La comunicazione odierna è caratterizzata da una straordinaria accessibilità all’informazione, ma questo fenomeno si accompagna anche a una crescente diffusione di notizie false e manipolate. La giornalista e storica dell’arte Anatxu Zabalbeascoa, nel corso di un’intervista, ha esplorato i rischi legati a questa realtà e le sue implicazioni sull’evoluzione delle nostre comunità. In questo articolo approfondiremo le sue riflessioni e le proposte in merito alla gestione delle città e alla lotta contro la disinformazione.
L’informazione e la disinformazione nella società moderna
Anatxu Zabalbeascoa apre la sua analisi evidenziando come l’attuale panorama informativo sia contraddittorio. Da un lato, abbiamo accesso a un’enorme quantità di dati e informazioni, dall’altro ci troviamo a fronteggiare una manipolazione dell’informazione senza precedenti. Con oltre 30 anni di esperienza nel settore, Zabalbeascoa esprime preoccupazione per la vulnerabilità della società ai messaggi fuorvianti, accentuata dalla sovrabbondanza di contenuti disponibili. “Siamo più manipolabili che mai, proprio a causa di questa grande quantità di informazioni”, afferma, sottolineando la difficoltà di discernere le fonti affidabili.
Recenti eventi come le inondazioni a Valencia hanno messo in evidenza come le notizie siano spesso presentate da angolazioni opposte, creando confusione. “Sebbene riceviamo informazioni in tempo reale, spesso non possiamo fidarci della legittimità delle fonti”, continua la giornalista. Un tema ricorrente è il potere dei “bulos”, ovvero notizie false che si diffondono più rapidamente rispetto alle informazioni verificate. Zabalbeascoa mette in evidenza il fascino della menzogna, che può apparire più attraente e immediata rispetto alla complessità della verità.
La polarizzazione sociale e la lotta contro il cambiamento climatico
La polarizzazione della società contemporanea gioca un ruolo cruciale nella nostra capacità di affrontare il cambiamento climatico. Zabalbeascoa osserva con preoccupazione un aumento delle posizioni negazioniste e delle teorie del complotto, esortando a un dialogo aperto con chi ha idee diverse: “Spesso perdiamo di vista molte cose a causa delle nostre convinzioni”. Attraverso questa affermazione, la giornalista invita a comprendere le ragioni che spingono le persone a prendere posizioni estreme, come dimostrato dal sostegno di agricoltori a politici negazionisti.
In questo contesto, l’importanza della politica emerge come un tema centrale. Zabalbeascoa sostiene che la perdita di fiducia nei politici è il risultato di una mancanza di ideologia e di formazione tra quelli attuali, in contrasto con politici del passato che erano più preparati. La facilità di accesso a finanziamenti per grandi opere, inoltre, spesso porta a scelte politiche sbagliate che non considerano le reali necessità delle comunità.
Ripensare le città: verso una nuova relazione con l’ambiente
Zabalbeascoa sottolinea l’urgenza di ripensare le città per renderle più abitabili e sostenibili, partendo da una rinaturalizzazione degli spazi urbani. Questa trasformazione implica non solo l’inserimento del verde nelle città, ma anche la cura e la manutenzione delle aree verdi esistenti. “Piantare alberi senza prendersene cura è un errore”, avverte, sottolineando la necessità di preparare le città ai rischi legati ai cambiamenti climatici.
L’esperta evidenzia che l’esperienza della pandemia ha dimostrato come la natura possa adattarsi e reinventarsi, offrendo un modello da seguire. È fondamentale, afferma, sviluppare un approccio che integri la conoscenza e l’umiltà per affrontare le sfide sociali e ambientali attuali. La pianificazione urbana deve diventare un processo partecipativo, in cui le comunità hanno un ruolo attivo e i politici si impegnano a rispondere alle esigenze dei cittadini.
Verso una mobilità sostenibile e un futuro migliore
Un altro punto cruciale toccato da Zabalbeascoa riguarda la necessità di ridurre l’uso dell’auto a favore di mezzi di trasporto alternativi. Un cambiamento nella mobilità urbana è essenziale per creare città più vivibili e sostenibili, arricchite da spazi pedonali, aree ombreggiate e panchine per il riposo. “Non dico che questo cambiamento sia immediato, ma è un obiettivo a cui dobbiamo lavorare passo dopo passo”, conclude, esortando a un impegno collettivo per migliorare la qualità della vita nelle città.
Anatxu Zabalbeascoa, con la sua visione acuta e le sue riflessioni, offre spunti preziosi per ripensare non solo il nostro rapporto con l’informazione, ma anche il nostro modo di vivere e interagire con l’ambiente urbano. La sfida della disinformazione e del cambiamento climatico richiede un approccio integrato e responsabile da parte di tutti.