimento complessivo che si avvicina ai 20 milioni di euro. Anche se molti dei lavori sono stati completati, alcune opere rimangono da realizzare. Bermúdez ha segnalato che il progetto di rifacimento del Regente, nella parte alta di San Andrés, è tra le priorità da finalizzare entro la fine dell’anno.
Il sindaco ha inoltre fatto notare che la presenza di vegetazione nei corsi d’acqua non rappresenta di per sé un problema; ciò che conta è la pulizia delle estreme foci dei torrenti, per evitare che detriti o ostruzioni possano provocare esondazioni. La gestione degli affluenti e delle acque piovane, secondo Bermúdez, è un aspetto fondamentale su cui l’amministrazione sta concentrando i propri sforzi.
Nuove misure di prevenzione e preparazione per la popolazione
Oltre agli interventi già eseguiti, il comune sta implementando nuovi sistemi di raccolta delle acque piovane in diverse aree, come Valleseco e Barrio Nuevo. Questi progetti sono già finanziati e sono quasi completi, mirano a garantire una raccolta efficiente delle acque, separando i flussi dalle reti fognarie. Nel caso delle nuove urbanizzazioni, l’amministrazione è ora in grado di imporre requisiti di raccolta delle acque piovane più rigorosi di quanto non fosse possibile in passato.
Bermúdez ha annunciato che sono previste opere simili anche nel torrente di San Andrés, come parte dei piani di cooperazione con il cabildo. Questi interventi rappresentano un passo significativo verso una gestione più responsabile e sostenibile delle acque piovane, fondamentale in un’isola con un clima così variabile e con eventi estremi sempre più frequenti.
La preparazione della città per un futuro incerto
In merito a future possibili DANA, il sindaco ha espresso cautela. Sebbene Santa Cruz de Tenerife sia ora meglio preparata rispetto a eventi passati, non esiste una garanzia assoluta di sicurezza. “Essere pronti non significa essere al 100%. È sempre difficile prevedere cosa potrebbe succedere,” ha affermato, menzionando il ponte del Cabo e le storiche inondazioni che si ripetono ogni cinquecento anni.
Bermúdez ha chiarito che, per migliorare la portata del torrente di Santos e garantire la sua efficacia in caso di piene estremamente forti, sarebbe necessario ristrutturare l’area circostante, specialmente la strada che porta il nome di Ni fu, Ni fá. Gli interventi realizzati al ponte sono stati limitati da questa condizione, il che rende difficile supportare eventi meteorologici eccezionali, e ha concluso la sua analisi affermando che un’altra ondata di piena potrebbe rappresentare un serio rischio per l’infrastruttura, così come per la popolazione.