Il dibattito sui bilanci del governo delle Isole Canarie per il 2025 ha acceso un acceso confronto politico. Il presidente Fernando Clavijo ha presentato il progetto di bilancio definendolo “il più sociale nella storia autonoma”, ma le critiche del portavoce del PSOE, Sebastián Franquis, non si sono fatte attendere, definendo le proposte del governo come “un grande inganno” che contribuisce ad aumentare le disuguaglianze socio-economiche.
Bilanci e diritti sociali: le accuse del PSOE
Secondo il portavoce del PSOE, Sebastian Franquis, i bilanci presentati dal governo non solo riducono i diritti sociali, ma aggravano anche la povertà delle fasce più vulnerabili della popolazione. Franquis ha sottolineato come queste misure avvantaggino i più ricchi a discapito dei più poveri, ponendo l’accento sulla mancanza di azioni concrete a favore degli strati sociali in difficoltà. Durante il suo intervento in Parlamento, ha messo in evidenza che, mentre in Canarias il governo ha un bilancio, quello dello Stato spagnolo è assente da ben due anni.
La situazione di stallo del governo centrale rende difficile per le comunità autonome pianificare i propri bilanci, e ciò è stato denunciato dal presidente Clavijo. Tuttavia, egli ha difeso la proposta, affermando che la sanità, l’istruzione e i servizi sociali riceveranno mai risorse come in questa occasione. Alle accuse di Franquis, Clavijo ha risposto rivendicando la necessità di avere un bilancio per affrontare le sfide economiche attuali.
La responsabilità del governo dello Stato
Clavijo ha descritto la mancanza di bilanci statali come “una responsabilità” che colpisce negativamente l’economia, la società e le attività economiche stesse. L’assenza di un budget da parte del governo centrale ha ripercussioni dirette su come le autonomie possono pianificare e gestire le loro risorse. Durante la seduta parlamentare, il presidente delle Canarie ha sottolineato che questo problema non è di poco conto, sottolineando l’urgenza di una soluzione a livello nazionale.
Franquis ha criticato anche la scelta di eliminare le deduzioni fiscali per far fronte all’aumento dei prezzi, un provvedimento che ha comportato una riduzione di ben 95 milioni di euro a discapito delle famiglie più vulnerabili. Inoltre, ha evidenziato il taglio del 53% delle politiche destinate alla lotta contro il cambiamento climatico e una riduzione di 9 milioni per le misure di supporto alla dipendenza.
Critiche alla visione economica proposta
Le dichiarazioni di Franquis si sono concentrate anche sulla percezione di pessimismo che caratterizzerebbe i bilanci presentati dal governo, evidenziando come essi tendano a ridurre i servizi sociali e a crescere al di sotto delle previsioni fatte da vari esperti economici. Si tratta di un’accusa di grande rilevanza, in quanto il livello di servizi e supporti dedicati alle comunità vulnerabili è un indicatore cruciale della capacità di un governo di affrontare le disuguaglianze.
Clavijo ha difeso il suo governo, sostenendo che nessun ente prevede un aumento dell’economia canaria superiore al 3,3% per il 2025, percentuale che coincide con quella del bilancio presentato. Questa difesa sottolinea una certa prudenza nei confronti dell’incertezza economica attuale, dovuta alla mancanza di orientamenti chiari da parte dello Stato.
Nel complesso, il dibattito sui bilanci canari per il 2025 riflette le sfide più ampie che affrontano governi regionali all’interno di un contesto di stagnazione e incertezza a livello nazionale, ponendo l’accento sul delicato equilibrio tra sviluppo economico e giustizia sociale.