La recente costruzione del parco fotovoltaico Fotobat 5+5, gestito dall’Istituto Tecnologico delle Energie Rinnovabili di Tenerife , ha scatenato preoccupazioni significative per la distruzione di importanti reperti archeologici. Questi scavi, avvenuti nella zona di Lomo de Arico, hanno portato alla perdita di resti storici unici legati alla cultura guanche, i primi abitanti delle Isole Canarie. La notizia ha sollevato un acceso dibattito riguardo alla protezione del patrimonio culturale e all’importanza di seguire procedure adeguate prima di intraprendere lavori di costruzione.
I ritrovamenti archeologici distrutti
Le prime fasi di scavo per il parco fotovoltaico hanno distrutto significativi giacimenti archeologici nella zona di Arico. Secondo l’associazione Imastanen, gli scavi hanno rimosso importanti reperti di materiali litici, obsidiana, basalto e ceramiche. Le macchine operative hanno devastato il terreno, lasciando solo piccole aree in cui si possono ancora vedere, senza la necessità di profondi interventi, i resti di obsidiana e ceramiche che potrebbero provenire da un antico laboratorio aborigeno. Attualmente, la zona appare come un cumulo di detriti, con poche tracce di ciò che era presente prima dell’inizio dei lavori.
Allerta e consapevolezza archeologica
Il gruppo Imastanen ha lanciato un allarme dopo avere appreso che la zona era già stata oggetto di studi archeologici che ne certificano l’importanza. “La mia sorpresa è stata enorme quando ho visto il materiale archeologico, dalla ceramica all’obsidiana, sparpagliato a terra mentre le macchine operavano a pochi passi,” racconta Sixto, portavoce del gruppo. Sono almeno due le campagne di scavo archeologico che hanno attestato un valore significativo della zona, utile per comprendere la vita dei guanche e il loro rapporto con il territorio. Si ritiene persino che i reperti possano evidenziare caratteristiche della razionalità guanche nell’organizzazione sociale e territoriale.
Assenza di permessi e responsabilità
Nonostante l’importanza archeologica del sito, i lavori di costruzione sono iniziati senza alcun preavviso da parte delle autorità competenti in materia di Patrimonio. Begoña Ortiz, amministratrice delegata dell’ITER, ha dichiarato che l’inizio delle operazioni è avvenuto senza che le direzioni di Patrimonio del Governo delle Canarie e del Cabildo di Tenerife avessero presentato report riguardanti la presenza di giacimenti archeologici nella zona. Ortiz ha specificato che tutta la documentazione necessaria era stata fornita, ma non era stata avanzata la richiesta di impiego di un archeologo.
Interruzione dei lavori e futuro incerto
Dopo che la denuncia del gruppo Imastanen ha portato alla luce la situazione, i lavori sono stati interrotti e le macchine rimosse, su ordine di Ortiz. Attualmente è stato incaricato un archeologo per condurre uno studio approfondito sulla presenza di reperti storici nell’area. L’ITER si è dichiarato interessato a preservare il sito, pianificando eventuali misure di protezione e valorizzazione dei resti indicati dagli esperti. Tuttavia, il futuro del parco fotovoltaico Fotobat 5+5 è attualmente in bilico.
Le problematiche nella realizzazione del progetto fotovoltaico
Il progetto del parco fotovoltaico Fotobat 5+5 è una storia di attese, ritardi e difficoltà. Annunciato negli ultimi mesi del mandato di Carlos Alonso al Cabildo di Tenerife, il suo avvio ha subito numerose battute d’arresto dovute a controversie sulla proprietà del terreno e alla mancanza di motivazioni per la sua realizzazione. I pannelli solari, già acquistati, sono diventati obsoleti con il passare del tempo. Recentemente, l’arrivo delle macchine per la costruzione aveva riacceso le speranze di un progetto che sembrava finalmente pronto a prendere forma, complici i nuovi sviluppi politici. Tuttavia, l’attuale situazione ha portato a un’ulteriore paralisi, lasciando in sospeso possibili sviluppi futuri per questo ambizioso progetto energetico.