Nei primi giorni di novembre, il mare delle Canarie ha registrato un tragico incremento delle morti nel corso delle operazioni di migranti. In soli tre giorni, 55 persone hanno perso la vita sia a causa di naufragi che delle condizioni estreme delle traversate. Nel frattempo, Salvamento Marítimo ha portato a termine interventi di soccorso, salvando 1.786 migranti durante 29 operazioni, in particolare nelle acque attorno a Lanzarote e El Hierro. Questa situazione testimonia un drammatico fenomeno migratorio che continua a colpire le acque del Mediterraneo.
Il naufragio del cayuco a El Hierro
Il caso più grave si è verificato a 370 chilometri a sud di El Hierro, dove un cayuco in balia delle onde è stato avvistato nel pomeriggio di sabato da una nave mercantile, il Patria. Questa nave ha allertato immediatamente i servizi di Salvamento Marítimo, che sono intervenuti sul posto con l’imbarcazione di soccorso Guardamar Talía. Dei 58 migranti imbarcati, diversi hanno perso la vita durante il viaggio, e 48 di loro sono stati gettati in mare.
L’arrivo della Guardamar Talía ha permesso di recuperare i dieci sopravvissuti, che sono stati trasportati al porto di La Restinga, a El Hierro. Qui, quattro di loro sono stati ricoverati in ospedale. I sopravvissuti hanno raccontato le terribili esperienze vissute durante la traversata, che è iniziata dalla costa nord della Mauritania. Molti dei passeggeri hanno subito gravi privazioni e perdite nel corso della difficile navigazione.
L’episodio ha gettato ulteriore luce sulla drammaticità del fenomeno migratorio, evidenziando quanto possa essere pericoloso e fatale per coloro che cercano di raggiungere le isole in cerca di una vita migliore. Le operazioni di soccorso e recupero di corpi proseguono in questa rotta, sempre più segnata dal dolore e dalla tragedia.
Ulteriori tragedie nelle acque delle Canarie
La domenica ha portato un’altra tragica notizia con il naufragio di una gommoni a circa 90 chilometri a nord-est di Lanzarote. In questo incidente, Salvamento Marítimo è riuscito a recuperare cinque corpi, mentre ben 17 persone sono state salvate grazie a una zattera di salvataggio lanciata da un aereo di soccorso. Questo aereo aveva localizzato la imbarcazione in difficoltà e ha coordinato le operazioni di soccorso.
Durante la stessa operazione, ulteriori 80 migranti in difficoltà su un’imbarcazione vicina sono stati tratti in salvo. Il trattamento sanitario di emergenza è stato fondamentale per la salute e il recupero dei sopravvissuti, con interventi tempestivi da parte dei servizi di soccorso di terra e mare. Altre imbarcazioni hanno partecipato attivamente al salvataggio, tra cui i mezzi aerei e navali di Salvamento Marítimo.
Questi episodi si sommano a un bilancio già pesante per il weekend, evidenziando l’urgenza e la necessità di soluzioni efficaci per affrontare questa crisi migratoria. Si stima che un numero crescente di migranti stia intraprendendo viaggi pericolosi verso le isole spagnole nel tentativo di sfuggire a situazioni insostenibili nel proprio paese d’origine.
Le operazioni di soccorso e i numeri drammatici
Nei tre giorni di operazioni, Salvamento Marítimo ha mobilitato aerei e sette imbarcazioni per gestire un gran numero di emergenze in mare. Durante questo periodo, sono stati coordinati interventi che hanno portato al salvataggio di 1.786 migranti, tra cui un significativo numero di donne e minori. Le operazioni di soccorso hanno riguardato un ampio raggio d’azione, spaziando tra le diverse isole dell’arcipelago, come Lanzarote, El Hierro, Fuerteventura e Tenerife.
Particolarmente allarmante è la crescita del numero di arrivi, che ha portato a un flusso di 815 migranti da Lanzarote durante 17 interventi di soccorso. A El Hierro, sono stati salvati 754 migranti in otto operazioni distinte. I numeri proseguono drammaticamente in altre località, con evidenti segnali di emergenza umanitaria. Nella sola giornata di sabato, sono stati registrati 775 arrivi, seguiti da ulteriori 945 nel giorno successivo.
Di fronte a questo quadro complesso e scioccante, la comunità internazionale è chiamata a rispondere con politiche più efficaci e umane, così da evitare ulteriori tragedie in mare e garantire maggiore sicurezza ai migranti che intraprendono il pericoloso viaggio verso l’Europa.