Il gruppo Canarias Palante ha lanciato accuse pesanti nei confronti del governo delle Canarie, definendolo “assolutamente ipocrita” per le “51 misure per le Canarie del futuro“. Questa dichiarazione è emersa in seguito alle proteste avvenute il 20 aprile, quando sono emerse richieste di un cambio di modello per affrontare le sfide economiche e sociali dell’arcipelago.
Le richieste di dialogo e la mancata risposta del governo
Il collettivo Canarias Palante ha reso noto, tramite un comunicato stampa, che dopo le manifestazioni di aprile era emersa la necessità di avviare un processo partecipativo. L’obiettivo di questo processo era quello di costituire una tavola di negoziato, nella convinzione che le istituzioni dovessero ascoltare le istanze provenienti dalle strade e partecipare attivamente al dialogo. Nonostante ciò, la richiesta formale per la creazione di una tavola di negoziato, inviata ufficialmente nel mese di maggio, è stata completamente ignorata dal governo delle Canarie. Non è pervenuta alcuna risposta, nemmeno una negativa, lasciando il collettivo in una situazione di stallo e frustrazione.
In un contesto di crescente malcontento, Canarias Palante ha evidenziato come il governo abbia reagito in maniera opportunistica all’ampio supporto popolare registrato durante le proteste del 20 aprile. Invece di coinvolgere la comunità nella creazione di soluzioni, l’esecutivo si è appropriato del linguaggio del cambiamento e ha annunciato la formazione di tavole di esperti, scelti senza alcuna consultazione popolare.
Tavole di esperti: una mancanza di rappresentanza
Le tavole istituite dal governo sono state accusate di operare senza alcun grado di rappresentanza per la cittadinanza, non riuscendo a coinvolgere i collettivi sociali e ambientalisti delle isole. Durante tutta l’estate, queste tavole hanno lavorato in modo “opaco“, senza interagire con gli agenti sociali, mentre il processo partecipativo promosso da Canarias Palante continuava in parallelo, raccogliendo oltre 1.200 proposte da parte dei cittadini delle Canarie.
Il collettivo ha messo in evidenza un evidente squilibrio tra il numero di proposte ricevute dalle tavole del governo, che si attestano su sole 66, rispetto alle più di 1.200 suggerite dal gruppo Canarias Palante. A ottobre, il governo ha ufficialmente presentato il risultato del lavoro delle sue tavole di esperti, pubblicando le “51 misure per le Canarie del futuro“, che, secondo le critiche, mancano di un reale intento di cambiamento.
La mancanza di un vero cambiamento
Dopo aver analizzato le misure proposte, i rappresentanti di Canarias Palante hanno manifestato forti dubbi sulla loro efficacia, sottolineando che non è possibile costruire un futuro per le Canarie ignorando la voce dei cittadini e delle organizzazioni. Il comunicato ha inoltre messo in discussione alcune affermazioni fatte da figure istituzionali, come Rosa Dávila, presidente del Cabildo di Tenerife, che ha parlato di “saturazione“, e Antonio Morales, presidente del Cabildo di Gran Canaria, che ha avanzato l’idea di una moratoria sulle abitazioni vacanze senza presentare proposte concrete di legge.
Canarias Palante ha sottolineato che ci troviamo in un momento cruciale per invertire la rotta nelle isole e nel mondo, e ha esortato le istituzioni a mantenere standard elevati, lavorando a favore di un modello economico e sociale che rispetti il territorio e le persone, indipendentemente dai costi. La richiesta di un confronto vero e di un dialogo reale continua a essere al centro delle istanze del gruppo, che reclama una maggiore trasparenza e un’effettiva rappresentanza delle istanze popolari.