Isole Canarie

Dispute sulla legge sul cambiamento climatico alle Canarie: nuove tensioni tra il governo centrale e quello locale

Il governo delle Canarie affronta controversie sulla legge per il cambiamento climatico, in particolare sulle zone di accelerazione per le energie rinnovabili e la modifica della legislazione sull’uso del suolo.

Il dibattito sulla legge per il cambiamento climatico promosso dal governo delle Canarie si sta intensificando. A distanza di poco tempo dalla prima revisione, il governo centrale ha nuovamente sollevato incongruenze riguardo a diversi articoli del provvedimento, suscitando preoccupazioni tra gli attori locali. La controversia odierna si concentra principalmente sulle zone di accelerazione per le energie rinnovabili e sulla modifica della legislazione riguardante l’uso del suolo. Questi aspetti sono di fondamentale importanza per il futuro delle energie rinnovabili nell’arcipelago.

Dispute sulla legge sul cambiamento climatico alle Canarie: nuove tensioni tra il governo centrale e quello locale

Zone di accelerazione delle energie rinnovabili

Uno dei principali punti di novità introdotti dal Partito Popolare nella modifica della legge sul cambiamento climatico è l’istituzione di zone di accelerazione per le energie rinnovabili. Queste zone sono state delineate nella disposizione aggiuntiva terza e nella disposizione transitoria quarta, due dei tre elementi che hanno sollevato contestazioni da parte del governo centrale.

Le zone di accelerazione hanno come obiettivo quello di rendere più snelli i processi di installazione dei progetti di energie rinnovabili in determinati territori, previa intesa con i cabildi insulari, che detengono le competenze. Un aspetto rilevante è che questi progetti non saranno obbligati a seguire il procedimento di valutazione ambientale, sollevando interrogativi sulla sostenibilità e sull’impatto ambientale delle nuove installazioni.

In particolare, la disposizione aggiuntiva terza stabilisce che determinati progetti di installazione di energie rinnovabili saranno sottoposti a un “procedimento di determinazione di non affezioni ambientali”, come previsto dalla disposizione transitoria quarta. Questo evidenzia la volontà di snellire le procedure burocratiche, ma solleva anche interrogativi sulla protezione dell’ambiente.

Requisiti per l’installazione delle energie rinnovabili

La disposizione transitoria quarta enuncia una serie di requisiti che devono essere rispettati dai promotori dei progetti per accedere al procedimento di dichiarazione di non affezione ambientale, un aspetto che sarà determinato dall’organo ambientale. I promotori sono tenuti a presentare una richiesta di determinazione dell’affezione ambientale, un anteprogetto relativo all’installazione, un documento ambientale e un riassunto esecutivo che affronti in modo sintetico le possibili affezioni sull’ambiente.

È fondamentale che l’organo ambientale prenda una decisione entro due mesi per stabilire se il progetto potrebbe avere conseguenze sull’ambiente all’interno di queste zone di accelerazione. Se l’esito è negativo, il progetto potrà essere approvato; in caso contrario, sarà necessaria una valutazione più approfondita. Inoltre, la disposizione aggiuntiva terza prevede che queste zone devono essere istituite entro un anno dall’entrata in vigore del decreto.

Tuttavia, non tutte le iniziative beneficeranno di questa esclusione: resteranno esclusi i progetti situati in aree facenti parte della Rete Natura 2000, quelli ubicati in spazi naturali protetti, le installazioni nel mezzo marino, e la costruzione di linee aeree per energia elettrica con voltaggi pari o superiori a 220 kilovolt e una lunghezza superiore ai 15 chilometri.

Modifica della legge sul suolo

Oltre alle questioni relative alle energie rinnovabili, il governo centrale ha anche manifestato le proprie riserve riguardo alla disposizione finale seconda del decreto che modifica la legge sul suolo. Questa modifica permette l’installazione di progetti di energia rinnovabile su determinati terreni agricoli, che includono protezioni naturali, paesaggistiche e culturali, nonché sulle coperture di alcune infrastrutture.

Le divergenze emerse sono state discusse nella Commissione Bilaterale di Cooperazione tra l’Amministrazione Generale dello Stato e la Comunità Autonoma delle Canarie. Durante questi incontri si è concordato di costituire un gruppo di lavoro tra entrambe le Amministrazioni per trovare un’intesa sulla modifica proposta. Tuttavia, dagli uffici della Transizione Ecologica non sono state fornite valutazioni dettagliate a riguardo; si è semplicemente comunicato che la negoziazione con il governo centrale è stata accettata.

Questa situazione evidenzia la complessità del tema dell’energia rinnovabile alle Canarie, dove si intrecciano esigenze ecologiche e sviluppo economico.