Isole Canarie

Nuovi sviluppi sul caso Koldo: citati i soci di Víctor de Aldama per le presunte irregolarità sanitarie

Il caso Koldo coinvolge indagini su appalti sospetti per test COVID-19 nelle Canarie e Baleari, con legami tra istituzioni e aziende, sollevando interrogativi su trasparenza ed etica.

La vicenda legata al caso Koldo continua a coinvolgere istituzioni e personalità di spicco. Il giudice Ismael Moreno, al timone delle indagini, ha convocato come indagati i soci di Víctor de Aldama, coinvolti in una trama che ruota attorno alla fornitura di mascherine e test per il COVID-19 nei principali aeroporti delle isole Canarie e Baleari. Le indagini, avviate dalla procura anticorruzione, rivelano legami inquietanti tra gli attori coinvolti nel contesto della pandemia.

Nuovi sviluppi sul caso Koldo: citati i soci di Víctor de Aldama per le presunte irregolarità sanitarie

Citazioni e sviluppi delle indagini

Il giudice del Juzgado Central de Instrucción numero 2 dell’Audiencia Nacional ha previsto per il 25 e 26 novembre le audizioni dei cinque indagati: Ignacio Díaz Tapia, Luis Alberto Escolano, Javier Serrano, César Moreno García e María Piedad Losada. Queste citazioni giungono dopo che la procura ha ricevuto un rapporto dalla Unidad Central Operativa della Guardia Civil. Gli agenti della UCO sono attesi in aula per rendere testimonianza il 2 e 3 dicembre, con l’obiettivo di approfondire la rete di relazioni tra i soggetti coinvolti.

L’attenzione si concentra in particolare su Koldo García, il quale risulta avere legami stretti con i presidenti delle isole, Ángel Víctor Torres e Francina Armengol. Quest’ultima riveste attualmente il ruolo di ministra della Politica Territoriale e Memoria Democratica e presidente del Congresso dei Deputati. L’inchiesta mette in luce come queste relazioni abbiano potenzialmente influenzato gli appalti pubblici riguardanti i test COVID-19.

Legami e opportunità di profitto

Secondo le indagini, Víctor de Aldama e i suoi collaboratori avrebbero sfruttato le relazioni con le autorità per ottenere profitti dai test COVID. La UCO indica che De Aldama ha avuto una “finestra di opportunità” grazie alla sua connessione con il Ministero dei Trasporti, guidato all’epoca da José Luis Ábalos. La società Fertinvest Consulting e il partner Eurofins Megalab sono alla base di queste operazioni commerciali, rivelando un quadro complesso di possibili interessi illeciti.

Il rapporto della Guardia Civil menziona conversazioni tra Armengol e García, in cui il primo propone di far contrattare le aziende di De Aldama per i test nei principali hub aeroportuali baleari. In particolar modo, in una di queste comunicazioni, García si congeda dalla presidente con un affettuoso “vale cariño, te mantengo informada“, suggerendo un approccio informale ma decisivo per il buon esito delle trattative.

Contratti e valori sospetti

Le indagini hanno portato alla luce tre contratti, risalenti al periodo tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021. Questi contratti, datati rispettivamente al 18 dicembre, 1 gennaio e 1 febbraio, prevedono la fornitura di test PCR da parte delle aziende di De Aldama, per un valore complessivo di 5,3 milioni di euro. Tali cifre sollevano interrogativi sulla trasparenza e sull’etica degli appalti pubblici durante una fase così critica della pandemia.

Un’intercettazione di una conversazione tramite WhatsApp fa trapelare che Koldo García affermava di aver informato il ministro sulle proposte avanzate a Torres. Questo è rilevante poiché implica che ci fosse una consapevolezza e una possibile influenza nei confronti di altri funzionari pubblici, utilizzando la sua rete di contatti per favorire gli affari di De Aldama.

Dichiarazioni contrastanti di Torres

Il 10 giugno, durante la sua audizione davanti alla Commissione di Inchiesta del Congresso riguardante il caso Koldo, il presidente Torres ha negato di avere ordinato contratti con aziende specifiche e ha smentito di aver ricevuto comunicazioni da parte di Koldo García o di José Luis Ábalos. È emerso, inoltre, che non ricordava di aver mai conosciuto Ignacio Díaz Tapia, nonostante le prove documentali suggeriscano il contrario.

Torres ha giustificato la sua posizione affermando che, pur ricevendo numerose chiamate, nessuna di queste era finalizzata alla stipula di contratti. Le sue dichiarazioni sottolineano le discrepanze e le complessità della situazione, rendendo ancora più difficile per le autorità determinare il grado di coinvolgimento di ogni singolo attore in questo intricato affare che continua a rimanere sotto i riflettori dell’opinione pubblica.