Recentemente si è celebrato un anniversario significativo che è passato inosservato nel turbinio delle notizie correnti. Due settimane fa, il 20 luglio 2023, si sono commemorati i 60 anni di un evento fondamentale nella storia delle Canarie: la prima grande affermazione internazionale del loro diritto all’autodeterminazione e all’indipendenza. Questo momento risale al 1964, durante la Conferenza dei Paesi Non Allineati tenutasi al Cairo, in Egitto. Qui, il presidente della Guinea-Conakri, Sékou Touré, incoraggiò le nazioni africane a sostenere la causa dell’indipendenza delle Canarie.
Il ruolo del MPAIAC nella lotta per l’indipendenza
La dichiarazione di Sékou Touré costituì un importante sostegno per il Movimento per l’Autodeterminazione e l’Indipendenza dell’Arcipelago Canario . Questo movimento, guidato da Antonio Cubillo, già nel decennio del 1960 stava emergendo come un rappresentante fondamentale delle istanze degli abitanti delle Canarie nei forum internazionali. Cubillo operava dall’interno, ma anche in esilio ad Algeri, cercando di dare voce a un popolo che aspirava a una maggiore autonomia. La visibilità internazionale che il MPAIAC ottenne fu cruciale, poiché permise alla questione canaria di essere discussa in contesti globali, creando così una pressione diplomatica sulla Spagna.
Nelle settimane precedenti al supporto di Touré, il MPAIAC ottenne un ulteriore successo: il 20 luglio 1968, la Organizzazione per l’Unità Africana approvò la “Dichiarazione Solenne del Comitato di Liberazione”. In questo documento, si riconosceva ufficialmente il diritto delle Canarie all’autodeterminazione e all’indipendenza, affermando che le isole erano una parte integrante del continente africano e non parte della Spagna.
La Dichiarazione dell’OUA e il suo significato
La Dichiarazione Solemne del Comitato di Liberazione dell’OUA rappresentò un punto di partenza per un’intensa campagna diplomatica del MPAIAC, diretta a posizionare la questione canaria ai vertici dell’agenda internazionale. In essa si affermava che le Canarie, come territori africani, avevano diritto alla stessa considerazione degli altri paesi africani in fase di decolonizzazione.
Questa affermazione fu fondamentale per far emergere la questione canaria in contesti diplomatici e politici globali. La storia del movimento di liberazione canario non è solo una narrazione locale, ma un pezzo dell’ampio mosaico della decolonizzazione africana. I successi del MPAIAC furono facilitati da un contesto internazionale favorevole, dove molti paesi afro-asiatici sostenevano attivamente le lotte per l’indipendenza e l’autodeterminazione.
Le prime discussioni alle Nazioni Unite
Prima dell’intervento di Touré e dell’OUA, la questione delle Canarie era già stata affrontata in ambito ONU, ma non con il dovuto riconoscimento. Nel 1960, durante la XIV Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il delegato della Repubblica Socialista Sovietica di Ucraina, Ivan Neklessa, propose un emendamento per considerare le Canarie come Territorio Non Autonomo . Tale proposta trovò sostenitori, ma venne anche osteggiata, contribuendo a un dibattito complesso sui diritti e sulla sovranità delle Canarie. Nonostante il rifiuto della proposta, queste discussioni iniziarono a preparare il terreno per un’attenzione maggiore su come le Canarie avrebbero dovuto essere trattate nel contesto internazionale.
Un cammino di mobilitazione e pressione diplomatica
Negli anni successivi, il MPAIAC continuò a mobilitarsi, partecipando a conferenze e incontri tra paesi africani e asiatici in città come Algeri e Accra. Nel 1966, il movimento espose ufficialmente le sue richieste di decolonizzazione al Comitato Speciale per la De-colonizzazione delle Nazioni Unite, noto come Comitato dei 24. Questi sforzi culminarono con l’approvazione della dichiarazione dell’OUA e rappresentarono quello che il MPAIAC considerò il loro “primo grande successo internazionale”.
Questa presa di coscienza sulla situazione delle Canarie dimostrò come l’arcipelago fosse un tema rilevante nelle discussioni internazionali sulla decolonizzazione e il diritto all’autodeterminazione. I dibattiti emersi in seguito alla Marcha Verde e le manovre geopolitiche relative al Sahara Occidentale, misero in evidenza l’importanza delle aspirazioni di indipendenza del popolo canario in un contesto storico più ampio.
Questa analisi della lotta per l’indipendenza delle Canarie e del riconoscimento internazionale del loro diritto all’autodeterminazione rimane un pezzo cruciale della storia africana e una testimonianza di come le voci locali possano contribuire a un cambiamento di respiro globale.