La recente iniziativa dell’Associazione Culturale Insula Signa ha riportato alla luce un importante pezzo di storia commerciale delle Canarie, preservando l’ultimo rètro del famoso gruppo commerciale Maya, situato a Las Palmas di Gran Canaria. Questo intervento non solo evita la scomparsa di un’icona storica, ma rappresenta anche la salvaguardia di un patrimonio culturale significativo per le Isole.
L’importanza del rètro commerciale Maya
L’Associazione Culturale Insula Signa ha reso noto il successo nel mantenere in vita il rètro dell’ultimo negozio del gruppo Maya nella calle Juan Manuel Durán. Questa preservazione non è un mero atto simbolico; costituisce un legame tangibile con un’epoca di “splendore commerciale” che ha caratterizzato le Canarie negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso. Durante quel periodo, circa mille negozi, noti come “gli indios”, hanno contribuito al vivace ambiente cosmopolita delle isole.
Il rètro dei Maya è un rappresentante di un’epoca in cui il commercio nelle Canarie non era solo locale, ma si estendeva anche a relazioni internazionali, in particolare con l’India. La sua conservazione è vista come essenziale per mantenere vivo il ricordo di un’epoca in cui le Canarie erano un centro vitale per attività commerciali e scambi culturali.
La storia del gruppo Maya
Le origini del gruppo Maya risalgono agli anni ’50, con Tirthdas Bherumal Bharwani, un imprenditore di origine indiana, che avviò la sua prima attività nella piazza de la Candelaria a Santa Cruz de Tenerife nel 1953. Il nome “Maya,” che significa “illusione” in sanscrito, era dedicato alla figlia di Tirthdas, scomparsa prematuramente. Da quel momento, il gruppo è cresciuto, espandendo il proprio raggio d’azione a Gran Canaria e aprendo diversi punti vendita, incluso quello storico di Triana.
Dopo la morte di Tirthdas nel 1977, i suoi figli hanno continuato a gestire l’attività, trasformandola in un potente impero commerciale che ha raggiunto 2.000 dipendenti. L’introduzione di carte di credito e strategie di marketing innovative hanno fidelizzato oltre 25.000 clienti, rendendo il gruppo uno dei leader nel settore commerciale dell’epoca. Tuttavia, l’arrivo della crisi economica e della competizione spietata hanno portato al declino, culminando nella chiusura dell’ultimo negozio nel 2016.
L’eredità del commercio indiano nelle Canarie
Il contributo della comunità indiana alle Canarie è significativo e ampiamente riconosciuto. L’Associazione Culturale Insula Signa evidenzia il ruolo strategico delle Isole nell’antico commercio marittimo, attirando non solo mercanti europei, ma anche trader da lontane terre come l’India. La comunità sindhi, originaria dell’attuale Pakistan e proveniente dalla provincia di Sind, ha trovato nelle Canarie un porto sicuro per i propri affari, costituendo una delle più antiche comunità asiatiche in Spagna.
La difficile situazione socio-politica in India ha spinto molti commercianti hindù a cercare terre dove le restrizioni alla proprietà e al commercio non fossero così severe. Questo ha portato alla formazione di una rete commerciale di grande importanza, che ancora oggi è visibile in oltre cento paesi nel mondo. L’eredità culturale e sociale di questa comunità si riflette nei valori e nelle tradizioni che continuano a influenzare la vita delle Canarie.
La salvaguardia del patrimonio culturale
La preservazione del rètro Maya, come sottolineato dall’Associazione Culturale Insula Signa, è il risultato di un’azione collettiva che coinvolge non solo il supporto della comunità, ma anche la sensibilità dei proprietari attuali dell’edificio. Questo atto non è solo un tributo al passato, ma una netta affermazione dell’importanza di mantenere vive le tradizioni culturali e commerciali che hanno plasmato le Canarie nel corso degli anni.
In un momento in cui il commercio globale si evolve rapidamente, interventi come questo sono fondamentali per ricordare le nostre radici e per garantire che le future generazioni possano conoscere e apprezzare la ricchezza del patrimonio culturale canario. Il rètro dei Maya non è solo un pezzo di storia, ma un simbolo di una cultura che continua a vivere nel cuore delle Isole Canarie.