Un movimento crescente in difesa dell’ambiente si sta dicendo ‘no’ al progetto di costruzione di una centrale elettrica a gas nel porto di La Luz a Las Palmas di Gran Canaria. Diverse associazioni civiche hanno indetto una catena umana per sabato 23 novembre, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e opporsi fermamente al progetto. La manifestazione avrà luogo alle 11.30 presso la Pasarela Onda Atlántica, situata accanto al Mercado del Puerto, e vedrà la partecipazione di importanti organizzazioni come Greenpeace, Ecologisti in Azione, Colectivo Turcón, e molte altre realtà attive nella transizione ecologica.
Le ragioni della protesta
Durante una conferenza stampa organizzata dalla piattaforma promotrice della manifestazione, Maria Luisa Pita, ex responsabile della Sanità Ambientale della Giunta del governo canario, ha espresso preoccupazione per i potenziali rischi che la nuova centrale a gas potrebbe rappresentare per la popolazione locale. Secondo Pita, le emissioni di gas da questa nuova struttura andrebbero a compromettere ulteriormente la qualità dell’aria, mettendo a rischio la salute dei cittadini. Il dibattito si è intensificato attorno alla questione degli interessi economici privati legati al progetto. Mentre i promotori del progetto affermano che la nuova centrale rispetterebbe le normative di decarbonizzazione dell’Unione Europea affermando che le navi ormeggiate utilizzerebbero energia elettrica anziché combustibile, Pita ha sollevato dubbi significativi riguardo alle reali intenzioni dietro la costruzione della centrale.
La posizione dell’Unione Europea e le preoccupazioni locali
Pita ha messo in evidenza che secondo le normative europee, le centrali a gas dovrebbero servire per sostituire fonti energetiche più inquinanti e non per introdurre nuove strutture. Ha sottolineato come le emissioni della centrale avrebbero un impatto diretto su tutta la città, colpendo in particolare i lavoratori del porto e i residenti della zona di La Isleta, dove vivono circa 25.000 persone. Questo scenario ha portato a una richiesta pressante affinché il governo delle Canarie fornisse un parere negativo riguardo all’impatto ambientale della centrale, un tema già oggetto di discussione sia al Cabildo di Gran Canaria che al comune di Las Palmas.
Le opposizioni istituzionali e il richiamo alla responsabilità
La voce della protesta non proviene solamente dalla società civile, ma anche da istituzioni professionali. Pita ha rivelato che i medici, i farmacisti e gli infermieri di Las Palmas hanno già espresso il loro disappunto nei confronti del progetto, evidenziando le conseguenze negative che una centrale a gas potrebbe comportare per la salute pubblica. Antonio Hernández, avvocato e portavoce delle preoccupazioni legali, ha denunciato come il porto in passato non abbia rispettato le normative ambientali, utilizzando procedure d’urgenza per evitare studi di impatto che avrebbero potuto ritardare o fermare progetti controversi.
Inoltre, Clara Estilas di Greenpeace ha invitato le istituzioni locali a seguire gli obiettivi stabiliti dall’Agenda 2030, sottolineando la necessità di scelte energetiche più sostenibili e responsabili. La richiesta generale è chiara: una presa di posizione forte contro un progetto considerato “strano” e non in linea con le attuali esigenze ambientali.
L’appuntamento del 23 novembre rappresenta quindi non solo una manifestazione di dissenso ma anche un movimento collettivo per promuovere un futuro ecologicamente sostenibile a Las Palmas e oltre.