La situazione critica del rifugio Adepac a El Sauzal continua a preoccupare. La presidenza dell’Associazione di Difesa e Protezione degli Animali delle Canarie ha denunciato il ritardo nella ricezione dei fondi annuali da parte del Cabildo di Tenerife, che ha portato a problemi finanziari e operativi nel loro centro. La richiesta di aiuto all’ente locale si fa sempre più urgente per garantire il benessere degli animali ospitati e il pagamento degli stipendi ai dipendenti.
Il ritardo nei pagamenti e le conseguenze
Yahaira Thovar, presidente di Adepac, ha rivelato ai giornalisti che i 250.000 euro annuali concessi dal Cabildo, giustificati a marzo 2024, non sono ancora stati erogati. Questo ritardo ha avuto ripercussioni devastanti per l’operatività del rifugio, che lavora incessantemente per garantire la cura e il benessere degli animali. La situazione attuale ha comportato il mancato pagamento degli stipendi per nove lavoratori, che non ricevono il loro salario da due mesi. Inoltre, circa 330 cani sono stati costretti a dipendere dalla generosità del pubblico per il cibo, creando un’ulteriore pressione sulle risorse del rifugio.
Adepac, nonostante le difficoltà, continua a impegnarsi 24 ore su 24 per l’assistenza agli animali, ma ora è a rischio di perdere l’affidamento dei fornitori che potrebbero interrompere il credito a causa dei pagamenti non effettuati. Anche una veterinaria ha deciso di lasciare il proprio lavoro nel centro, evidenziando un’emergenza su più fronti. La presidente Thovar ha evidenziato la disuguaglianza di trattamento rispetto agli altri rifugi dell’isola, in particolare quello di Tierra Blanca, che riceve un sostegno finanziario significativamente maggiore nonostante operi con orari limitati.
I costi operativi del rifugio Adepac
L’associazione ha anche rivelato che i costi operativi del rifugio di Adepac ammontano a circa 450.000 euro, mentre da due anni ricevono solo 250.000 euro. Con appena nove dipendenti, le spese per il personale e altre necessità si aggirano già intorno ai 200.000 euro, oltre a ulteriori 130.000 euro annui per le cure veterinarie. Apez, la direttiva dell’associazione, ha lanciato un appello urgente per ottenere i fondi necessari, ricordando che il supporto economico del passato era già insufficiente per sostenere un’attività così impegnativa e indispensabile.
Thovar ha affermato che “stiamo cercando fondi perché dimostriamo attraverso audit che spendiamo 450.000 euro”. Le condizioni in cui operano sono difficili e non sostenibili, compromettendo la qualità dei servizi offerti e la capacità di mantenere gli animali in salute.
Emergenza strutturale e mancanza di servizi
Oltre alle difficoltà finanziarie, Adepac affronta anche problemi strutturali significativi. Thovar ha denunciato che, a gennaio 2023, sono state bloccate opere di emergenza destinate a migliorare le strutture del rifugio. Tra le problematiche più gravi c’è il malfunzionamento della fossa settica che accumula le acque reflue, creando un allerta per la salute degli animali, dei dipendenti e dei residenti nella zona.
La presidente ha inoltre sottolineato l’assenza di servizi fondamentali, come il telefono. Fa notare come questo limiti ulteriormente le comunicazioni e la gestione quotidiana del rifugio. Le carenze includono anche problemi elettrici in alcune aree della struttura e infiltrazioni di acque reflue, il che rende l’ambiente di lavoro non solo scomodo, ma anche insicuro.
L’associazione aveva pianificato un progetto di ristrutturazione che includeva anche la creazione di una clinica veterinaria interna, per semplificare le necessità mediche degli animali. Attualmente, la situazione costringe Adepac a trasportare costantemente gli animali dai veterinari esterni, un’operazione onerosa e logistically complicata.
Richiesta di ascolto al governo locale
Di fronte a queste preziose osservazioni, Thovar ha lanciato un appello diretto alla presidente del Cabildo, Rosa Dávila, esprimendo la frustrazione per la mancanza di comunicazione e di ascolto. La presidente di Adepac si interroga sul motivo per cui i dirigenti locali non si incontrano con loro per comprendere meglio la situazione, sottolineando l’importanza di un dialogo diretto e sincero per affrontare le difficoltà attuali.
“Non si lasci guidare unicamente dalle informazioni fornite dai tecnici, ma venga a vedere di persona la nostra realtà”, ha esortato. La richiesta di Adepac è chiara: ottenere un incontro per discutere le criticità e trovare soluzioni adeguate, affinché possano continuare a svolgere il loro importantissimo lavoro di protezione degli animali.