Il Museo Archeologico di Fuerteventura ha dato inizio alla fase di inventario e registrazione finale delle sue collezioni archeologiche, prevalentemente appartenenti alle culture indigene delle Isole Canarie. Queste collezioni si trovano presso il magazzino della struttura e nelle aree espositive dedicate. L’incarico è stato conferito alla società Tibicena Archeologia e Patrimonio, segnalando un passo importante verso una migliore gestione delle ricchezze culturali dell’isola.
Obiettivi e importanza dell’inventario
L’assessore al Patrimonio Storico, Rayco León, ha sottolineato che “il fine ultimo dei lavori è l’elaborazione del registro e dell’inventario del museo”. Questa iniziativa non solo mira a garantire una adeguata custodia e ricerca, ma anche a promuovere la divulgazione del patrimonio culturale tra le generazioni future. L’inventario si conforma alle disposizioni della Legge sul Patrimonio Culturale delle Canarie, che obbliga tutti i musei pubblici ad avere un catalogo completo delle proprie collezioni.
Le collezioni oggetto di queste attività includono una vasta gamma di materiali, come metalli, pietre, ceramiche, resti malacologici e vegetali. Tra questi, figurano anche importanti reperti umani rinvenuti in numerosi siti nelle vicinanze dell’isola, tra cui Barranco di Esquinzo, Cueva di Villaverde e Barranco di Los Canarios. Tale varietà testimonia la ricchezza e la complessità del patrimonio archeologico di Fuerteventura.
Storia delle collezioni del museo
Le collezioni gestite dal Museo Archeologico di Fuerteventura sono state riunite a partire dal 1965, grazie al lavoro di collezionisti come lo storico Roberto Roldán Verdejo e Vicente Ruiz, il primo custode del museo. Un’importante donazione è stata effettuata dall’archeologo inglese J. Mercer, che visitò Fuerteventura fra il 1969 e il 1970, portando significativi reperti che hanno arricchito il patrimonio culturale dell’isola.
Inoltre, molti altri materiali provengono da scavi archeologici approvati dal Governo delle Canarie. Tra i siti di scavo di maggior rilevanza si segnala la fabbrica romana di porpora situata sull’Islote di Lobos, nonché altri luoghi significativi come Cueva di Los Ídolos e Montaña de La Muda. La varietà di reperti ottenuti da queste esplorazioni è fondamentale per comprendere la storia e la cultura delle popolazioni locali.
Fondi paleontologici e donazioni
Un’ulteriore sezione delle collezioni del museo è dedicata ai fossili, molti dei quali sono stati raccolti durante la realizzazione della Carta Paleontologica di Fuerteventura fra il 2004 e il 2008. Questi reperti offrono una preziosa finestra sulle origini geologiche dell’isola e sulle forme di vita che la popolavano nel passato.
Oltre ai fossili, il museo accoglie materiale archeologico proveniente da prospezioni superficiali e da donazioni effettuate da cittadini sensibili al patrimonio culturale. Queste donazioni, spesso frutto di ritrovamenti casuali, arricchiscono ulteriormente il museo, permettendo di preservare e valorizzare la storia locale. Il coinvolgimento della comunità è, quindi, fondamentale per la salvaguardia e la promozione della cultura di Fuerteventura, che trova spazio e riconoscimento all’interno del museo.