La comunità di La Isleta, a Las Palmas de Gran Canaria, si sta mobilitando contro la proposta di Totisa di installare una centrale di stoccaggio di gas liquefatto, regasificazione e generazione di energia elettrica nel Porto di La Luz. Negli ultimi giorni, i residenti hanno organizzato incontri e assemblee, rimanendo determinati a portare alla luce i rischi per la salute e l’ambiente che questa inaugurazione porterebbe. Questo articolo esplora le motivazioni, le preoccupazioni e le azioni della cittadinanza in risposta a questo progetto controverso.
L’origine della mobilitazione
La lotta a La Isleta non è nuova. In passato, gli abitanti della zona hanno già affrontato diverse sfide legate ai diritti dei lavoratori e alle condizioni ambientali. Oggi, la battaglia è rappresentata da una nuova piattaforma che si oppone fermamente alla proposta di creare una centrale a gas. Anche se le motivazioni della mobilitazione non hanno lo stesso fervore delle storiche rivendicazioni dei portuali, è evidente un rinnovato impegno da parte della comunità, supportato da dati tecnici e rapporti di esperti.
Durante l’assemblea tenutasi mercoledì nella piazza del Pueblo, i partecipanti hanno discusso i potenziali rischi associati alla costruzione della struttura. La presenza di un pubblico numeroso, incluso il bambino che gioca sullo sfondo, ha reso evidente che, mentre il dibattito acceso avveniva su questioni di salute pubblica, la vita sociale continuava come sempre. La mancanza di alberi nell’area attesta anche una negazione di spazi verdi, evidenziando ulteriormente la necessità di una rivendicazione per l’ambiente.
L’assemblea e i dati scientifici
L’assemblea ha visto la partecipazione di vari esperti, tra cui Maria Luisa Pita Toledo, ex responsabile del servizio di Sanità Ambientale. Pita ha presentato il suo punto di vista e le sue preoccupazioni, invitando i cittadini a scendere in piazza per opporsi al progetto. Ha sottolineato le potenziali emissioni dannose derivanti dalla combustione di gas naturale che la centrale produrrebbe. Queste emissioni includerebbero metano, ossidi di azoto e composti organici volatili, e le sue preoccupazioni sono state accolte con risonanza tra i partecipanti.
Secondo i dati presentati, la centrale a gas potrebbe causare un aumento significativo delle malattie respiratorie nella popolazione, come l’asma. I relatori hanno messo in evidenza che, nonostante l’evidenza scientifica e i rapporti a supporto delle loro posizioni, il governo sembra ignorare questi avvertimenti. “La gente deve sapere che questo potrebbe essere il maggiore foco di inquinamento con cui ci confronteremo“, ha avvertito Pita, insistendo sulla necessità di una risposta politica chiara e decisa.
La risposta della comunità e le future azioni
L’assemblea è soltanto l’inizio di un movimento che intende attuare misure di contestazione contro il progetto di Totisa. Durante l’incontro, è stato presentato un manifesto che chiede alle autorità canarie di mettere in atto misure efficaci contro questo sviluppo. “Non ci possono essere benefici in qualcosa che danneggia gravemente la salute“, dichiarano i residenti, enfatizzando l’importanza della salute pubblica e la necessità di una transizione energetica sostenibile.
Sotto il motto “Canarias tiene un límite“, i cittadini hanno iniziato a manifestare grande preoccupazione per il futuro delle Isole Canarie. La storia della resistenza a progetti dannosi, come il conflitto di Arinaga nel 2008, è stata portata in evidenza, testimoniando la determinazione dei residenti di far sentire la loro voce. Il legale Antonio Hernández ha enfatizzato l’importanza di garantire la sicurezza della comunità, evidenziando la mancanza di misure adeguate nel progetto attuale.
Un futuro incerto per La Isleta
Con ogni incontro e assemblea, i cittadini di La Isleta si preparano ad affrontare una nuova battaglia contro le politiche che minacciano la loro salute e il loro ambiente. Con il supporto di dati scientifici, testimonianze e una mobilitazione crescente, è evidente che il progetto di Totisa sta sollevando preoccupazioni significative tra i residenti della capitale delle Canarie. Ora, la vera sfida sarà trasformare questa mobilitazione in azioni concrete e influenti per garantire un futuro più sano e sostenibile per la comunità.