Nello scenario sociale delle Canarie, la recente proclamazione di uno sciopero da parte dei lavoratori del servizio di aiuto a domicilio ha attirato l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica. Il Comune di Las Palmas di Gran Canaria ha risposto imponendo minimi servizi del 100%. Questa misura è stata adottata per garantire l’assistenza alle persone più vulnerabili, mentre i sindacati denunciano procedure poco eque e condizioni di lavoro insoddisfacenti. Di seguito, si analizzano i dettagli di questa controversia e le sue implicazioni per i cittadini.
Minimi servizi imposti dal Comune
Il Comune di Las Palmas di Gran Canaria ha dichiarato che i servizi minimi del 100% si applicheranno a tutte le prestazioni personali e domestiche, con l’eccezione della pulizia delle abitazioni, per la quale è stato fissato un 50%. Questa decisione è stata giustificata dalle autorità comunali come una misura necessaria per “garantire l’attenzione delle persone più vulnerabili”. Si stima che circa 2.131 persone siano over 80 anni e 1.236 tra i 65 e gli 80 anni, presentando quindi una significativa difficoltà di mobilità e la necessità di supporto nelle attività quotidiane.
Tuttavia, i rappresentanti del sindacato UGT hanno contestato la proporzionalità di questa misura. Secondo il segretario generale dell’UGT per i servizi pubblici a Gran Canaria, Gustavo Martín, una percentuale del 100% di servizi minimi durante uno sciopero non è una consuetudine, nemmeno in ambito ospedaliero. Martín ha dichiarato: “Se tutti imposero i servizi minimi al 100%, non ci sarebbe neve o protesta”, evidenziando così l’assurdità di una decisione che vincola i diritti dei lavoratori.
Le motivazioni alla base dello sciopero
I lavoratori stanno protestando per il mancato aggiornamento dei loro stipendi nel 2023 e 2024, rivendicando un adeguamento che ritengono meritato. La situazione attuale è ulteriormente complicata dal fatto che il servizio di aiuto a domicilio è attualmente prorogato, il che attira l’attenzione sul conflitto tra le esigenze dei lavoratori e le politiche comunali. Nonostante il Comune sostenga che le rivendicazioni siano questioni di carattere privato tra i lavoratori e l’azienda, il sindacato sottolinea che l’origine del problema risiede nella gara d’appalto per il nuovo servizio, che con un importo di 74,6 milioni di euro è stata dichiarata deserta, in quanto il costo orario di 16 euro era ritenuto insufficiente.
Martín ha paragonato la gestione dell’attuale amministrazione comunale a quella di Madrid, criticando il tentativo di distaccarsi dai principi socialisti, e ha proposto di municipalizzare il servizio di aiuto a domicilio, un’iniziativa già sostenuta dal PSOE in altre città come Cádiz.
Il piano di sciopero e le conseguenze per i cittadini
Il piano di sciopero prevede l’interruzione del servizio di aiuto a domicilio in diverse date di novembre, nello specifico il 7, 8, 14, 15, 18, 19, e 25 e 26, dalle ore 08:00 alle 11:00. Tale azione non solo ha l’obiettivo di ottenere risposte concrete alle richieste dei lavoratori, ma pone anche un gran numero di cittadini in una situazione complicata, poiché molti di loro dipendono da questo servizio per svolgere attività quotidiane essenziali.
Il Comune ha giustificato l’imposizione di minimi servizi come un modo per proteggere i cittadini più fragili. Tuttavia, il sindacato UGT avverte che la rigidità della misura potrebbe non solo accrescere la tensione tra le parti coinvolte, ma anche portare ad un deterioramento della qualità dei servizi forniti. Mentre il dilemma tra la salvaguardia dei diritti dei lavoratori e la necessità di garantire assistenza ai cittadini più vulnerabili continua a rappresentare un cruciale punto di contesa, l’attenzione della comunità rimane concentrata sulle decisioni future del Comune e sulle risposte ai bisogni di chi vive una situazione di crescente difficoltà.