Isole Canarie

Presentazione del libro di Carmelo Torres alla Fiera del Libro di Fuerteventura

Carmelo Torres presenta il suo libro “Il Marchese di Cortina” alla Fiera del Libro di Fuerteventura, esplorando l’esilio di Unamuno e il ruolo della stampa nella sua vita e opere.

Carmelo Torres ha recentemente presentato la sua nuova opera alla 34ª Fiera del Libro di Fuerteventura. Il libro intitolato “Il Marchese di Cortina, Don Miguel de Unamuno e Don Rodrigo Soriano a cento anni dal loro esilio. Notizie e scritti attraverso la stampa” è un’edizione ampliata di un’opera che era già stata pubblicata due anni fa. Questo nuovo volume offre una serie di informazioni inedite che il rinomato storico di Fuerteventura ha condiviso in un’intervista con il sito Fuerteventura Digital.

Presentazione del libro di Carmelo Torres alla Fiera del Libro di Fuerteventura

Un centenario di riflessioni sul destierro di Miguel de Unamuno

In occasione del centenario dell’esilio di Miguel de Unamuno nell’isola di Fuerteventura, la pubblicazione di Torres si propone di valorizzare il ruolo della stampa legato a questa figura di spicco del pensiero spagnolo, nonché scrittore e membro della Generazione del ’98. Il libro si concentra anche su Rodrigo Soriano e José Gómez-Acebo y Cortina, entrambi deputati alla Camera dei Deputati all’epoca dell’esilio. “L’obiettivo del mio libro è quello di avvicinarci a queste tre figure: Unamuno e Soriano, ma anche a uno degli grandi dimenticati, José Gómez-Acebo y Cortina”, ha dichiarato Torres.

All’interno del testo, oltre a una selezione di articoli scritti dallo stesso autore, si trovano articoli di stampa che trattano da due prospettive fondamentali: le notizie riguardanti gli esiliati e la produzione letteraria dei tre protagonisti durante il loro confinamento nell’isola nel 1924. L’exilio di Miguel de Unamuno, Rodrigo Soriano e José Gómez-Acebo, Marchese di Cortina, è stato imposto dal Direttorio Militare instaurato dopo il colpo di stato di Primo de Rivera nel 1923, come conseguenza delle loro critiche al regime dittatoriale e alla monarchia.

Il ruolo della stampa nella storia di Unamuno

Torres sottolinea l’importanza della stampa come fonte storica, evidenziando che è stata spesso sottovalutata nella comprensione della vita e dell’opera di Unamuno e dei suoi contemporanei. “La stampa è cruciale e ha subito un trattamento inadeguato come fonte storica per conoscere non solo le notizie, ma anche gli scritti e le esperienze di Soriano, Unamuno e Cortina”, ha affermato.

Esempi concreti di questo legame tra la stampa e il lavoro letterario sono emersi nel libro. Prima della nota opera “Da Fuerteventura a Parigi”, esisteva infatti un articolo con lo stesso titolo apparso sulla stampa nel 1924, che documenta come Unamuno e Soriano riflettessero su tutte le loro esperienze vissute sull’isola. Inoltre, il testo di Torres approfondisce la vita quotidiana degli esiliati, la loro interazione con la popolazione locale e la loro percezione dell’isola attraverso lettere e scritti che hanno realizzato durante il loro soggiorno.

Le avventure letterarie di Unamuno a Fuerteventura

Secondo Torres, durante i primi giorni nell’isola gli esiliati trascorsero del tempo senza fare nulla, ma rapidamente iniziarono a scrivere moltissimo, utilizzando questo processo come forma di terapia. Questo sfociò in oltre 60 articoli di Unamuno, circa 30 di Soriano e una ventina di José Gómez-Acebo. Le loro produzioni offrono uno spaccato di vita e pensiero, permettendo di comprendere come immediatamente si integrarono nella società e nella cultura locale.

Unamuno esplorò Fuerteventura da nord a sud, e scrisse su vari temi che riflettevano la sua esperienza, dai paesaggi dell’isola al gofio, un alimento tradizionale della zona. “Amava passeggiare, andava a pescare e scriveva di tutto ciò che lo colpiva”, ha indicato Torres. Il libro di Torres rappresenta quindi un’importante testimonianza da un punto di vista storico, letterario e umano, illuminando la dimensione quotidiana e creativa di questa figura fondamentale della letteratura spagnola.

Tra reale e fittizio: il legame di Unamuno con Fuerteventura

Carmelo Torres mette in evidenza che esiste un vuoto di conoscenza su Unamuno e la sua vita a Fuerteventura, spiegando che “è una finzione pensare di conoscere davvero Unamuno, cento anni dopo il suo soggiorno qui”. L’opera del filosofo e scrittore è complessa e poliedrica, e la ricerca della sua esperienza di esilio rivela una realtà ben diversa. “Io non studio Unamuno in quanto letterato o pedagogista, ma mi concentro sul fenomeno del suo esilio e sulla sua vita quotidiana, che risalta attraverso gli articoli di stampa”, ha affermato.

Questo excursus nella storia ha portato a una riflessione critica su come la stampa possa arricchire il nostro sapere. Torres sottolinea la sorpresa nel constatare che per un secolo nessuno si era interessato a raccogliere informazioni dalla stampa di quel tempo. “La carta stampata fornisce dettagli inediti: chi avrebbe mai pensato che Unamuno scrivesse lettere per i giovani soldati analfabeti che prestavano servizio militare qui?”, ha continuato.

Unamuno: la figura iconica della letteratura spagnola

La presentazione del libro include anche una prefazione di Marcial Morera, professore all’Università di La Laguna e direttore della cattedra Unamuno. Morera evidenzia come si sia spesso erroneamente attribuita a Unamuno una frase celebre, “Fuerteventura, un’oasi nel deserto della civiltà”, originariamente di John Ernest Crawford Flitch, un rinomato traduttore. Flitch ha condiviso un’intensa collaborazione con Unamuno, permettendo così di tradurre le sue opere in inglese.

È interessante notare come Unamuno stesso si fosse affezionato all’isola e alle sue persone, senza mai esprimere parole negative nei suoi confronti. Al contrario, il suo legame con la terra è esplosivo. “Dove si può trovare una critica di Unamuno su Fuerteventura? Non ha mai detto parole cattive, al contrario, ha dedicato alla terra i suoi migliori versi”, ha chiosato Torres.

Il libro di Carmelo Torres non solo recupera la memoria di questi scrittori, ma permette di approfondire anche le relazioni storiche e culturali che si sono sviluppate durante quel periodo di esilio.