Nella giornata di domenica 1 dicembre, sulla Playa Honda di Lanzarote, è stato rinvenuto un esemplare di angelo marino , un pesce che appartiene alla famiglia degli squatinidae. I bagnanti, increduli di fronte al ritrovamento, hanno immediatamente contattato le autorità locali per segnalare la presenza dell’animale. Questo evento non rappresenta un caso isolato sull’isola, visto che negli anni passati si sono registrati avvistamenti simili.
L’angelo marino: caratteristiche e habitat
L’angelo marino è un tipo di pesce cartilagineo, spesso confuso con squali a causa della sua anatomia. Questo animale può raggiungere una lunghezza massima di 2,5 metri, caratterizzandosi per il suo corpo piatto e largo, che gli permette di mimetizzarsi facilmente con il fondo marino. La colorazione varia dal marrone al grigio, con numerose macchie più scure che si distribuiscono su tutto il corpo. Negli esemplari giovani, la colorazione è tendenzialmente più chiara, una strategia evolutiva che potrebbe servire a proteggersi dai predatori.
Per quanto riguarda la morfologia, l’angelo marino presenta una testa di forma ovale e occhi situati sulla parte superiore del corpo, privi di palpebre. La bocca, protrattile e situata nella parte terminale, è dotata di piccoli denti affilati, perfetti per catturare le prede. Le pinne pettorali, lunghe e triangolari, sono posizionate sul tronco piatto, conferendo a questo pesce un aspetto unico e inconfondibile.
Sebbene l’angelo marino fosse un tempo più comune nelle acque dell’Atlantico e nel Mediterraneo, la sua presenza è diminuita drasticamente negli ultimi decenni. Le principali aree in cui può ancora essere avvistato includono l’Oceano Atlantico temperato orientale, in particolare nelle Isole Canarie, oltre a regioni del Mediterraneo quali Corsica, Sardegna e Sicilia. La sua presenza in queste acque è sintomatica di un ecosistema marino in equilibrio, il cui deterioramento rappresenterebbe un reale allarme per la biodiversità.
Cause dell’assenza dell’angelo marino nel Mediterraneo
L’angelo marino e altri membri della sua famiglia sono tristemente noti per la loro vulnerabilità. Le ragioni di questa diminuzione includono la pesca eccessiva, che ha portato a una degradazione significativa delle loro popolazioni. Questi pesci, infatti, non hanno la capacità di riprodursi rapidamente, rendendo la loro conservazione particolarmente critica. La perdita di habitat, inquinamento e il cambiamento climatico stanno aggravando la situazione, rendendo sempre più difficile il loro ritorno negli habitat che tradizionalmente occupavano.
Il ritrovamento di esemplari spiaggiati, come quello avvenuto a Lanzarote, pone interrogativi sulla salute generale delle popolazioni di angeli marini e dell’ecosistema marino in generale. Ogni avvistamento di questo tipo è un indicatore della salute dell’ambiente oceanico e dovrebbe fungere da campanello d’allarme per le autorità e i biologi marini. È fondamentale preservare le varie specie che popolano i nostri mari, intraprendendo azioni concrete per la loro salvaguardia. La tutela di questi animali non è solo una questione di interesse ambientale, ma anche di responsabilità verso le generazioni future.