Un’importante conferenza stampa si è tenuta il 19 novembre, durante la quale il Governo delle Canarie ha presentato un piano ambizioso finalizzato a risolvere le sfide demografiche dell’arcipelago. Il piano include un investimento di 763,4 milioni di euro per il 2025, diretti a vari settori, dall’edilizia alla transizione energetica, prestando particolare attenzione alle piccole municipalità. Tuttavia, il gruppo Canarias Palante ha sollevato preoccupazioni riguardo alla mancanza di opportunità di partecipazione pubblica e ha denunciato l’annuncio come un atto di opportunismo politico.
L’impegno finanziario del governo delle Canarie
Durante il suo intervento, Fernando Clavijo, il presidente delle Canarie, ha confermato un investimento significativo di 763,4 milioni di euro per il processo di adattamento alle sfide demografiche. Di questi, 97 milioni di euro saranno incentivati fiscalmente con l’obiettivo di stabilizzare la popolazione nei comuni con meno di 10.000 abitanti. Questo approccio è parte integrante della legislazione di bilancio per il 2025, che include misure studiate per attuare la Strategia stabilita nel corso della II Conferenza di Presidenti.
L’intento dichiarato è quello di promuovere un modello di sviluppo sostenibile, investendo in settori chiave come l’edilizia abitativa, la formazione e la transizione energetica. Durante la conferenza, i rappresentanti delle isole di Gran Canaria e Tenerife hanno enfatizzato il problema dello spopolamento, soprattutto nelle isole minori come La Gomera, El Hierro e La Palma, esprimendo la necessità di affrontare direttamente le questioni relative ai comuni di piccole dimensioni.
Misure per la transizione ecologica e la gestione delle risorse idriche
Il piano presentato dal Governo delle Canarie comprende anche investimenti cruciali per il settore della Transizione Ecologica e dell’Energia, con 13 milioni di euro destinati all’ottimizzazione del consumo energetico nella dissalazione dell’acqua. Altre iniziative includono l’implementazione di sistemi di gestione intelligente per il pompaggio, importanti per rendere il processo più efficiente e sostenibile.
Il progetto è parte di un impegno più ampio verso il miglioramento della rete di distribuzione idrica e l’incremento della riutilizzazione delle acque reflue trattate, sebbene il governo non abbia fornito dettagli specifici sui fondi per ogni isola. È importante notare che, per Fuerteventura, il piano idrologico ha stimato un fabbisogno che supera i 200 milioni di euro per realizzare 222 interventi fino al 2027, affrontando questioni come la qualità delle acque e la fornitura alla popolazione.
Critiche e reazioni dai gruppi comunitari
Nonostante gli intenti dichiarati dal governo, il gruppo Canarias Palante ha espresso forti critiche riguardo alla mancanza di un reale coinvolgimento pubblico nel processo di creazione del piano. Gli attivisti sostengono che, dopo le mobilitazioni del 20 aprile, le loro richieste di incontro con il governo per una negoziazione effettiva siano state ignorate. Secondo loro, hanno raccolto 1200 proposte dalla comunità, un numero significativamente maggiore rispetto alle sole 66 proposte considerate dal governo.
Il gruppo ha sottolineato che le proposte formulate dal governo tendono a favorire un ulteriore sviluppo urbanistico e turistico, in contraddizione con le necessità ambientali e sociali delle isole. Inoltre, denunciano un affare opportunistico da parte delle autorità locali, criticando le misure che sembrano privilegiare gli interessi economici a scapito del benessere della popolazione locale e dell’ambiente.
Le alternative e le similitudini con le Baleari
Un aspetto centrale delle critiche mosse da Canarias Palante è la mancanza di iniziative paragonabili a quelle adottate nelle Isole Baleari, che hanno recentemente implementato politiche più sostenibili, come la tassa turistica per finanziare progetti conservazionisti. Queste politiche includono limitazioni al numero di crociere giornaliere e al noleggio di veicoli, misure che mirano a tutelare l’ambiente e migliorare la qualità della vita dei residenti.
Il contrasto tra le politiche delle Canarie e quelle delle Baleari è evidente, mostrando un chiaro gap nella gestione del turismo e nello sviluppo sostenibile. Mentre i residenti delle Baleari possono contare su leggi che proteggono il loro ambiente, i cittadini canari si sentono trascurati e chiedono un dialogo più aperto e collaborativo con le autorità.
Le diverse reazioni emerse dalla conferenza evidenziano non solo la complessità della questione demografica nelle Canarie, ma anche la necessità di una pianificazione più inclusiva che coinvolga tutti gli attori della società. La strada da percorrere sarà lunga e irta di difficoltà, ma il futuro dell’arcipelago dipenderà dalla capacità di ascoltare e integrare le richieste dei cittadini.